Considerazioni sui fatti di maggio di Lucio Magri

Considerazioni sui fatti di maggio

Lucio Magri

Manifestolibri

2018 (prima ed. De Donato, ottobre 1968) Prefazione di Filippo Maone

Pag. 176 euro 16

Recensione di Valerio Calzolaio

Parigi, Francia, mondo. Maggio 1968. Soprattutto nel 2018 molti stanno riflettondo sul significato del ’68, quando accadde alcuni partirono e si rimisero subito in discussione. All’inizio di maggio la deputata comunista Rossana Rossanda (Pola, 1924) e il funzionario Pci Lucio Magri (Ferrara, 1932 – Bellinzona, 2011) decisero di andare a vedere di persona il movimento nelle città francesi, coinvolgendo l’amico “libraio” precario Filippo Maone (Napoli, 1939). Erano tre “ingraiani”, pur con autonoma esperienza e identità politica (fra l’altro in linea di principio nel Pci le correnti non esistevano). Ingrao era uscito sconfitto all’XI° Congresso del 1966, molti di quelli che avevano condiviso i suoi indirizzi culturali stavano covando idee e progetti comuni. Nessuno dei tre possedeva un’auto, l’editore barese Diego De Donato mise a disposizione una scattante pulita (solo all’inizio) Giulia Alfa Romeo. A Parigi si separarono per l’alloggio, Rossanda dal suo compagno Karol (Lodz, 1924 – Parigi 2014), giornalista di “Le Nouvel Observateur”, Maone dai coniugi Singer nel Quartiere Latino, anche loro di origine polacca, economisti. Magri prima si arrangiò, poi si organizzò con Maone in una casa vicino Gare Montparnasse prestata da un deputato Pcf. Per quasi venti giorni girarono da un quartiere all’altro, senza sosta. Seguirono le numerose occupazioni in corso, di scuole e cinema, del teatro Odéon e di altri spazi pubblici. Visitarono la fabbrica della Renault a Boulogne-Billancourt. Discussero fra loro e con tanti altri, ascoltarono e lessero, studiarono giornali libri muri cortei, facendosi domande e arrovellandosi su mille cose possibili da fare, lì e in Italia. Tornarono. In macchina presero miglior forma i libri dei “fratelli maggiori”, quello che Rossanda stava già scrivendo (sulle lotte degli universitari italiani) e quello ora riedito con le “considerazioni” di Magri, e un progetto di una nuova rivista, con un nome e cognome oggi ancora in edicola, “Il manifesto” (dal giugno 1969).

Lucio Magri, intellettuale del Pci, fu uno dei fondatori del progetto del Manifesto; successivamente venne eletto deputato e segretario di un piccolo partito della sinistra italiana, il Pdup dal 1976 al 1984; ancora nel gruppo dirigente e in parlamento con il Pci, poi con Rifondazione; sempre spirito critico e libero, comunista e unitario, bello e carismatico. Il suo pensiero politico (i soggetti che diresse, gli interventi che svolse alla Camera, i libri che scrisse) è ancor oggi oggetto di ricerca e di studio, non solo in Italia e anche fra generazioni più giovani. Cinquanta anni fa capì subito che doveva contribuire a una lettura della dinamica degli avvenimenti attraversati in quel 1968 e del loro significato profondo, “eccezionale” e forse rivoluzionario. Assistere in diretta alla cronaca per ragionarsi su, subito e in prospettiva, queste sono le sue “considerazioni sui fatti di maggio”. Così conclude l’introduzione: “… gli sconvolgimenti … impongono a ciascuno di riconsiderare le proprie posizioni e di attirare l’attenzione su ciò che in concreto va corretto. La forma di dogmatismo oggi più diffusa è quella che usa una grande apertura metodologica e squillanti riconoscimenti della novità della situazione solo per conservare l’essenziale delle proprie idee o delle proprie abitudini, e dire agli altri come e perché sia ormai chiaro che hanno sbagliato. È il dogmatismo più corruttore; che per di più si possono permettere solo coloro che sempre hanno agito con sufficiente empirismo e scetticismo da poter rinunciare a molte cose. Forse anche a tutte, meno una: il potere, il proprio sicuro, particolare, rassicurante potere su alcuni uomini e su alcune cose”. Di quel nostro potere (di sopraffazione “diseguale”) negli ecosistemi e nelle relazioni spesso non sappiamo fare a meno ancor oggi. Da leggere, per chi c’era e per chi è venuto dopo.

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