Una interpellanza “green” su cui riflettere

Oggi, mercoledì 28 agosto 2019 , si decideranno (nel tardo pomeriggio) le sorti prossime del governo innovativo (e positivo nelle sue premesse e nelle aspettative di milioni di italiani) curiosamente definito “giallo-rosso”.  Giallo perchè si collega al colore del sole e dei girasoli quello dei “pentastellati” e rosso perchè – si presume – che il PD, LEV e co. siano gli epigoni di quello schieramento che andava un tempo dai socialdemocratici ai comunisti e ai verdi (1). Ecco, in questa ottica va letta la – condivisibilissima – proposta fatta dai pentastellati alessandrini  (2) che denuncia lo stato di emergenza climatica ed ambientale complessiva.  Il tutto con un documento argomentato incentrato su  iniziative congrue e al passo coi tempi. Serra e Gentiluomo (consiglieri comunali dei Cinque Stelle) sono, infatti,  molto chiari nel chiedere una  assunzione di consapevolezza e responsabilità politica di fronte al cambiamento climatico globale, che “consenta di avviare un percorso finalizzato alla concreta attivazione di misure trasversali nei diversi settori di competenza del Comune atte a contrastare e rallentare il processo in atto”  .  Parole pesanti come macigni che partono da un documento praticamente sconosciuto ufficializzato dal governo Conte Uno  in data 8 luglio 2019. Un impegno concreto firmato dai ministri Costa e Di Maio  che hanno cercato di mettere ordine in una selva di leggi a volte contraddittorie, talvolta azzeccate, sicuramente non attuate – concretamente – a vantaggio dei cittadini italiani. Si tratta del Piano Nazionale Energia defintio PNIEC che aveva trovato le sue fonti di ispirazione, e finanziamento, nel FER1, ma che – probabilmente – sconterà le dure conseguenze di una crisi di governo lunga quanto poco comprensibile. Le dimissioni di Carlo Calenda, già Ministro dell’industria nel governo Gentiloni, devono portare ad una riflessione che abbiamo già provato a fare diverse volte ma che, come le “ripetizioni”, aiutano. Se se ne va Calenda dal PD, al mattino di oggi, significa che siamo vicini all’accordo. Impressione rinforzata da una esortazione forte di Matteo Renzi a non aggrapparsi a rendite di posizione e a “guardare ai programmi e al futuro”. Ciò che dispiace è che “essere agli antipodi dei Cinque Stelle” come afferma Calenda, conferma una interpretazione del Movimento in politica per lo meno parziale. “Arruffoni”, “impreparati”, “pasticcioni”, questi alcuni degli epiteti di cui sono stati beneficiati i “nostri” , ora parte importante di un accordo strategico che dovrebbe (deve assolutamente) durare fino a fine legislatura. Bene. Le premesse da cui partono Serra e Gentiluomo sono quelle giuste.     Ricordiamo che il giornale CF (www.cittafutura.al.it) ha sempre fatto il tifo per una  soluzione intelligente dei problemi, al di là di steccati e pregiudizi. E le tematiche riguardanti la produzione energetica, il superamento delle fonti fossili, la diminuzione dell’impatto di clorofluorocarburi, di metano di risulta, di derivati di cloro, nitrati e diossine, sono sempre state fra le prime ad essere prese in considerazione. Ben venga quindi l’intervento in oggetto che viene riportato nella sua interezza qui sotto.      Quindi, riassumendo, riprendere le cose migliori fatte dal Ministro Costa nella sua positiva esperienza ministeriale e, in particolare , dar seguito a quanto previsto nel decreto FER1, che ha l’obiettivo di sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili per il raggiungimento dei target europei al 2030 definiti nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) attraverso la definizione di incentivi e procedure indirizzati a promuovere l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità, sia in termini ambientali che economici, del settore.

Più nello specifico le richieste pentastellate (che speriamo diventino a breve patrimonio “giallo-rosso”) sono:
● attenersi alle direttive contenute nell’accordo di Parigi, con particolare riguardo agli investimenti volti a ridurre le emissioni di gas serra:
● intraprendere un dialogo istituzionale con gli enti governativi affinché si dia attuazione a provvedimenti su scala comunale, regionale e nazionale, volti alla lotta contro i cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni di gas serra e del loro assorbimento;
● collaborare con gli enti preposti affinchè il governo italiano vari urgentemente un piano per affrontare l’Emergenza climatica ed ambientale con misure concrete ed immediate;
● fare propria l’esigenza di migliorare lo stato di salute del nostro pianeta provvedendo ad informare, educare e orientare i cittadini verso modelli di consumo sostenibili..

Benissimo.   Musica per le nostre orecchie.

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(1) Inseriamo anche i “Verdi”, quelli veri , nell’ampio panorama riformista di centrosinistra pershè senza una matura sensibilità ambientale non si va da nessuna parte.

