Cittadella, il mito dell’imprendibile

Ma che bello trascurare ciò che c’è per andare a cercare quel che non esiste! Tra i vari progetti che non saranno mai realizzati, ma perseguono l’unico scopo di stupire e far discutere a vuoto, c’è anche quello di ricostruire l’isola Galateri. Per chi non lo sapesse, l’isola Galateri, il cui corretto nome è “Opera Golalort”, era una fortificazione avanzata posta al centro del Tanaro, a valle del ponte della Cittadella. L’Opera Golalort fu portata via da una piena il secolo scorso ed ora non rimangono che sabbie affioranti coperte di salici. Anziché preoccuparsi di ricostruire l’inesistente non sarebbe meglio cercare di salvare ciò che ancora resta della nostra storia passata? La Cittadella di Alessandria è la più importante fortificazione europea, e forse mondiale, di scuola settecentesca ancora conservata, ampiamente citata con gran stima su tutti i libri di architettura militare sia per l’ammirevole progetto che per la dimensione.

Ciò smentisce un luogo comune secondo cui ad Alessandria non c’è nulla di bello e di interessante in grado di costituire attrazione a livello nazionale. Rispetto alla Cittadella ci stiamo comportando esattamente come gli Egiziani dell’inizio del secolo scorso, che pascolavano i cammelli tra le piramidi senza averne capito l’importanza ed il valore. Come è noto, per edificare la Cittadella, voluta da Vittorio Amedeo II nel 1728, fu abbattuta la parte della città chiamata Bergoglio sulla sponda sinistra del Tanaro.

Lo scopo era duplice: erigere un baluardo ai confini dello Stato e disperdere la popolazione di Bergoglio, in perenne stato insurrezionale perché ostile ai Savoia. A progettarla fu Ignazio Roveda conte di Exilles, meglio conosciuto come Bertola per motivi di adozione. La cinta fortificata bastionata con ampio fossato allagabile è a esagono regolare stellato con “tenaglie”davanti alle “cortine”, “rivellini” a denti di lunetta, ampie “controguardie” e numerosi ricoveri ed edifici interni.

La piazzaforte fu in seguito ristrutturata dallo Chasseloup, il più famoso ingegnere francese di epoca napoleonica. Sorsero così nuove linee esterne avanzate come l’Opera di Valenza, esplosa per sabotaggio durante la guerra 1915-18, l’Opera Golalort sul fiume ed altre “frecce”avanzate oggi perdute. Nuove fortificazioni furono costruite dai Piemontesi durante ininterrotti lavori durati fino al 1860.

La sua fama di imprendibilità non fu mai bellicamente accertata. Come narra la storia minore, l’unico assedio messo in atto fu quello degli architetti che, con raccomandazioni e petizioni, cercarono di acquisire lavori,ricolmando di lettere e documenti i reali archivi.

Dopo l’unità d’Italia fu trasformata in deposito di importanza sempre più marginale. Oggi è presidiata da alcune decine di soldati con l’unico scopo di non lasciarla trasformare in ricettacolo di zingari e randagi. Il motivo per cui la Cittadella non è stata ceduta alla città di Alessandria è uno solo: non è mai stata richiesta. Sulla causa di tanta incomprensibile dimenticanza circolano contrastanti teorie.

La più diffusa in alto loco ritiene la cessione non gradita agli speculatori sulle aree. La Cittadella, per la sua gigantesca dimensione, nonché per le vaste costruzioni a più piani facilmente utilizzabili per qualsiasi genere di attività, avrebbe spinto al ribasso il prezzo delle aree e degli edifici da vendersi per uso pubblico.

Si è pertanto finto che non esistesse, parlandone il meno possibile. Per correttezza dobbiamo riconoscere che non abbiamo potuto controllare la fondatezza di questa teoria. Una sola cosa è certa: il silenzio è stato così totale che, tra i più giovani, alcuni ignorano persino l’esistenza della Cittadella o la ritengono una vecchia caserma in disuso. Non consideriamo veritiera una seconda teorizzazione che attribuisce la mancata richiesta della Cittadella al fatto che i militari non l ‘avrebbero mai ceduta, dunque se non la concedevano era inutile chiederla.

All’opposto, come ci insegna la nostra recente storia cittadina, nei rapporti con i militari è sempre valso il precetto evangelico: “Chiedete e vi sarà dato”. Magari ci mettono dieci anni prima di decidere, ma alla fine ogni pratica è sempre andata in porto. Quanto meno ad Alessandria che, negli ultimi quarant’anni, ha ricevuto in uso più terreno militare di qualsiasi altra città italiana. Poiché l’acquisizione della Cittadella può modificare in meglio l’economia locale, rinvigorendo le attività turistiche, commerciali e culturali, occorrerebbe spiegarne le grandi possibilità ai cittadini.

Guido Manzone (*Aydin)

LA STAMPA 14-05-1989

Ringraziamo Renza Manzone per l’opera preziosa che sta facendo… E’ un po’ come se Guido fosse ancora con noi…

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