La democrazia deviata

“…La democrazia, in tutte le sue componenti, fra cui la giustizia e la libertà d’informazione e di espressione, rappresenta un sistema di anticorpi. Se questi anticorpi non funzionano i politici lestofanti hanno via libera e dilagano le prepotenze, la corruzione ed altri mali…Noi italiani potremo guarire se ci convinciamo che è in gioco la nostra stessa dignità: accettiamo di diventare sudditi o vogliamo restare persone libere?”

Paolo Sylos Labini, “La società italiana”, in Berlusconi e gli anticorpi. Diario di un cittadino indignato, Editori Laterza, Bari 2003.

Durante le limitazioni agli spostamenti imposte dalla pandemia da Covid-19 ho dedicato una parte significativa del mio tempo alla lettura di libri e quotidiani. Gli avvenimenti inquietanti emersi nelle scorse settimane, riguardanti sia la Magistratura che i massimi vertici dei Servizi segreti, mi hanno fatto tornare alla mente la perorazione (in epigrafe) di Sylos Labini su cosa significhi essere cittadini liberi in una democrazia, nonché il consiglio rivolto da Keynes agli economisti circa il loro dovere di “studiare il presente alla luce del passato e in vista dell’avvenire”. [1]

Gli avvenimenti recenti ai quali mi riferisco sono, per certi aspetti, equiparabili a quelli accaduti in Italia negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, quando la “strategia della tensione”, maturata in quella “zona grigia” alla quale ha fatto cenno in una recente intervista il Presidente della Repubblica Mattarella,[2] è tornata di attualità con la condanna, per avere organizzato e finanziato la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, inflitta l’autunno scorso dalla Procura generale di Bologna al M.V della P2 Licio Gelli e ad altri personaggi dei “poteri occulti”.

L’interesse che mi ha spinto ad approfondire i miei ricordi sui personaggi coinvolti nella “strategia della tensione” ha fatto seguito all’ascolto di una interessante e recente intervista concessa dal professor Stefano Lucarelli dell’Università di Bergamo sul tema: “Gli effetti economici della Loggia P2 in Italia”,[3] nonché alla lettura di alcuni recentissimi e sconvolgenti libri sui “poteri occulti”. [4]

Confesso di essere rimasto turbato più di ogni altra lettura dal disvelamento dell’intreccio criminale che ha condizionato la vita pubblica italiana nell’ultimo mezzo secolo, unitamente alla chiarezza espositiva, con cui la giornalista, scrittrice e politica italiana Sandra Bonsanti, una vita spesa a raccontare quei fatti tra minacce e intimidazioni, ha ricostruito nel suo Colpevoli[5] l’intero arco temporale nel quale si è dispiegata, ahimè fino ai giorni nostri, quella “tentazione permanente della P2” che ha fortemente condizionato la “democrazia deviata” del nostro paese. Chi sono i “colpevoli” di quella eversione strisciante che, con l’elaborazione del “Piano di rinascita democratica”, si riproponeva di “comprare i partiti, impossessarsi dei mass media, (…) controllare i sindacati e la magistratura, la riforma dello Stato”, in altri termini, di acquisire “il controllo subistituzionale del sistema”? Una sintesi dell’esauriente risposta a questo interrogativo è contenuta nel capitolo conclusivo del libro, capitolo nel quale si svolge un interessante dialogo tra l’autrice del libro e Stefania Limiti nel corso del quale viene passata in rassegna l’«Attualità di una storia», sono svelati sia i «Nomi (Tutto era noto)», sia chi era a capo delle «Piramidi (Oltre la P2)», e infine chi ha gestito il «Potere (Non un contro-potere)».

Quanto all’estensione della “zona grigia”, di cui all’intervista del Presidente Mattarella e alla recrudescenza dei “poteri forti”, in occasione del ventinovesimo anniversario dell’uccisione di Giovanni Falcone, della di lui moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta, merita un cenno l’editoriale di Paolo Mieli, dall’eloquente titolo “Lo strano metodo ungherese”, pubblicato sul Corriere della Sera di martedì 25 maggio, nel quale Mieli fornisce una sintesi delle attuali vicende che coinvolgono “Giudici e inchieste”. Vicende che hanno fatto seguito al disvelamento di quei “segreti istruttori” che celano i “nomi delle trentanove personalità facenti parte della congrega” della quale “farebbero parte importanti giudici e avvocati, imprenditori e alti ufficiali”, tutti al momento ancora coperti dal segreto. Parafrasando il titolo del libro che raccoglie una parte significativa degli scritti di Federico Caffè[6], l’economista che ha scelto di scomparire per non dover continuare ad assistere agli avvenimenti che gli avevano avvelenato l’esistenza, tra gli “Incappucciati della finanza”, e gli “Incappucciati punto e basta”, la storia sulla “democrazia deviata” continua.

di Bruno Soro

Alessandria, 27 maggio 2021

  1. In un saggio dedicato al suo maestro Alfred Marshall, John Maynard Keynes scrive che “un economista sicuro del fatto suo, è rarissima avis. (…) Deve essere in un certo modo matematico, storico, statista, filosofo; maneggiare simboli e parlare in vocaboli; vedere il particolare nella luce del generale, toccare astratto e concreto con lo stesso colpo d’ala del pensiero. Deve studiare il presente alla luce del passato e in vista dell’avvenire”. J.M. Keynes, “Alfred Marshall”, in Politici ed economisti, Einaudi Editore, Torino 1974 p. 161-62.
  2. M. Molinari, “Mattarella: fare piena luce sugli anni di piombo”, la Repubblica, Domenica 9 maggio 2021.
  3. L’intervista, disponibile sul sito: https://www.youtube.com/watch?v=x1BAJ2UWEbQ, fa parte delle attività promosse dalla Commissione per la divulgazione scientifica e comunicazione della Società Italiana di Economia (SIE), ed è condotta dal dottor Giuseppe Castellini, Direttore del Nuovo Giornale Nazionale.
  4. P. Wuillian, L’Italia dei poteri occulti, Newton Compton Editori, Roma, Nuova edizione aggiornata, 2017; G. Turone, Italia occulta, chiarelettere, Milano 2019; Giulio Andreotti. I diari segreti 1979-1989, a cura di Serena e Stefano Andreotti, editi da Solferino, Milano 2020; W. Veltroni, Il caso Moro e la Prima Repubblica. Breve storia di una lunga stagione politica, Solferino, Milano 2021.
  5. S. Bonsanti (con S. Limiti), Colpevoli. Gelli, Andreotti e la P2 visti da vicino, chiarelettere, Milano 2021.
  6. F. Caffè, Contro gli incappucciati della finanza. Tutti gli scritti: Il Messaggero 1974-1986 e L’Ora 1983-1987, a cura di Giuseppe Amari, Postfazione di Paolo Leon, Castelvecchi, Roma 2013.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*