(2) Questo è il dettaglio dell’ordine del giorno presentato dai consiglieri pentastellati Serra e Geniluomo. Dichiarazione dello stato di emergenza climatica ed ambientale nel comune di Alessandria e impegni concreti per contrastare il cambiamento climatico. “Ai sensi dell’art 43 e art 44 del Regolamento del Consiglio Comunale
Premesso che:
– nel 1988 è stato costituito il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (“Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC”), foro scientifico internazionale per lo studio e la valutazione dei cambiamenti climatici istituito dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) e dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) con lo scopo di fornire una visione scientifica sullo stato delle conoscenze sul cambiamento climatico e sui suoi potenziali impatti ambientali e socio-economici;
– fin dal suo primo rapporto di valutazione elaborato nel 1990, l’IPCC ha rivelato come l’anidride carbonica e gli altri gas climalteranti come il protossido di azoto (N2O), il metano (CH4) e i clorofluorocarburi (CFC) contribuiscano ad aumentare l’effetto serra naturale e come le attività antropiche siano tra le principali cause dell’aumento della concentrazione dei gas serra nell’atmosfera;
– nel 2018 la NASA e l’Ente americano per le ricerche sull’atmosfera e gli oceani (Noaa) hanno affermato che i precedenti 5 anni sono stati in assoluto i più caldi dell’ultimo secolo: secondo i dati rilevati e analizzati dall’Istituto di scienzedell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-ISAC), il 2018 è stato l’anno più caldo mai registrato in Italia dal 1800, con un’anomalia sopra la media di 1,58 °C, rispetto al periodo di riferimento che va dal 1971 al 2000. Il 2018 supera quindi il precedente record dell’anno 2015 dove si era registrato un aumento di 1,44 °C rispetto allo stesso periodo di riferimento;
– l’impatto ambientale negativo di emissioni climalteranti generate da attività antropiche, contribuisce al “riscaldamento globale” (global warming), e ha come conseguenza l’aumento in intensità e frequenza di fenomeni meteorologici estremi, quali temperature eccessivamente elevate o estremamente rigide, soprattutto fuori stagione, nevicate a bassa quota, venti eccezionalmente forti, bombe d’acqua e intense grandinate alternate a periodi di forte siccità. Con l’incremento dei fenomeni climatici estremi aumentano anche i rischi di fenomeni di dissesto idrogeologico e quindi di danni all’agricoltura, alle infrastrutture e al territorio e conseguentemente gli impatti sulla sicurezza delle nostre città e sulla salute dei cittadini;
– nell’ottobre 2018, l’IPCC ha presentato il suo report speciale che, per la prima volta, ha valutato gli impatti del cambiamento climatico sul target di 1,5 gradi centigradi di aumento delle temperature globali. Il documento ha dimostrato che il riscaldamento globale è già aumentato di un grado centigrado rispetto ai livelli preindustriali e che sta crescendo, approssimativamente, di 0,2 gradi centigradi a decade. Secondo il Rapporto l’umanità ha tempo entro il 2030 per limitare l’incremento della temperatura a 1,5 gradi centigradi, per evitare danni irreversibili al clima;
– nell’ultima conferenza delle parti, tenutasi a dicembre 2018 a Katowice, si è avviato quello che viene definito il “dialogo facilitativo” per promuovere nuovi impegni di riduzione delle emissioni. La conferenza si è conclusa con l’approvazione del manuale operativo per l’attuazione dell’Accordo di Parigi: il “manuale operativo” (Rule book) ha stabilito, fra l’altro, l’utilizzo delle nuove linee guida nellavalutazione dei gas climalteranti emessi e la redazione da parte degli Stati membri di un inventario delle emissioni, con scadenza biennale;
– 250 scienziati ed esperti provenienti da oltre 70 Paesi lanciano un grido di allarme attraverso la sesta edizione del rapporto Global Earth Outlook (GEO-6) delle Nazioni Unite, pubblicato nel corso della quarta assemblea generale delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEA): “Se non vengono intraprese azioni urgenti per proteggere l’ambiente, la salute umana si troverà in gravi difficoltà.”. Il Rapporto afferma che i danni al pianeta sono così devastanti che la salute delle persone sarà sempre più minacciata, a meno che non venga intrapresa un’azione urgente, ovvero un drastico aumento delle protezioni ambientali. Il rapporto sottolinea il fatto che il mondo dispone della scienza, della tecnologia e delle risorse finanziarie sufficienti per muoversi verso un percorso di sviluppo più sostenibile. Ciò che manca ancora, invece, è il sostegno sufficiente da parte dei cittadini comuni, delle imprese e dei leader politici, che si aggrappano a modelli obsoleti di produzione e sviluppo;
– l’ultimo rapporto IPBES-ONU (Intergovernamental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), pubblicato il 6 maggio 2019, segnala un
declino ecologico “senza precedenti”, in cui un milione di specie animali e vegetali sono a rischio estinzione nel breve periodo per colpa dei cambiamenti climatici e di
un sovra sfruttamento di terra e mare, piante e animali.
Considerato che:
