Direzione ostinata e contraria

Coltivando tranquilla
l’orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un’anestesia
come un’abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria.

Fabrizio De André, Smisurata preghiera, 1996

«Abbiamo effettuato un’analisi costi-benefici – sostiene in una nota il Presidente del Consiglio – e abbiamo dialogato con il territorio. Ad oggi non è più possibile intervenire sulla realizzazione di questo progetto, che è stato pianificato dai governi precedenti con vincoli contrattuali già in essere». In altre parole, il Trans Adriatic Pipeline (Tap) si deve fare.  Non è certo facile far digerire ai propri elettori il fatto di essere contrari a un’opera (lo stesso dicasi per la TAV e per il Terzo Valico) nel corso dell’interminabile campagna elettorale permanente quando poi si passa all’assunzione di responsabilità imposte dalle scelte di governo.

Questa notizia, assieme alle numerose idiozie alle quali siamo ormai abituati (leggi “abbiamo dalla nostra parte 60 milioni di italiani” e quella recentissima del sottosegretario ai trasporti Armando Siri per il quale “non possiamo pensare che certe agenzie di rating trattino l’Italia (…) peggio del Botswana”), mi hanno riportato alla mente la “direzione ostinata e contraria” con la quale il governo giallo/verde sta cercando, surrettiziamente, di portare l’Italia fuori dall’Unione Europea, stante il fatto che, allo stato attuale della normativa prevista dai Trattati, per uscire dall’euro occorrerebbe uscire dall’Unione Europea: una scelta scellerata e piena di insidie, come la Gran Bretagna sta sperimentando, che farebbe dell’Italia, in virtù della sua peculiare collocazione geografica, il primo dei paesi africani.

Leggo su Wikipedia quanto lo stesso De André, a proposito dell’invocazione contenuta nel testo della canzone Smisurata preghiera dalla quale è tratto il verso riportato nell’epigramma, avrebbe affermato durante un concerto: «Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi… dire “Siamo 600 milioni, un miliardo e 200 milioni…” e, approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di poter essere in grado, di avere il diritto, soprattutto, di vessare, di umiliare le minoranze». Ora è vero che dopo l’esito delle elezioni del 4 marzo scorso l’opposizione parlamentare si è involuta (per scelta del suo leader) in una situazione che definirei “catatonica”, ma è altrettanto vero che i partiti che hanno dato vita al governo (la maggioranza parlamentare) hanno raccolto assieme il 35% del consenso degli aventi diritto al voto contro il 65% della “minoranza degli aventi diritto al voto”. Ne segue che con i suoi ‘annunci’ (vogliamo fare questo, vogliamo fare quest’altro) una “maggioranza” sta vessando e umiliando la “minoranza”, proprio come nell’invocazione della Smisurata preghiera di De André. Con ciò, rischiando, per la sua palese incapacità ed incompetenza, di portare l’Italia all’isolamento in Europa, con il risultato di indebolire quest’ultima secondo gli auspici delle democrazie illiberali (leggi Russia di Putin) e populistiche (leggi Stati Uniti di Trump).

Sentendomi parte di quel 65% della “minoranza” esclusa dalla “maggioranza di governo”, auspico pertanto che quanto prima, in un sussulto di democrazia, molti si «accorgano di tutti i torti che hanno subito le minoranze da parte delle maggioranze», pur consapevole che, come ha ben spiegato lo stesso De André, «La preghiera, l’invocazione, si chiama “smisurata” proprio perché fuori misura e quindi probabilmente non sarà ascoltata da nessuno, ma noi ci proviamo lo stesso».

Alessandria, 27 ottobre 2018

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