Condizioni inumane nell’Area COVID del Pronto Soccorso

L’aumento dei casi di Covid nella nostra provincia causa una situazione estremamente critica che non è a mio avviso adeguatamente segnalata dalle autorità sanitarie. Apprendo dall’intervista al primario del reparto “malattie infettive” dott.Guido Chichino che i posti disponibili all’ospedale di Alessandria per i contagiati da Covid sono 20 sui 24 disponibili essendo per lo meno quattro occupati da pazienti affetti da altre malattie infettive. Questa inadeguata disponibilità in reparto costringe a degenze inaccettabilmente lunghe in zona Covid del Pronto Soccorso in condizioni “inumane” che ho personalmente sperimentato. Ricoverato nell’area Covid del Pronto Soccorso ho dovuto attendere 36 ore prima di essere trasferito in reparto al liberarsi di un posto. Ho trascorso queste 36 ore senza poter mangiare né dormire. Il pronto soccorso infatti non è organizzato per servire i pasti ed i parenti giustamente non possono entrare per portare cibi. Inoltre il letto non è un vero letto ma una barella da Pronto Soccorso , quindi molto rigida per facilitare rianimazione cardiopolmonare ed altre manovre d’urgenza ma assolutamente inadeguata per dormirci. Medici ed infermieri sono bravissimi, gentili, salvo rare ed inevitabili eccezioni, ma per il numero limitato (a detta di dirigenti dell’ospedale occorrerebbe un raddoppio del personale sanitario) sono costretti a turni massacranti senza un attimo di riposo. Per tale motivo non possono essere  previsti medici e infermieri dedicati esclusivamente all’area Covid che peraltro comunica direttamente con il salone del pronto soccorso. Pazienti “fragili” come è stato il mio caso devono rimanere in preda alla febbre ed a dolori vari per ore ed ore senza mangiare e poter riposare (repetita iuvant). Mi chiedo, visto il numero sorprendentemente esiguo dei posti letto in reparto, perché non viene organizzato un reparto che chiamerei di “stazionamento” con servizi adeguati in attesa che uno dei pochi posti in reparto si liberi? Due anni di Covid non hanno insegnato nulla ai managers della sanità? Continuano a ritenere che l’obiettivo prioritario sia far quadrare i conti e non la salute dei cittadini?

                                                            

Claudio Lombardi

 (Assessore Comune di Alessandria 2012-2017)

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