“Gli italiani non vanno più a votare. Si accontentano dei sondaggi?”

I giovani dello Zambia si sono recati in massa alle urne lo scorso agosto, causando una storica sconfitta al presidente uscente ed auspicandosi la svolta democratica e la ripresa economica.

Andare a votare non è inutile, avranno pensato.

Hakainde Hichilema come tutti lo chiamano HH ha vinto le elezioni, e per vincere ha puntato sui giovani tra i 18 e i 24 anni, che rifiutano una politica corrotta e sorpassata.

Ha parlato con loro, utilizzando internet e i social media e ha vinto con il 59% dei voti, contro il 38 di Edgar Lungu (Patriotic Front) un margine che non ammette recriminazioni.

Il nuovo leader viene da una famiglia povera (viveva, sorvegliando le vacche), ha studiato ed ha ottenuto una laurea a Lusaka ed un master in Inghilterra.

A 26 anni era già alla guida di una filiale di una società estera.

Di tendenze liberali, ha interessi che vanno dalla finanza, alla salute, dalle proprietà immobiliari al turismo, ed elargisce fondi a favore di bambini che non sanno come andare a scuola.

Durante la campagna elettorale ha accantonato i vestiti eleganti ed ha optato per jeans e camice sportive, ha utilizzato un linguaggio chiaro, dimostrando grande abilità nell’usare le nuove tecnologie e richiamando a sè le nuove generazioni.

Tangenti e disoccupazione non saranno semplici da contrastare in un paese come lo Zambia ….

Come prima azione, ha licenziato il capo della polizia e quello dell’esercito: le elezioni scorse, vinte con brogli da Lungu, il suo avversario, l’avevano messo in prigione con l’accusa di tradimento, e solo 4 mesi dopo l’avevano liberato …. Era la quinta volta che aveva tentato di diventare presidente, la costanza spesso ti fa raggiungere i traguardi desiderati.

Nelle democrazie contemporanee la forma più ampia di partecipazione politica è votare, da molti anni nella maggior parte dei Paesi occidentali assistiamo ad aumento costante del tasso di astensionismo.

In Italia la partecipazione elettorale è stata tra le più elevate dal secondo dopoguerra fino agli anni Novanta. Successivamente anche nel nostro Paese gli elettori hanno dimostrato segnali di ampia disaffezione e l’astensionismo è diventato un dato costante e in aumento a ogni tornata elettorale.

Per interpretare questi mutamenti la scienza politica considera due macro-categorie di fenomeni: da un lato le ragioni motivazionali o volontarie che riguardano i motivi più o meno razionali e l’intenzione dei cittadini di recarsi alle urne – la sfiducia verso i partiti politici in generale, l’affievolirsi del civismo – .

Dall’altro lato le ragioni strutturali dell’astensionismo sono correlate con una serie di fenomeni esterni alle preferenze individuali – le trasformazioni sociali ed economiche, l’invecchiamento della popolazione, l’aumento della mobilità per ragioni di studio o lavoro, il numero di giorni a disposizione per votare, l’orario di apertura dei seggi – .

Cosa avranno immaginato e preso in considerazione la metà degli italiani che non si sono recati alle urne alle ultime amministrative: a Torino e a Napoli l’astensionismo ha superato il 50 per cento al primo turno e ai ballottaggi l’affluenza dei votanti è scesa di altri 4 punti.

Gli “astenuti” sono diventati il primo partito d’Italia.

Analizzando l’affluenza alle elezioni amministrative comunali della nostra città si evince che periodo 1993-2017 hanno visto un progressivo ridursi della percentuale dei votanti (considerando il I turno, si è passati dall’84,85% degli aventi diritto al voto nel 1993 al 55,69% nel 2017 – una perdita di circa il 30%). *

La crisi economica che ha riguardato direttamente gli individui, incide sicuramente sul voto: gli elettori avvertono che la politica spesso non riesce a risolvere i problemi della loro quotidianità.

Inoltre la politica è sempre più distante dalla società civile: ne emerge l’apatia delle nuove generazioni, che si mobilitano unicamente su temi ambientali e civili derivante da un programma politico che spesso parla ad un elettorato adulto.

Al contrario sono proprio i giovani a rispondere tempestivamente ai referendum a favore della legalizzazione e dell’eutanasia, con la raccolta di 500.000 firme digitali.

Una vignetta di Sergio Staino, qualche anno fa, recitava “Gli italiani non vanno più a votare. Si accontentano dei sondaggi?”

Il venir meno dell’idea che il voto sia un atto sociale doveroso comporterà, però, al contempo un suo peso specifico sempre maggiore.

E soprattutto che tipo di democrazia ci si aspetta se il sistema è legittimato con una metà degli elettori che non prende posizione.

La politica deve tornare a “fare la politica” nei quartieri, nei luoghi di lavoro, ai cancelli delle fabbriche, non allontanandosi.

I tempi del cambiamento sono limitati e in gioco c’è la salvaguardia della nostra democrazia, che passa anche e soprattutto attraverso i partiti. Diversamente che democrazia è?

Roberta Cazzulo

* vedi tabelle sulla partecipazione al voto nel Comune di Alessandria

ELEZIONI COMUNALI CITTA’ DI ALESSANDRIA 1993-2017

La partecipazione al voto ad Alessandria – periodo 2013-2018[1]

Referendum 17 aprile 2016

Quesito referendario:
«Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?».

Referendum Costituzionale 4 dicembre 2016

Quesito referendario:
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?».

Elezioni Politiche del 4 marzo 2018

Affluenza alle urne

Aventi diritto al voto elezioni Camera dei Deputati 69.255, di cui 32.689 maschi e 36.566 femmine
Aventi diritto al voto elezioni Senato 64.875, di cui 30.407 maschi e 34.468 femmine

Giorno Ora Affluenza Camera dei Deputati Affluenza Senato
Domenica 23.00 n° votanti: 48.672 (70,28%) n° votanti: 45.569 (70,24%)

Elezioni Europee e Regionali del 26 maggio 2019

Affluenza alle urne

Elezioni Europee: aventi diritto al voto 73.184 – di cui 34.598 maschi e 38.586 femmine
Elezioni Regionali: aventi diritto al voto 74.625 – di cui 35.418 maschi e 39.207 femmine

Giorno Ora Affluenza
Domenica 23.00 Elezioni Europee: 40.849 (55,82%)
Elezioni Regionali: 40.809 (54,68%)
  1. Dati tratti dall’archivio elezioni del comune di Alessandria, consultabile via web all’indirizzo https://www.comune.alessandria.it/servizi/elettorale/archivio-elezioni

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