La marchesa e i “Sassi” di Alberto

Non ci si distacca mai senza dolore.

Blaise Pascal, Lettera a Charlotte de Roannez, 24 settembre 1656,
Breviari Bompiani, Milano 2002

Poco meno di un anno prima della scomparsa della marchesa Camilla Salvago Raggi (Genova, 1 marzo 1924 – Novi Ligure, 6 aprile 2022), “un gruppo di amici e suoi lettori” ha voluto testimoniare, «con interventi diversi per taglio e argomento – raccolti in un volume curato da Rosa Elisa Giangoia e Stefano Verdino –, il proprio grande affetto per una interlocutrice davvero unica e straordinaria».[1]

Scorrendo le prime pagine di questa raccolta di scritti, sui quali non ho titolo per intervenire, la mia attenzione è caduta su un paio di particolari sui quali vorrei richiamare l’attenzione. Il primo riguarda il giudizio dei curatori sull’arte di scrivere di Camilla Salvago Raggi, espresso nella loro breve introduzione:

«Una dote davvero straordinaria del suo spirito è la tonalità di “allegro con brio”, si potrebbe dire (per lei grande musicofila), che pare un tratto davvero ineguagliabile poiché connesso all’età più che veneranda. Un “allegro con brio” che si ritrova nella sua scrittura, che vive di un singolare paradosso: per quanto la narrazione sia per lo più rivolta al passato, un passato autobiografico e di genia (tra i Raggi e i Salvago), nondimeno essa è priva di tonalità malinconiche e nostalgiche ma tende a dipanarsi in fragranti epifanie, ipotesi e garbate ironie».

Coloro che avranno modo di apprezzare l’ultimo libro di Camilla Salvago Raggi Sazia di giorni. Diario ultimo, uscito postumo nel mese di novembre dello scorso anno, nella seconda di copertina di questo piccolo libro autobiografico troveranno una conferma della validità del giudizio, sottolineata dai curatori della succitata raccolta di scritti, sulla straordinaria dote della marchesa: «un’emozione profonda ci coglie davanti a quelle che si sono rivelate le sue ultime parole».[2]

Nel recensire Sazia di giorni. Diario ultimo, Franco Contorbia ci consegna inoltre un’ulteriore conferma delle doti di Camilla Salvago Raggi, della straordinarietà della sua produzione letteraria e del suo carattere:

«Ci sono voluti altri vent’anni, e molti altri libri – egli scrive –, perché di Camilla fossero infine riconosciuti il talento non ordinario e lo spazio eminente che oggi occupa tra le femmes de lettres italiane del secondo Novecento e del primo ventennio del secolo nuovo grazie a una strategia del ragno di colta, artigianale, sconfinata pazienza, perseguita eludendo discretamente e sistematicamente i codici dominanti: l’ostensione di sé, il verdurinismo, l’instancabile inclinazione al vaniloquio delle Sore Cecie».[3]

Tornando alla raccolta di saggi Per Camilla, la seconda cosa che mi ha colpito riguarda invece la Prefazione nella quale Rosa Elisa Giangoia e Stefano Verdino esprimono il loro «vivo grazie anche al maestro Alberto Boschi, pittore dei “sassi d’autore” (ognuno con dipinta la copertina di un libro di Camilla), che ci dona l’ultimo “sasso” dipinto e altri disegni a lei dedicati».

Gli amici ed estimatori della carriera artistica del pittore e incisore Alberto Boschi sanno che non è la prima volta che egli riproduce su «sassi» le copertine dei libri dei suoi amici. Come sottolinea Franco Contorbia, nel saggio introduttivo di Sassi per Camilla e Marcello,[4] questo libro «è la ricapitolazione di una quête che Alberto Boschi ha intrapreso un po’ per caso all’altezza de Il padrone dell’agricola [il libro di Marcello Venturi, Rizzoli 1979] e ha proseguito alternando la registrazione delle ‘uscite’ dei libri di Camilla Salvago Raggi e di Macello Venturi con il repêchage delle loro opere cronologicamente anteriori».

