“Donna Fotografia”: Giuliana Traverso e le sue “allieve” all’undicesima Settimana di Rivanazzano Terme

Sabato, al Teatro Comunale di Rivanazzano, l’inaugurazione della “Settimana della Fotografia” è stata con pieno merito gratificata da un assai significativo concorso di pubblico. La manifestazione, giunta all’undicesimo anno, ha festeggiato insieme i quarantacinque di vitalità del locale Circolo Fotoamatori che la organizza e i settanta della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche patrocinante. E lo ha fatto presentando anche stavolta motivazione tematica e novero di autrici di indiscusso prestigio e nitida resa visiva.

Dire di Giuliana Traverso, tornata “a la Riva”, come diciamo noi oltrepadani, dopo cinque anni, suona francamente superfluo: un monumento vivente -e operante- della fotografia internazionale dalla seconda metà del secolo scorso al futuro del nuovo millennio. Come hanno dimostrato la sua insieme vivacissima e volutamente sommessa partecipazione verbale agli interventi inaugurali, la straordinaria rassegna delle sue opere e la presentazione dell’ultimo libro.
«Adesso che ho scritto un libro parlando di me» ha detto ad Adriana M. Soldini che la intervistava «ho scoperto che sono nata fotografa perché, fin da bambina, volevo trovare sempre il vero motivo per cui accadeva una cosa. Sia che fosse importante o anche no. Il fotografo deve essere uno che ha sempre le connessioni vigili. Io ho imparato da allora a tenerle tali».
Io sono qui (prefazione di Claudio Argentiero, introduzione di Giovanna Calvenzi) arricchito da una stupenda foto che ritrae la medesima in copertina, offre anche un’ottantina di foto, spazianti dalle origini della sua attività agli anni più recenti, che lo renderebbero desiderabile anche se non ci fosse scritta una sola parola. E’ una sorta di libera e spontanea autobiografia, volutamente costruita a forza di giustapposizioni non preconfezionate né strutturate, ma che trova proprio in questa voluta (quanto apparente…) casualità il filo di ferro che lo anima e congiunge. Pagine sull’infanzia e la famiglia, il rapporto col consorte (il grande fotografo-gallerista-suscitatore Lanfranco Colombo, purtroppo scomparso nel 2015), la figlia Lia, gli incontri con le persone e le situazioni, le esperienze professionali e i viaggi reiterati in paesi anche molto remoti, le amicizie e l’avventura didattico-umana sterminata di “Donna Fotografa”, quel nesso imprenscindibile con la propria città che è proprio dei genovesi (e forse, simmetricamente, dei triestini…), i contatti coi colleghi e l’ambiente giornalistico, gli imprevisti, i coinvolgimenti e le esperienze ulteriori degli anni più vicini a noi. Una lettura da cui non si riesce a staccarsi facilmente. Con una virtù attrattiva che avevamo già imparato ad apprezzare nell’immediatamente precedente libro-intervista condotto dalla sapiente poetessa nostra concittadina Vivetta Valacca (Donna Fotografa. Giuliana Traverso conversa con…, Punto Marte ed., Soligo 2013).
E il lavoro della grande artista è presente, in forma diretta o indiretta, in tutte le sedi della rassegna: all’interno dello stesso Teatro-punto di partenza, con una formidabile serie antologica “Il diametro del mito”, i cui cromatismi dialogano autorevolmente con miti, riti e modalità della società di massa, in una chiave che fronteggia la pop art insieme citandola e superandola (il pensiero non può non correre alle corrispondenti parabole dei décollages di Rotella, Vostell e Hains). Nella magnifica sede di “Art Art” di Franco Riccardi, con “Polaroid ad arte”, uno dei punti di forza dell’intera rassegna: «Dalle fotografie e dai colori surreali della Traverso, lo scomparso artista genovese Attilio Mangini fa trasparire il suo immaginario urbano, popolato da personaggi trasognati, in un mondo di circhi fiabeschi e solitudine esistenziale». E alla Biblioteca “Migliora”: una superba serie di ritratti in smagliante bianco&nero dal “Gesto discreto”, che a suo tempo furono assai ben commentati criticamente proprio dall’”allieva” per antonomasia della sua scuola, Orietta Bay, a questa rassegna presente anche in proprio, con le colleghe di esperienza didattica e poi applicativa Giovanna Grasso De Franchi ed Ernestina Russo.
