Il “gioco degli scacchi” non tramonta mai…

Vi invito a fare con me un riepilogo delle puntate precedenti, perché i tatticismi di cui siamo testimoni (a livello nazionale, evitando il “locale”, per una volta) non aiutano a capire e a far capire. E se non si capisce, se la gente comune non comprende fino in fondo l’entità delle questioni, non è colpa loro ma solo e soltanto di chi non si spiega (o non vuole spiegarsi). Il passo indietro di Giuliano Pisapia e del suo Campo Progressista, appena di una settimana fa, a voler leggere con malizia la ripresa di iniziativa “pontiera” del già Ministro Damiano, rischia di essere un “blocco voluto” per costringere gli altri “figuranti di scacchiera” a muovere le loro pedine… In sostanza, pare di capire, non tutto è perduto nella ricerca di un’intesa larga di centrosinsitra che veda il PD renziano “moderato” da nuovi importanti interlocutori, tra cui il Campo Progressista di Pisapia, oltre che da molti altri “pezzi” all’interno e fuori dal PD. La netta presa di distanza da Berlusconi da parte di Renzi, di solo 24 ore fa, va in quella direzione e, nel caso si dovesse presentare seriamente e approvare la legge del c.d. “Ius soli”, buona parte delle pedine si metterebbero a giocare in sintonia. E’ vero… per ora siamo alla fase di studio… ma non può durare molto. Proprio per questo è utile fare un riepilogo di quelli che dovrebbero essere i capisaldi su cui fondare questa nuova alleanza.

Per prima cosa bisognerebbe realizzare occasioni di discussione e di approfondimento, in cui convergano e si confrontino quanti sentono il bisogno di una rinnovata definizione dei principi democratici e che, con pari dignità di patrimoni ideali laici e religiosi, si riconoscano in un comune laboratorio civile al fine di stimolare e sviluppare il dibattito politico-culturale. Un confronto che deve rivalutare la nozione e l’immagine stessa della politica, a cominciare dal nesso tra impegno politico e impegno etico; un percorso comune che persegua la diffusione della cultura costituzionale repubblicana, sulla base dei suoi valori fondativi, democratici e antifascisti; un’alleanza concreta e riconoscibile che contribuisca alla crescita di una moderna società europea nella quale siano inscindibili i diritti della persona, dei lavoratori e dei cittadini. Per ultimo, ma non meno importante, un contenitore che favorisca la consapevolezza critica dei problemi civili e sociali, promuova adeguati strumenti di analisi e di conoscenza, condizione indispensabile per la partecipazione democratica e per l’ acquisizione di una compiuta cittadinanza.

Quindi non un “pacchetto” preconfezionato o uno scimmiottamento di altre proposte europee o di altri continenti ma, semplicemente, una piattaforma stabile di riferimento, possibilmente non effimera, che serva da perno per un salto di qualità politico, economico e sociale.

Per questo è fondamentale la fase che stiamo vivendo che deve però al più presto palesarsi, pena  – come dice spesso il prof. Franco Livorsi – la “completa estinzione dell’idea di sinistra”.

Lo chiedono a gran voce una miriade di esperienze politiche, associative laiche e cattoliche, culturali, progressiste, democratiche, ecologiste e civiche su tutto il territorio italiano. Unite nell’esigenza di dare vita a una storia radicalmente inedita. Una leva che valorizzi le risorse positive esistenti e ne stimoli e liberi di nuove attraverso il cammino, per esempio, delle Officine delle Idee promosse da Giuliano Pisapia, ma non solo.

Una storia nuova per ridare speranza al Paese, alla luce dell’inadeguatezza e del logoramento degli schieramenti politici attuali che non riescono più a intercettare quello che pure esiste: un’Italia che ogni giorno s’impegna per un Paese diverso, che crea e innova in nome dell’inclusione e della sostenibilità, che combatte i pregiudizi e il rancore sociale. Ma che fa fatica… Una popolazione, quella italiana, nonostante tutto “concreta, salda nei valori ma pragmatica e non settaria” (1).

Questa fase dovrebbe trovare il suo miglior coronamento in una serie di scelte politiche coraggiose di netta discontinuità, dove conta la direzione comune e non la provenienza di ciascuno, dove le differenze si valorizzano e si accolgono. Dove il rispetto verso gli altri è una condizione imprescindibile e dove non vale criticare se non si ha una proposta migliore. Nel quale non devono prevalere le chiusure e le alleanze basate sulle convenienze tecnico-amministrative, dove vengono valorizzate le competenze in un quadro complessivo di compatibilità e crescita comune.

Un nuovo centrosinistra nazionale, inedito e capace di coinvolgere anche tantissimi che oggi nella sinistra politica proprio non riescono più a riconoscersi nonostante una forte affinità valoriale. Una scommessa che non può essere persa e che deve trovare in programmi chiari e condivisi i perni del successo (evitando personalismi e rendite di posizione).

Soprattutto una piattaforma che punti ad una larga aggregazione e ad una conseguente rilevante affermazione elettorale, tutt’altro che impossibile se si mettono in movimento le pedine giuste, con tempi, profili e modalità precise. Ancor di più… Le pedine devono essere le vere protagoniste in piena responsabilità della nuova fase che va a delinearsi con tutto quello che può comportare un’eventuale vittoria (quindi, con  assunzione di responsabilità) o una evitabile sconfitta (con conseguente passo indietro, non “di lato”, di tutti i protagonisti in negativo). E’ così che deve funzionare ed è così che si stanno orientando in molti che con coraggio combinano l’anelito al cambiamento con la capacità (e l’ambizione) di governo.

(1) – come si saranno accorti i miei “venticinque lettori” buona parte del testo è mutuata direttamente dalla proposta base di “Campo progressista” presentata a Roma qualche mese fa, e infatti il pezzo virgolettato ne è parte; come pure si saranno accorti che molti passaggi dell’ “Editoriale” sono proditoriamente ripresi dallo Statuto della nostra associazione “Citta Futura”. Documento costitutivo che, nonostante il tempo (più di dieci anni), mantiene smalto e forza propositiva.