I 120 anni della Camera del Lavoro di Alessandria – 20 gennaio 1901-2021

20 gennaio 1901-2021

I 120 ANNI DELLA CAMERA DEL LAVORO DI ALESSANDRIA

Nelle prime battute del libro di Roberto Botta, dedicato alle “Origini della Camera del Lavoro di Alessandria”, si legge che: “Il 20 gennaio 1901 era domenica. In quel giorno d’inverno diverse centinaia di operai percorrevano le vie di Alessandria. La loro destinazione era Piazza S. Martino dove sorgeva il Salone della Leva, meta in quegli anni, insieme al Foro Boario, delle manifestazioni operaie. Quel pomeriggio alle 15, doveva iniziare un’importante riunione; man mano che gli operai arrivavano ci si accorse che questa volta il vecchio salone non sarebbe bastato per accoglierli tutti. Il freddo tuttavia non scoraggiò gli ultimi arrivati, che si adattarono di buon grado a restare sulla piazza… Chi era riuscito ad entrare poté ascoltare i discorsi di alcune figure mitiche del proletariato alessandrino: l’orefice Devercelli, il ferroviere Lagazzi e il militante socialista Reposi si succedettero alla tribuna, dividendosi equamente i lunghi applausi di una entusiasta platea. Dopo un’ampia discussione… la riunione si sciolse ‘nel massimo buon ordine’. Al termine non mancarono festose bicchierate e pellegrinaggi di osteria in osteria. Quella manifestazione fu l’atto costitutivo della Camera del Lavoro di Alessandria”.[1]

Ne consegue che il 20 gennaio 2021, un mercoledì, la Camera del Lavoro di Alessandria taglia il traguardo dei 120 anni. Per una organizzazione di massa un compleanno quanto mai significativo ed importante, ma va, altresì, detto che, mentre celebra l’appuntamento, la struttura si appresta a continuare a svolgere le sue funzioni proiettata negli anni a venire. E sorge, quindi, spontanea la domanda a cosa sia dovuta questa longevità, quale ricetta le abbia permesso di attraversare abbondantemente il secolo di vita mentre, nello stesso periodo, altre formazioni, anch’esse molto partecipate e vissute, hanno visto esaurita la loro funzione in un arco più breve di anni.

Penso che la risposta a questo quesito sia piuttosto semplice e si trovi all’interno della stessa denominazione riguardando, per l’appunto, il lavoro e, come conseguenza, i protagonisti del lavoro: le lavoratrici e i lavoratori che dal lavoro dipendono. Quello stesso lavoro su cui, nel 1° articolo della Costituzione, si fonda la Repubblica democratica del nostro Paese. Il lavoro come elemento essenziale che permette alle persone una vita dignitosa, il lavoro come diritto per tutti gli uomini e le donne, come strumento di emancipazione. Ed è per raggiungere migliori condizioni del e nel lavoro, per avere un salario adeguato, un ambiente salubre, un orario che contempli il riposo e lo svago, per sostenere le rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori, volte a combattere lo sfruttamento e l’assenza di diritti, che sono sorte e si sono organizzate le prime leghe dei diversi mestieri, poi confluite nelle categoria delle Camere del Lavoro. Un soggetto collettivo capace di sostenere e dare forza alle ragioni dei singoli.

Naturalmente nel corso degli anni il lavoro, i lavori hanno visto una grande trasformazione che è tutt’ora in corso. Alcune delle Leghe presenti nei primi anni del secolo scorso hanno perso di peso (Calzolai, Fabbri, Fonditori, Librai, Falegnami, Sarti), altre si sono unificate (Metallurgici e Meccanici) e altre si sono formate (Scuola, Bancari, Amministrazioni del pubblico impiego). Ad un lungo periodo di prevalenza delle attività agricole ha fatto seguito, dopo il secondo dopoguerra, il forte sviluppo dell’industria e, dopo l’80, sono iniziati a prevalere i settori del terziario, commerciale e dei servizi. Oggi, in un contesto di forte disoccupazione giovanile e femminile, parte non piccola del lavoro è tornata a conoscere i contratti a termine, a tempo parziale, la precarietà, se non anche forme di lavoro irregolare. Ma in contesti tanto diversi ciò che non è mutato è il costante impegno

Camera del Lavoro (2)

Il Salone della Leva, dove si tenne, il 20 gennaio 1901, l’assemblea di fondazione della Camera del Lavoro di Alessandria

delle categorie e della struttura Camerale nel difendere le condizioni dei lavoratori e dare senso e valore al lavoro. Un’altra delle chiavi per spiegare la durata e la permanenza delle Camere del Lavoro si ritrova, poi, certamente nell’abnegazione e nell’impegno volontario di migliaia di Commissari, Rappresentanti sindacali e Delegati dei Consigli di fabbrica e di azienda che hanno rappresentato il tessuto connettivo dell’organizzazione. E le centinaia che, partendo dai più diversi luoghi di lavoro, hanno concorso al governo e alla direzione delle diverse categorie e dei fondamentali servizi rivolti ai disoccupati, come ai lavoratori dipendenti e ai pensionati.

