“Cerchiamo l’assoluto, ma ci aspettano soltanto le cose”. Novalis

Nella notte tra il 25 e il 26 marzo del 1801, con il riacutizzarsi della tubercolosi da tempo latente, muore Novalis.

Friedrich von Hardenberg, conosciuto con lo pseudonimo di Novalis ( dal latino “terra nuova ” ), è forse uno dei più grandi sognatori tra i poeti romantici.

La sua vita terrena fu davvero un’esperienza dolorosamente visionaria, forse anche un’illusione, un sogno ad occhi aperti e, come nella tradizione dei giovani romantici, una contemplazione mistica del mondo.
Nato nel 1772 a Schloss Oberwiederstedt, secondo degli undici figli di una famiglia rigidamente pietistica ( di tradizione pietista come quella di Hermann Hesse e da Hesse è infatti molto amato), Novalis riceve la sua primaria educazione da precettori, segue poi il ginnasio luterano di Einsleben e il consolidamento universitario alla facoltà di Giurisprudenza di Jena, la città che vede la nascita e la crescita del movimento conosciuto in Europa con il nome di Romanticismo, o sconquasso dei sensi.

Fu proprio a Jena che Novalis conobbe e strinse amicizia con le personalità più in voga dell’epoca: Schiller, Fichte e i fratelli Schlegel.
In Novalis la poesia e la filosofia sono in sostanza la stessa cosa ( la Vita stessa ? ) e l’una non può esistere senza l’altra. Le due opere più famose, gli Inni alla notte e il romanzo Heinrich von Ofterdingen costituiscono il nucleo della sua esperienza di uomo e di poeta, oltre che uno scorcio veritiero e genuino nella culla del Romanticismo.
Il punto di svolta nella sua vita da adulto fu il grande amore per la tredicenne, Sophie von Kühn che morì per malattia nel 1794. Fu proprio l’improvvisa morte di Sophie ad avvicinarlo definitivamente alla vita meditativa : “la poesia sana le ferite inferte dall’intelletto. Essa è appunto formata da elementi contrastanti – da una verità sublime e da un piacevole inganno”, una meditazione continua fra essere e morire che porta ogni poeta sognatore  ( ognuno di noi )  a chiedersi se ama davvero o se sogna davvero:

…     una notte di nozze per sempre. 

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