Contro la guerra, cambia la vita

Un appello della redazione di “CittaFutura” per un immediato “Cessate il fuoco” riprendendo quanto pubblicato su diversi mezzi di comunicazione nazionali e internazionali dalla Fondazione Alexander Langer Stiftung.
In questo modo, anche se solo idealmente e, per quanto possibile, con gli strumenti della comunicazione, si aderisce e si partecipa alle iniziative e alle proposte della Rete italiana Pace e Disarmo per la pace contro la guerra in Ucraina. Nel quadro di una compartecipazione convinta a tutte le iniziative tese alla pace che verranno proposte (e messe in atto) dalla “società civile” dai Sindacati, dai Partiti, dalle associazioni veramente impegnate per la pace e il superamento dei “muri” (di ogni tipo, ogni forma e colore). .
Il primo pensiero va alle vittime, che hanno bisogno di soccorso, di cibo, di vestiario, di medicine, di corridoi umanitari per scappare: in tanti modi si può aiutare la popolazione civile, ma non con nuove armi che solo peggiorano la situazione incrementando l’escalation e allontanando la possibilità di una tregua. Solidarietà con i profughi e le persone migrate già presenti tra di noi.
L’imperativo oggi è “cessate il fuoco!”
Quando scoppia un incendio (specialmente se vicino ad una polveriera) la prima cosa da fare è gettare acqua per spegnerlo. Poi, scongiurato il pericolo, si potrà pensare a ripare i danni e ricostruire.
Gli strumenti utili per la “soluzione delle controversie internazionali” passano dal ripudio della guerra e sono i boicottaggi, le sanzioni, l’isolamento commerciale, la pressione internazionale per riprendere la diplomazia, le trattative, il dialogo, perchè dove c’è la guerra non vi è nessun “ordinamento che assicuri la pace e la giustizia”.
La resistenza e la difesa attiva della popolazione (difesa della libertà, della democrazia, del diritto) 
è un dovere, ma farlo con le armi della guerra crea più problemi di quanti ne risolve, ed è la più pericolosa e costosa. Oggi c’è bisogno di intervento umanitario, interposizione nonviolenta, disobbedienza civile, protezione di disertori e dissidenti, iniziative politiche verso tutte le parti, per ridurre i danni, raffreddare gli scontri, spegnere la guerra. La mobilitazione internazionale contro la guerra ha l’obiettivo di raggiungere subito la cessazione delle ostilità e la stabilizzazione della tregua.
La proposta di Papa Francesco di una giornata di digiuno contro la follia della guerra in Ucraina e in ogni parte del mondo, va in questa direzione.
P.S. In questa occasione consigliamo la rilettura del testo di Alex “Contro la guerra cambia la vita”, scritto nel gennaio del 1991 nei giorni della prima guerra del Golfo: “Sono due le linee di azioni che a questo punto sembrano degne di esplorazione approfondita. La prima aiuta a superare il “pacifismo (solo) gridato” e potrebbe essere sintetizzata con un motto formulato dalla “Campagna nord-sud”: contro la guerra, cambia la vita. La seconda riguarda il ricorso alla “forza”, senza che ciò debba essere sinonimo di guerra, un problema che i nonviolenti da sempre pongono e che non può ridursi all’alternativa tra subire o fare la guerra”.

1 Commento

  1. solo stamattina ho letto il vs pezzo: molto buono, condivido. Mi ha colpito favorevolmente l’esempio dell’incendio che ho usato, qualche giorno fa, in un mio post su FB. Mi fa piacere questa assonanza di punti di vista. Cari saluti e buon lavoro. Agostino Spataro

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