C’è riformismo vero e c’è falso riformismo

Tagliente, veloce, da leggere con lieve inflessione genovese… Questo è il vero Fasce che conoscevamo e di cui avevamo nostalgia. Riprende con arguzia alcuni termini “stiracchiati” della politica, attaccando la spregiudicatezza di alcuni politici. Tutto da leggere. Sullo sfondo Genova e le ultime battute di campagna elettorale…(n.d.r.)

Facile definire Italia Viva di Renzi: forza neoliberista senza se e senza ma. A mio avviso incompatibile con la coalizione di centrosinistra e il suo programma elettorale ecologista e solidale.

Difficile inquadrare il camaleontico Calenda, ma ci voglio provare.   Carlo Calenda (Roma, 9 aprile 1973) è un politico e dirigente d’azienda italiano, europarlamentare e segretario di Azione.È stato viceministro dello sviluppo economico nei governi Letta e Renzi, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea nel 2016 e in seguito  Ministro dello sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni.

L’arrampicatura di Calenda prosegue per alte vette: “Il 20 gennaio 2016 viene nominato dal governo Renzi come  Rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea, incarico che ha assunto il 21 marzo.

Questa scelta inconsueta di nominare un politico in una posizione  normalmente riservata ai diplomatici di carriera ha sollevato proteste da parte dei membri del corpo diplomatico italiano.

Il 26 maggio 2019, alle elezioni europee, viene eletto europarlamentare con 275.161 preferenze nella circoscrizione nord-orientale nella lista PD – Siamo Europei,  arrivando primo fra i candidati della lista per numero di preferenze

nella suddetta circoscrizione e risultando il candidato del Partito Democratico più votato in Italia.

Ora può fare da solo e fonda Azione.Il 21 novembre seguente lancia ufficialmente Azione, la sua nuova  formazione politica di centro-sinistra, progressista e riformista,  insieme al senatore Matteo Richetti e a un comitato promotore. I riferimenti ideali del nuovo partito sono nelle tesi di Carlo Rosselli sul socialismo liberale, da cui il nome richiamante il Partito d’Azione, nel liberalismo sociale di Piero Gobetti e nel popolarismo di Don Luigi Sturzo.

Ecco che con insalata di parole Calenda appronta il suo schizofrenico “manifesto”,  che però è un insulto a tutti i suddetti  filoni storici a cui fa riferimento.

Dai fratelli Carlo e Nello Rosselli martiri del fascismo, l’azionista prima e socialista  dopo  Riccardi Lombardi, (quello delle riforme costituzionali di struttura)  Piero Gobetti anch’esso morto per le violenze subite dai fascisti e rimescolamenti vari con il cattolico Sturzo. Mi va bene che ha lasciato fuori dal suo abnorme dipinto alla Picasso  i miei due indicatori di senso: Guido Calogero e Aldo Capitini firmatari nel 1941 del manifesto liberalsocialista.

La  nuova forza politica di Calenda,  di centro-sinistra, progressista e riformista, un elenco di distorsioni di senso e significato incompatibili con il suo percorso.

Il profilo di Calenda, come è possibile verificare dall’inizio del suo percorso,  è  e resta neoliberista, finanzcapitalista come direbbe Gallino, incompatibile con tutte le filosofie politiche che si attribuisce, nonchè pure anticostituzionale.

Tutto il contorno è un camuffamento, fumo negli occhi della gente… buttato da imbelle imbonitore. Più semplice definire il profilo di Emma Bonino radicale storica, sempre al seguito di Pannella oggi leader di +Europa.

Poche succinte parole, dalla scissione del 1955 di Pannella dal Partito Liberale, il Partito Radicale aveva perorato le cause dei diritti civili condividendo con la sinistra  le politiche sociali e del lavoro, però dopo il 1989 con il crollo URSS  Pannella   ha ricomposto il pensiero libertario con quello neoliberista in campo economico oramai egemone. Emma Bonino con +Europa è l’attuale coerente interprete del pensiero neoliberista, ma persegue anche la difesa della laicità e dei diritti civili. Attualmente la posizione neoliberista in campo economico di Bonino è persino ostentata, all’opposto  di quella occultata di Calenda.

Ora qualche notazione sul riformismo.Il riformismo nasce nell’alveo del pensiero socialista ottocentesco in Germania in contrapposizione al socialismo massimalista rivoluzionario.

Per il riformismo, pur saldamente collocato nel pensiero socialista, in Germania sceglie la via liberaldemocratica parlamentare per conquistare il potere politico.

La Repubblica di Weimar (1918 e il 1933) ne è  l’esempio storico. Dopo la morte di Engels in Germania nel 1895, Bernstein ( (Berlino, 6 gennaio 1850 – Berlino, 18 dicembre 1932)) sviluppò una propria teoria revisionista per la realizzazione del regime socialista, fondata su un approccio graduale e riformista, piuttosto che rivoluzionario.

In italia lo storico esponente del gradualismo-riformismo socialista è stato Filippo Turati ((Canzo, 26 novembre 1857 – Parigi, 29 marzo 1932) . Quindi, secondo lo storico  Tamburrano (San Giovanni Rotondo, 10 agosto 1929 – Roma, 21 giugno 2017) “il riformismo o è socialista o non è”.

Il riformismo socialista nel primo Novecento si è scontrato duramente con i socialisti massimalisti rivoluzionari e con gli stessi  comunisti, Nel 1948 il pensiero riformista,   con concertazione di Comunisti, Democratico Cristiani, Liberali, Repubblicani, Socialdemocratici  e socialisti, ha plasmato la Costituzione italiana (Principi Fondamentali, diritti politici, civili, sociali, lavoro e modello di economia mista con funzione sociale a cui l’otto febbraio 2022 si è aggiunto il Diritto dell’Ambiente).

Riformismo costituzionale che con politiche parlamentari e di governo per i 30 anni gloriosi che vanno dagli anni ‘60 agli anni ‘80 ha fatto crescere l’Italia e diminuito fortemente le disuguaglianze.  Altra la storia economico-sociale e politica con l’egemonia neoliberista  in  Italia dopo il 1989. Pertanto non si può definire il neoliberismo svoltariformista.  Si può solo  definire il neoliberismo contro-riformismo costituzionale. Le forze politiche pseudo”centriste” e “riformiste”  a cui si è accennato sulla stampa, qui a Genova  coerenza vorrebbe che si collocassero nel centro destra di Bucci.  Per Azione, Calenda si è già palesato e sostiene pubblicamente Bucci. Mentre resta il dubbio amletico per  +Europa della Bonino….. nella scelta di campo prevarrà l’anima libertaria o quella neoliberista ?

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