– il 15 marzo scorso si è tenuto il “Global Strike for Future”, giornata di mobilitazione mondiale contro i cambiamenti climatici promossa dal movimento Fridays For Future, che ha visto più di 1,8 milioni di persone protestare nelle città di tutto il mondo;
– venerdì 24 maggio 2019 si è tenuto il secondo Sciopero Mondiale per il Futuro che ha visto una seconda mobilitazione contro i cambiamenti climatici e più di 230 città in Italia che hanno richiesto la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale;
– il Regno Unito, l’Irlanda e oltre 500 consigli comunali in tutto il mondo hanno dichiarato lo stato di emergenza climatica, impegnandosi formalmente davanti ai cittadini a ridurre le emissioni di gas serra, anche in tempi più brevi rispetto ai termini previsti negli Accordi di Parigi;
– le città di Londra, Vancouver e Milano, appartenenti alla C40 – Cities Climate Leadership Group, hanno già dichiarato l’Emergenza Climatica.
Valutato che:
– trenta anni fa, sembrava inimmaginabile che l’umanità potesse espandere il proprio numero e la propria economia abbastanza da alterare i sistemi naturali della Terra. Ma l’esperienza, con il cambiamento climatico globale, ha dimostrato che abbiamo sbagliato tutto;
– bisogna riconoscere che questo sistema socio-economico ha oltrepassato i limiti ed è diretto verso il collasso. I limiti alla crescita includono sia il materiale e l’energia che vengono estratti dalla Terra, sia la capacità del pianeta di assorbire gli inquinanti che vengono generati man mano che tali materiali ed energia vengono utilizzati. Attualmente servirebbero quasi due pianeti Terra per provvedere alle risorse usate dalla popolazione e per assorbire le sue emissioni. Continuiamo a chiedere una quantità in eccesso di preziose risorse naturali che la terra non è in grado di produrre. Esiste tuttavia un limite entro il quale le fonti naturali sono in grado di produrre questi materiali ed energia senza danneggiare le persone, l’economia e i processi di rigenerazione e regolazione della Terra;
– bisogna lavorare per cambiare la struttura del sistema, accettando che non esistono scenari di reversibilità e lavorando per la mitigazione degli effetti ed una reversibilità sul lungo periodo. Più si continua a procrastinare un cambiamento sostanziale, a partire dalle nostre abitudini, più si riducono le opzioni per un futuro a lungo termine dell’umanità e dell’ambiente come lo conosciamo oggi;
– Rispetto alle basi dettate dal Protocollo di Kyoto trent’anni fa, in Italia e in regione Piemonte e nel comune di Alessandria non sono mai state fatte politiche energetiche realmente efficaci ed indirizzate concretamente a scongiurare lo scenario catastrofico preconizzato dagli scienziati;
– il dovere morale dello Stato e di tutte le istituzioni locali nel rispettare il patto sociale intergenerazionale che impone alle attuali generazioni di lasciare un pianeta vivibile soddisfacendo i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di rispondere ai loro;
– i preoccupanti effetti del riscaldamento globale e dell’inquinamento ogni anno diminuiscono le aspettative di vita di circa 6,5 milioni di persone in tutto il mondo;
– è in atto una crisi climatica ed ambientale la quale necessita urgentemente di azioni concrete ed immediate a tutti i livelli istituzionali.
Ancora valutato che:
– l’ 8 luglio 2019 i Ministri Luigi Di Maio e Sergio Costa hanno firmato il decreto FER1, che ha l’obiettivo di sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili per il raggiungimento dei target europei al 2030 definiti nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) attraverso la definizione di incentivi e procedure indirizzati a promuovere l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità, sia in termini ambientali che economici, del settore.
Il Consiglio comunale, dichiara lo stato di emergenza climatica ed ambientale per il comune di Alessandria, quale assunzione di consapevolezza e responsabilità politica di fronte al cambiamento climatico globale, che consenta di avviare un percorso finalizzato alla concreta attivazione di misure trasversali nei diversi settori di competenza del Comune atte a contrastare e rallentare il processo in atto, assumendo la questione come priorità trasversale e filo conduttore delle politiche comunali.
Impegna la Giunta Comunale
● ad attenersi alle direttive contenute nell’accordo di Parigi, con particolare riguardo agli investimenti volti a ridurre le emissioni di gas serra:
● ad intraprendere un dialogo istituzionale con gli enti governativi affinché si dia attuazione a provvedimenti su scala comunale, regionale e nazionale, volti alla lotta contro i cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni di gas serra e del loro assorbimento;
● a collaborare con gli enti preposti affinche il governo italiano vari urgentemente un piano per affrontare l’Emergenza climatica ed ambientale con misure concrete ed immediate;
● a fare propria l’esigenza di migliorare lo stato di salute del nostro pianeta provvedendo ad informare, educare e orientare i cittadini verso modelli di consumo sostenibili.”

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