La politica dello struzzo e il  voto proporzionale delle Europee 2019 in Italia

Una candidata grillina, tra l’altro cara amica, ha postato un classico “Munch” con tanto di “grido” a colori sul suo profilo FB. Rappresentazione di uno stato d’animo al tempo stesso esterrefatto e preoccupato. Nei vari “commenti” si sono ripetuti gli elogi di sempre: “è stata una bella lotta”, “bella esperienza, pero’…”, “c’era da aspettarselo” e via dicendo. Io non ho commentato nulla, per correttezza ed empatia. Però condivido l’urlo di preoccupazione, non tanto di “denuncia” quanto di passività e di impossibilità di reazione. Ma andiamo per ordine.

I “pentastellati” al seguito del prode Di Maio provano a rispondere alla spavalderia degli ultimi mesi di governo della Lega, “alzando i toni” e risottolineando quelli che sono i capisaldi dei Cinque Stelle: buona amministrazione, trasparenza, giustizia equa, difesa dell’ambiente, attenzione ai meno fortunati, ai giovani, al lavoro. Di lì tutta una serie di prese di posizione, più ostentate che reali, per provare a catalizzare l’attenzione tentando di togliere visibilità al concorrente di governo: Salvini. Quasi una maggioranza ed una minoranza all’interno della stessa “maggioranza” di governo, con l’obiettivo dichiarato di azzerare le altre minoranze…semplicemente non dando loro spazio.

Bene. Questo gioco “a chi tiene di più la palla” (poi vediamo se va anche a “segnare” qualche goal…) è discretamente riuscito a Salvini e alla Lega, mentre invece è letteralmente sfuggito di mano ai “grillini”. I risultati sono impietosi, riassunti qui sotto grazie ad un primo lavoro di analisi targato SWG, e – per quanto riguarda i Cinque Stelle – si concretizzano nell’astensione di circa un terzo del suo elettorato di riferimento che, alle recenti Politiche, si era espresso , direi “convintamente”,  per Di Maio-Di Battista-Fico & co.

I motivi dell’astensione di massa sono riconducibili alla politica ballerina, poco trasparente e ancor peggio comunicata, di quella forza politica. Indecisioni sulla trasportistica, sull’insieme delle grandi opere, sulle politiche del lavoro, sui diritti civili. Verrebbe da dire : “Ci abbiamo provato a cambiare la minestra con qualche nostro ingrediente…ma non ci avete capiti”. E così siamo tornati nel comodo grembo del trasformismo da Prima Repubblica che sta trovando nell’altro prode (Salvini) la sua migliore reincarnazione. Un personaggio nazional-popolare che piace proprio perché non coinvolge troppo, non urta le abitudini sacre degli italiani, li blandisce con più libertà (…di fare cio’ che si vuole) e con meno tasse. Queste ultime, come sempre, più annunciate che reali ma – anche qui – Salvini ha imparato bene la lezione dell’ “annuncite” e non perde occasione di cimentarsi nel cicisbeismo da cellulare, amplificato con tutti i mezzi possibili, dalla mini-chat alla “promotion” – se fosse possibile – al Festival del Cinema di Cannes. In fondo è solo questione di prezzo … e di tempi di percorrenza veloci per essere presente lì, e poi là e – perche’ no – anche là in fondo.

Del programma non si parla mai, tanto meno di quello europeo. L’importante è far credere che “se si va in Europa la cambieremo da capo a piedi”…. Facendolo però solo credere, perchè i numeri / i seggi degli altri Stati sono chiari: alla Lega e ai suoi sodali locali e stranieri verrà riservato solo il loggione…e forse nemmeno quello.

Ma la gente non lo sa. Quando “i nostri prodi” saranno relegati in posizioni di rincalzo, non si ricorderanno nemmeno cosa hanno votato e per chi. Forza del “nazional-popolare” e dei suoi mantra… “Votiamo per chi ci tiene lontani gli stranieri, votiamo per chi non ci fa abbandonare l’auto, per chi ci assicura la dose settimanale di pallone, per chi agita rosario e “Madonne” (ma non sa cos’è un esame di coscienza), per chi ha moglie e figli, regolarmente bianchi in una famiglia apparentemente normale – ovviamente “etero” – per poi fare (in segreto) di tutto. Ah…. Dimenticavo la Carrà e Pippo Baudo che con “le chiappe al mare” nel rito ferragostano, ben si intrecciano con il meglio del “nazional-popolare”.

