Giorgio Guala. Misura e azione

 

Lo scarno resoconto diramato dall’ANSA nazionale per segnalare la scomparsa del caro Giorgio merita qualche riflessione in più, anche perchè lui la nostra associazione, CittaFutura, la conosceva bene, ne apprezzava le capacità di analisi e, soprattutto, per decenni ha mantenuto ottimi rapporti con tutti noi. Una perdita che ci colpisce nel profondo e che, davvero, ci sottrae una delle persone “più conosciute” in città. Ma l’ANSA non spiega il perchè.

ANSA. Roma 8 dicembre 2022. “Sacerdote, docente universitario, una delle figure più conosciute della città. Aveva 83 anni. Era fratello dell’imprenditore Piergiacomo, fondatore dell’omonima azienda produttrice di chiusure per bottiglie, e di Roberto, con cui nel 1995 diede vita all’associazione socio-politica ‘Cultura e Sviluppo’.
Il sindaco, Giorgio Abonante, nell’esprimere vicinanza e cordoglio alla famiglia lo ricorda come “un punto di riferimento per la comunità”.
Con il suo Progetto Giovani – afferma – ha coinvolto molti ragazzi e li ha formati e preparati ad essere cittadini consapevoli e attenti. La sua capacità di affrontare il tema della partecipazione dal basso, come uno dei motori dello sviluppo democratico, resta un faro cui guardare anche per il futuro di Alessandria“. (ANSA)

Ma in cosa consisteva questo suo prestigio, questa capacità di “essere punto di riferimento”? Giorgio Guala, don Giorgio Guala era uomo “misurato” per natura. Mai sopra le righe, mai in polemica con chicchessia, mai critico con nessuno, ben consapevole del dettato evangelico di cui conosceva a menadito pieghe e contropieghe. Ma anche uomo di azione, con la capacità di rendere possibili progetti all’apparenza impossibili, di sostenere – sempre in modo impalpabile – chi si impegnava in operazioni di rilievo, di cui – evidentemente – condivideva motivazioni, contenuti e incidenza sul “sociale”. Così era successo tra gli anni Ottanta e Novanta dello scorso secolo quando con un gruppo di altri sacerdoti e laici non solo ha contribuito a fondare quella che è tuttora la “Comunità di San Paolo” ma ne ha curato fin nei minimi particolari contenuti evangelici, proposte di fede e anche “prosaici” interventi sulla situazione lavorativa locale e nazionale, sulla scuola, sulle università, sulla politica come impegno sociale e, con una parola abusata come “servizio”. Allora si stava in una parte sotterranea della chiesa, non ancora terminata, su caratteristiche piccole panche rettangolari impagliate. Si leggevano brani, si ascoltava musica, si commentava tutto, senza preclusioni. Anche trattando tematiche difficili come l’interruzione di gravidanza, il significato della guerra di liberazione, il conflitto socio-economico tra nord e sud  del mondo. Con lui don Guido Ottria, don Giovanni Cossai, don Gianpiero Armano e ancora tantissimi altri, scout, collaboratori, amici, semplici cittadine e cittadini.

E, a conferma del suo misurato ma attivissimo senso di servizio sociale, ricordiamo – fra i tanti aneddoti – quello che riguarda la sconfitta di misura del compianto avv. Andrea Ferrari alle Elezioni Comunali del 1992, con uno dei primi ballottaggi fra i Sindaci. Allora vinse la Calvo e, ad uno staff di Ferrari affranto e incredulo (molti di noi di CF erano in quelle stanze allora), fu uno dei pochi a ricordare che non si doveva considerare una sconfitta ma un “inizio”….sì disse proprio così “un inizio”. E vide lungo perchè la bella realtà di Cultura e Sviluppo ha in quelle due o tre serate drammatiche le sue vere radici. Un gruppo di persone, di società civile, attivo e responsabile che cercava di continuare una esperienza di conoscenza, di lavoro insieme, di collaborazione iniziata proprio in occasione di quella campagna elettorale. Potremmo citare ancora visite a musei fatte insieme, passeggiate in montagna (che tanto amava) ma ci teniamo per noi, almeno per ora, questi spizzichi di gioia. Con l’impegno a riproporle a tempo debito.

Giorgio…grazie di tutto.

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