Già, perché l’intuizione forse più geniale, nella sua sconfinata generosità e lungimiranza, della Traverso è stata appunto la “sua” scuola: il corso di fotografia “Donna Fotografa”, a sua volta celebrante la ricorrenza del cinquantenario (2018, anno di celebrazioni: sta avviandosi verso la conclusione anche la Prima Guerra Mondiale, un mese ormai a ricordare Vittorio Veneto…).
Rivelatore, a riprova, appunto il percorso denotato da tre delle sue ex-, peraltro ormai a loro volta affermate, “allieve”, accolte in mostra con “la Maestra” (come deliziosamente hanno continuato a chiamarla in pubblico e in privato durante l’inaugurazione itinerante). Orietta Bay presenta alle Terme «La mia Genova», suggestiva e profonda serie di prese di vista su angoli “nascosti” di un capoluogo ligure che nessuno riesce a vedere mai, perché solo un occhio attento e amorevole di
una nativa poteva vittoriosamente isolarli. Ernestina Russo, al Ristorante Selvatico, esibisce la variopinta e assai padroneggiata tavolozza di «Quando i colori ballano».
Giovanna Grasso De Franchi, all’antica stazione della Voghera-Varzi a Salice, a sua volta con «Monologo e dialogo», introspettiva raccolta di suggestioni visive sull’essere umano.
Ma ha tutt’altro che sfigurato la selezione, a sua volta coerente al tema e “femminile” quanto a firme, messa in campo dallo stesso Circolo organizzatore: la presidente Laura Disperati, Ilaria Garlaschelli, Beatrice Le Caldare, Emilia Mittica, Lorenza Monfasani, Marta Montagna, Franca Patrignani, Erika Prete e Barbara Sala dimostrano tutte come, quando si riesce ad attingere un determinato livello, il confine tra professionisti e no divenga assai sfumato.
E sarebbe incompleto questo rendiconto senza rammentare l’attivismo infaticabile e fruttuoso anche in questa occasione profuso dal fondatore Giuseppe Montagna, sacrosantamente premiato in chiusura di giornata dal suo stesso Circolo. Unitamente, in funzione benaugurante, al nuovo delegato FIAF per la provincia di Pavia, il mortarese Mario Casali, che ha portato il saluto federale.
I visitatori della vernice e quelli futuri che potranno fare loro seguito fino a domenica prossima, apprezzeranno quindi ancora una volta anche la sapiente disposizione distributiva nelle sedi, che innerva di dinamismo e capacità di fare rete di un paese culturalmente assai provveduto, con l’opportuno riferimento estensivo, arricchente, alla “stazionetta” di Salice.
La “settimana” verrà ulteriormente arricchita e idealmente completata domani sera venerdì, presso il Ristorante “Selvatico” alle 21, con un ormai famoso documentario, incredibilmente “in linea” con le scelte di argomento della manifestazione.

Circolo Fotoamatori Rivazzanese
SETTIMANA DELLA FOTOGRAFIA
Rivanazzano Terme, 15-23 settembre 2018
Teatro Comunale, Biblioteca Civica “Paolo Migliora”, Galleria “Art Art”, Ristorante “Il Selvatico”, Terme di Rivanazzano, Stazione di Salice Terme
Mercoledì, giovedì e venerdì 15.30-18.30; sabato e domenica 10.30-12.30 e 15.30-18.30
Giuliana Traverso, Io sono qui, Archivio Fotografico Italiano [“Le Biografie”, 1], 2018 s.i.p.

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