Finchè dura… Prima o poi ci si accorgerà che le possibilità di lavoro sono nettamente differenti (e peggiori) di quelle dei ruggenti anni Ottanta, che la “mondializzazione” ha cambiato tutto, modi di produrre, di muovere le merci, di commerciare. Con , sullo sfondo, un ambiente sempre più degradato e abbandonato a se stesso… Ah vero… è sufficiente un fine settimana ad Arenzano (o a Fregene, o a Sferracavallo) per avere l’impressione di essere in una bolla temporale… Finchè dura.

Le forze di “centrosinistra”, se veramente vorranno cambiare qualcosa nella testa degli italiani, prima che nelle “polling stations” dovranno avere ben chiare due cose: parlare / comunicare / farsi sentire in tutti i modi possibile solo e soltanto quando si avrà una proposta articolata, concreta e chiara nelle finalità e, soprattutto, agire in maniera coordinata, rispettosa e univoca.   E’ chiedere la luna? Non a caso un bagliore giallastro , alternativamente identificato con la luna o altro oggetto terrestre o celeste, va a caratterizzare il nostro “Munch” e a ricordarci che verranno tempi ben più duri di questi.

Ed ora un po’ di numeri, giusto per “tirarsi su”.

La Lega passa dalle Elezioni Politiche del 2018 a quelle Europee del 2019 dal 17,4 % al 34 ,3 %. Un dato impressionante che, se analizzato nel dettaglio, porta a queste indicazioni: circa la metà aveva già votato Lega, quasi il 20% aveva votato M5stelle, il 15% non aveva votato, uno su dieci aveva votato Forza Italia, il due per cento aveva espresso il voto per la Meloni e, da segnalare, il 2% aveva votato per il Partito Democratico. Ciò significa che oltre alla perdita di una enorme fetta di elettorato grillino, praticamente svanita nel nulla, un’altra bella “parte” è passata armi e bagagli dalla parte del più forte di turno.

Flop di dimensioni colossali, insolito per un quadro asfittico come quello italiano, il dato del Movimento Cinque Stelle, passato da quasi il 33 per cento delle Politiche ad uno striminzito 17 per cento. In questo caso agli analisti di SWG risulta che solo uno su tre dei votanti precedenti ha ridato fiducia ai “grillini”. Quasi il 40% dei pentastellati non ha votato e ben il 15% ha votato per i colleghi di governo della Lega. Solo il 5 per cento, sempre secondo questa comparazione, è tornato al PD o ad altre forze di centro-sinistra.

Altro dato su cui riflettere, quello dell’affluenza: ha votato il dieci per cento in meno della media delle ultime tornate elettorali, andando ad equiparare il voto italiano, in termini di affluenza a quello medio europeo.

Se invece analizziamo il voto in base alle fasce d’età, la situazione è quella che viene ben delineata in quadri sinottici molto chiari (consultabili sul sito ufficiale SWG). Tra i cosiddetti Baby Boomers (nati tra il 1946 e il 1964) la Lega ottiene il 35% (+19% rispetto al 2018), il Pd il 25% (+1%), il M5s il 14% (-11%).  Passando alla Generazione X (nati tra il 1965 e il 1979) il voto alla Lega cresce al 37% (+17%), quello al Pd passa dal 18% al 20%, e quello ai Cinque Stelle dal 34% al 17%.  Invece tra i Millennials (nati tra il 1980 e il 1996) la Lega ottiene il 28% (+11%), il M5s passa dal 41 al 26% e il Pd cresce dal 14 al 20%.  Infine, guardando alla Generazione Z (maggiorenni nati dopo il 1997) la Lega è ancora il primo partito con il 38%, il Pd segue al 23% e il M5s al 16%.

L’urlo di Munch è quanto mai opportuno e, mi auguro, foriero di segnali di sveglia per chi – per troppo tempo – ha fatto finta di niente.

Infatti, volgendo lo sguardo alla categorie sociali, risulta evidente il dominio della Lega tra gli operai (48%, +29% rispetto al 2018) con M5s (19%) e Pd (13%) molto staccati.  Per coloro che si definiscono “professionisti”, infine, vi è una sostanziale distribuzione equa fra le parti: la Lega sta al 27%, il Pd al 21%, M5s al 16%.

Ripeto, a costo di essere stucchevole, parlare / comunicare / farsi sentire in tutti i modi possibile solo e soltanto quando si avrà una proposta articolata, concreta e chiara nelle finalità e, soprattutto, agire in maniera coordinata, rispettosa e univoca.   E’ chiedere la luna?

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