In una occasione come questa di bilancio e soddisfazione per la condizione e il ruolo politico e sociale rappresentato dalla Camera del lavoro di Alessandria ritengo sia giusto ricordare, anche se brevemente, quei Segretari che hanno diretto la Camera del Lavoro dagli anni ’60 e che non sono più tra noi. Lo ritengo doveroso avendo avuto l’onere e l’onore di dirigere l’Organizzazione nel corso degli anni ’80, in un periodo complesso per la Cgil e la sua unità interna, che ha, però, potuto contare sulla lungimiranza e la saggezza di un grande Segretario: Luciano Lama.

Ricordo per primo Giuseppe Ravera che nel ’68 ha sostituito Giuseppe Vignolo e ha diretta la Camera del Lavoro negli anni ’70, un periodo importante che ha visto la crescita organizzativa e politica del sindacato e della Cgil. Di Ravera, che ho conosciuto e seguito quando ancora ero in fabbrica, ho apprezzato le capacità di mediazione e di intesa con Cisl e Uil per far progredire il cammino unitario. E, in tempi di forte ruolo delle categorie dell’industria, per aver portato avanti un’attenzione nei confronti delle politiche territoriali, della Valle Scrivia in particolare, e di comparti per le nostre realtà significativi come l’agroindustria. Ravera, nel dicembre ‘78 ha passato il testimone della direzione a Guglielmo Cavalli ed è stato eletto nella Segreteria regionale.

Per secondo Salvatore Del Rio. Dipendente della Montedison e Segretario responsabile dei chimici. Come responsabile dell’organizzazione nella Segreteria camerale si è impegnato nel dare stabilità alle sedi sindacali: nell’85 a quella di Novi Ligure e, negli anni seguenti, dotando la Camera del Lavoro provinciale dell’attuale importante e storico edificio. Ottenendo il concorso della Cgil nazionale e potendo contare sulla condivisione dell’allora sindaco, Giuseppe Mirabelli. Del Rio, al termine del Congresso del ‘91, è subentrato nella direzione della Cgil a Giorgio Bertolo.

Come terzo Antonio, Tonino Paparatto, il penultimo Segretario. Ho conosciuto e apprezzato Paparatto negli anni nei quali, a Torino, ho fatto parte della Segreteria Regionale. Da uomo dell’organizzazione ha accettato con spirito di servizio di venire ad Alessandria per sopperire ad una difficoltà nel ricambio dei gruppi dirigenti locali e, nonostante la malattia, è riuscito nel compito di costruire un nuovo gruppo dirigente. Infine Guglielmo Cavalli. Per me Guglielmo non è stato solo un collega, un compagno, ma un amico. Di Casale, impiegato nell’industria del freddo, ha fatto parte della Segreteria Fiom e ha diretto la Camera del lavoro della zona. A meta degli anni ’70 si è trasferito in Alessandria per costruire la zona Cgil della città e lavorare alla formazione del Consiglio di Zona Cgil-Cisl-Uil. Dopo la direzione della Camera del Lavoro, nell’83, a Torino, ha guidato, con Cesare Damiano, la Fiom regionale e, in seguito, con Luciano Marengo, la Camera del lavoro del capoluogo piemontese. Guglielmo non ha mai lavorato all’Eternit, come la madre, ma il male che ha riguardato molti lavoratori e cittadini di Casale ha colpito anche lui. Dopo la sua scomparsa a ricordare il suo impegno per l’unità sindacale sono venuti in Alessandria Bruno Manghi della Cisl di Torino, Amedeo Croce della Uil regionale e Claudio Sabattini della Cgil del Piemonte. Ma chi ha descritto meglio la sua personalità è stato Fausto Vigevani, della Cgil nazionale. “Cavalli” – ha affermato Vigevani – da sindacalista non ha mai permesso che una riunione terminasse come era iniziata. Poi, presa la decisione la sosteneva con grande impegno”.

Buon compleanno Camera del Lavoro!

Renzo Penna

Alessandria, 20 gennaio 2021

  1. Roberto Botta: “Le origini della Camera del Lavoro di Alessandria” – Edizioni dell’Orso, 1985

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