Ascoltando Springsteen

Recensione di
“BLINDED BY THE LIGHT” di Gurinder Chadha

Si può trovare speranza nella Musica?
E nella Musica, si può trovare speranza nelle canzoni di BRUCE SPRINGSTEEN?
La risposta a queste due domande è UNICA, cioè, che la Musica ci salva, ci salva sempre, indipendentemente dal cantante che si voglia ascoltare; come nel caso di “BLINDED BY THE LIGHT”, ispirato ad una storia vera, tratto dalle memorie “Greetings from Bury Park” del giornalista del The Guardian Sarfraz Manzoor e sulla sua sfrenata passione per Bruce Springsteen.

La regista di “Sognando Beckham” (anche lei grande fan del Boss) mette in scena con grande coraggio la vera storia (con alcune modifiche di finzione) di un timido ragazzo anglo-pakistano che
trova la speranza nei testi e nelle canzoni di Bruce Springsteen, ambientato nel 1987 a Luton in Inghilterra, in piena epoca thatcheriana.

Il ragazzo protagonista del film di nome Javed Khan ha grandi ambizioni personali: sogna di diventare uno scrittore (nel frattempo scrive poesie e getta basi per scrivere una sua canzone  originale per il suo migliore amico Matt che abita di fronte a lui, mentre ha da poco comiciato gli studi presso il College del paese) purtroppo con grande rifiuto da parte della famiglia,  soprattutto da parte del padre, che ha perso da poco il suo lavoro dopo quindici anni presso la Vauxhall Motors, che preferirebbe vedere suo figlio come un imprenditore immobiliare o un operaio di qualche fabbrica piuttosto che uno scrittore/giornalista di grande successo.

Quando un suo compagno del college di nome Roops (già un grande fan del Boss di Asbury Park, New Jersey) gli passa durante la pausa pranzo in sala mensa una musicassetta con le ‘Hits’ di Bruce Springsteen (di cui sulle prime il nostro protagonista non sa dell’esistenza del famoso ‘BOSS DI TUTTI NOI’), il film prende una svolta significativa attraverso una colonna sonora (ovviamente Springsteeniana) in cui lo spettatore si ritrova a dover vedere e senitire/risentire e soprattutto a vivere/rivivere la musica del Boss A TUTTO VOLUME, con i testi delle canzoni che scorrono sullo schermo in un opera audiovisiva che vuole sembrare quasi un ‘Musical’ ma per fortuna non lo fa’.

“The Promised Land” (ripetuta più e più volte in varie versioni attraverso la pellicola), “The River”, “Badlands”, “Cover Me”, “Thunder Road”, “Prove It All Night”, “Hungry Heart”, “Blinded by
the Light”, “Because The Night”, “Born To Run”, “Darkness On The Edge of Town” e l’inedita (fino a qualche anno fa) “I’ll Stand By You” precedentemente proposta e mai utilizzata per il primo
capitolo cinematografico della saga di Harry Potter “La Pietra Filosofale” (2001), fanno di “Blinded by the Light” un film unico indipendente nel genere musicale che porta dentro, quello di
Springsteen appunto.

Emblematica e molto significativa la scena in cui la famiglia anglo-pakistana di Javed, nel giorno del matrimonio della sorella, vengono fermati dalla polizia locale in prossimità di un corteo
fascista/razzista mentre il ragazzo è corso di nascosto a prendere i primi biglietti per un imminente concerto del Boss, sotto il lungo assolo sassofonista di Clarence Clemons sulle spettacolari
note di “Jungleland”, che Gurinder Chadha non ha paura a farci vedere per un film che s’impegna a tenere in equilibrio l’ottimismo corroborante da commedia con uno sfondo storico che
restituisce la complessità sociale e politica dell’Inghilterra degli anni Ottanta.

A conti fatti, “Blinded by the Light” è un buon film socialrealista che lancia un messaggio universale: la voglia di evadere da un mondo senza prospettive, (perfetto alla sua uscita nelle
sale cinematografiche per l’era di Trump e della Brexit), dove lo spettatore viene ‘ACCECATO DALLA LUCE’ (come il titolo del film) e travolto dalla musica in una meravigliosa storia di Sogni, Amore, Libertà e… Bruce!

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