Fine estate e autunno…piuttosto caldi.

Dunque, siam  giunti a settembre e, dopo un agosto infuocato in tutti i sensi (quindi anche in quelli più strettamente politici), siamo ai mesi cruciali, quelli delle svolte… delle scelte importanti. E qui cominciano a fioccare le reprimende. La prima, durissima, è del dott. Cottarelli (Presidente del Consiglio mancato per un soffio, oltre che economista di chiara fama) che richiama il Governo Lega-CinqueStelle alla durezza dei numeri. L’eventuale riforma della legge Fornero andrà a costare tra i sei e i quattordici miliardi di euro, la “flat-tax” si dimostrerà un boomerang pesantissimo per “persone fisiche” e imprese, il “reddito di cittadinanza”, di qualsiasi tipo sia, non è sostenibile a fronte del solito deficit mastodontico e delle nuove pressioni emergenziali. Il riferimento del “Cotta” va ai provvedimenti tampone per alluvioni, frane, siccità, revisioni/rifacimenti di strutture pubbliche – specie ponti, ospedali e scuole – che stanno dando più di una preoccupazione….Poi c’è l’”appello Cacciari” con il cattedratico già Sindaco di Venezia intendo a togliersi un po’ di sassolini. Un documento, quello del prof. Cacciari, che ha l’ambizione di “risvegliare gli assenti”, costringendo il Pd a dire cosa intende fare, oltre – testuale – “ ad una sporadica opposizione parlamentare”. Chiede una netta inversione di tendenza  , “perchè se non c’è discontinuità”, afferma. “se ci ripresenta con le stesse facce che hanno provocato il disastro, non c’è sbocco”. Durissimo. Si lancia anche in qualche acrobazia sui possibili “nuovi” e ci ricorda che “c’è Cuperlo che ha già risposto con un articolo all’appello, c’è Orlando, c’è il governatore del Lazio Zingaretti. E poi ci sono da recuperare Tito Boeri, Fabrizio Barca, Lucrezia Reichlin. L’importante è che ci sia una drastica rottura con il renzismo e tutto il resto”.  Per ora l’ala renziana tace e non si scopre, se non per far sapere che non ci sarà la candidatura a segretario del PD proprio di Matteo Renzi. La reprimenda più dura, però, ci viene dai “fatti di Tripoli”. Con un Ministro degli Esteri russo lapidario con una “intrusione” (dirà qualcuno), con una “analisi” per qualcun altro.  Almeno da quanto riportato in  alcuni passaggi riportati, parola per parola, dall’agenzia Tass di ieri:  “La crisi migratoria in atto in Europa deriva dalle politiche sconsiderate di alcuni Stati che continuano a intervenire negli affari interni del Medio Oriente e di molti Stati africani”. Così si era d’altra già espresso lo stesso Serghei Lavrov durante i colloqui con il segretario generale del Consiglio d’Europa Thorbjorn Jagland a Mosca martedì 28 agosto.In quell’occasione ha toccato uno dei temi più sensibli dell’intera questione … e cioè che occorre distinguere tra rifugiati di guerra e migranti economici. “Questo è un problema complesso e l’Europa non ha ancora escogitato un modo per gestire queste due diverse categorie“. Il focolaio di guerra che si è ufficialmente aperto – dopo una lunghissima fase di latenza – in Libia, ne è il miglior esempio. Il “Sole 24 Ore” di oggi 2 settembre segnala che “a farne soprattutto le spese sarà la nostra ENI” e che un “governo responsabile” si sarebbe già dovuto attivare per trovare la migliore soluzione possibile. Già….ma quale? Il “Sole” ci fa capire che è meglio non muovere troppo le carte, che l’equilibrio tra interessi francesi, inglesi e italiani in Libia è il risultato di almeno quarant’anni di colloqui e che è meglio starsene alla larga… specie con  coinvolgimento diretto. Ma proprio su questo delicato argomento vogliamo concludere con un’ultima “reprimenda”, quasi una sciabolata.  Il riferimento va all’opera che sta tentando la Presidente “Alto Rappresentante” dell’Unione Europea Federica Mogherini, con un tentativo di  “appeasement” non fine a se stesso. Cerca, infatti,  di affrontare i problemi uno alla volta, senza furbizie e accelerazioni. Le battute riportate da Agenpress (1) non lasciano dubbi: “Il caos libico può essere risolto soltanto con un massiccio intervento da parte dell’Europa, su questo non vi è alcun dubbio”. Facendo presente, inoltre, che alla questione bisognerebbe dedicare una seduta intera del Parlamento europeo. In gioco, infatti, ci sono gli interessi di tutta l’Europa, non soltanto quelli dell’Italia. E di questo la nostra Mogherini si è fatta subito interprete: “le conseguenze dirette della crisi libica potrebbero infatti abbattersi sulle sue frontiere meridionali, sull’Italia e sui Paesi del Mediterraneo, proprio come accadde nel 2011 dopo lo sconsiderato intervento francese in Libia”.   E non si può darle torto: più di quattromila soldati francesi di varie specialità sono localizzati in Libia, specie a est e a sud, e le dichiarazioni ultime dello stesso Macron, di netto sostegno alla posizione del generale Haftar, contrarissimo ad elezioni già concordate e, soprattutto, d’accordo per una immediata instaurazione di una repubblica presidenziale più simile ad un regime che ad uno Stato democratico, lo stanno a confermare. … Ma forse è proprio questo che si vuole, che suggerisce il “Sole” tra le righe e che, al di là delle roboanti dichiarazioni, andrebbe benissimo anche all’  “amico” Lavrov.  A passare per fessi saremmo noi italiani, costretti – poi – a contrattare le briciole o poco più per infrastrutture, diritti di raffinazione, prelievi di greggio / gas e indotto.     Se fosse così  … la reprimenda si tramuterebbe in un sonoro schiaffo. Il primo vero insuccesso di questo “Governo”.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*