In questo piccolo libro sono infatti riprodotte sui «sassi» di Alberto le copertine di venticinque libri di Camilla Salvago Raggi e ventitré del marito e sodale Marcello Venturi, «sassi» oltre ai quali, annota sempre Franco Contorbia, «nella medesima orbita sono andati a inscriversi i dieci «sassi», anzi Sassi 1996 (ridotti inspiegabilmente a sette nella copertina del «tascabile» datato 1998), dei personaggi di Cuore di pietra di Sebastiano Vassalli, edito da Einaudi nel 1996».[5]

Per quanti conoscono solo superficialmente la raffinata arte incisoria e pittorica di Alberto Boschi, vale la pena di riportare integralmente un brano tratto dal testo di Mario Canepa, che compare a conclusione di questo piccolo libro, significativamente intitolato “L’altro Alberto”:

«Alberto Boschi, pittore informale. Questo si legge nei cataloghi delle sue mostre. Nei discorsi da bar il pittore informale è quello che non sa dipingere: (…) Non sanno di prospettiva, quelli sono solo capaci di mettere un verde qui, un rosso là e poi magari anche qualche pennellata di grigio per far vedere che non si è sempre felici… E così al bar, tra un caffè e l’altro, si cancellano trent’anni di storia dell’arte. Oggi è toccato a Boschi, complici i sassi, rivalutare Vedova, Santomaso, Afro, Chighine, Fasce, Ruggeri e via via tutti gli altri che, da lassù gli saranno certamente riconoscenti».

Tra i cinquanta titoli inclusi nella Bibliografia delle Opere di Camilla Salvago Raggi che compare nella raccolta di scritti curata da Giangoia e Verdino, merita poi un accenno un libro, anomalo per la sua originalità – la cui copertina è riprodotta su un «sasso» di Alberto a pagina 25 del libro dei Sassi per Camilla e Marcello – nel quale sono riprodotte 58 fotografie, scattate nei primi anni del secondo dopoguerra nella piana della Badia di Tiglieto, quando la marchesa, per sua stessa ammissione, girava “con la Leica a tracolla”. In queste immagini sono ritratte «le cose che si vedono in campagna: carri, bigonce, corbe rovesciate, attrezzi. Oppure animali: una chioccia coi pulcini, una papera, una coppia di buoi. O ancora – un albero, un tremolio di foglie sull’acqua, la loro ombra: quella di una scala contro il muro».[6]

 

E per concludere, un ricordo personale, di quando, nel giugno del 2015, il mese successivo alla pubblicazione di Sassi per Camilla e Marcello, ho avuto la fortuna di partecipare alla ‘manifestazione’ organizzata dalla marchesa Camilla Salvago Raggi nella sua tenuta di Campale, all’interno della quale è stata allestita una bella mostra dei «sassi» di Alberto Boschi, che i molti amici intervenuti hanno potuto ammirare.

 

Conservo gelosamente alcune foto di quella ‘manifestazione’ e, per tutto quello che le vicende narrate in questo scritto hanno riportato alla mente, rinnovo ad Alberto Boschi il mio grazie per la sua amicizia, unitamente al mio profondo dispiacere per la scomparsa di Camilla Salvago Raggi, dalla quale “Non ci si distacca mai senza dolore”.

Di Bruno Soro

Alessandria, 28 gennaio 2023

  1. Rosa Elisa Giangoia e Stefano Verdino (a cura di), PER CAMILLA saggi e testimonianze per Camilla Salvago Raggi, Il Canneto Editore, Genova 2021.
  2. Camilla Salvago Raggi, Sazia di giorni. Diario Ultimo, Lindau, Torino 2022.
  3. Franco Contorbia, Una ragazza del 1924, “Gazzetta di Parma”, venerdì 8 aprile 2022.
  4. Alberto Boschi, Sassi per Camilla e Marcello, con i testi di Franco Contorbia e Mario Canepa, impaginato dallo stesso Mario Canepa per le Edizioni del Granaio, Campale 2015.
  5. La citazione è tratta dal testo di Franco Contorbia a p. 6 del libro Alberto Boschi, Sassi per Camilla e Marcello, di cui alla nota precedente.
  6. Camilla Salvago Raggi, Anni color Seppia, Edizioni Pesce, Ovada 1996.

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