LA7

Questo canale aveva suscitato sin dall’inizio molte speranze per un reale cambiamento della TV italiana, così asservita da anni alla RAI e Mediaset.
Si sentiva il bisogno di aria fresca e di interventi che portassero un po’ di energia all’esangue produzione giornalistica italiana.
In realtà con la scomparsa dei giornali storici della Sinistra quali L’Avanti e L’Unità e con la proliferazione di giornali apertamente o nascostamente finanziati da Mediaset o da altri poteri padronali, si sentiva il bisogno di un canale televisivo indipendente e capace di una linea critica verso il governo italiano, a qualunque corrente politica appartenesse, ma non è stato così.
Dopo un periodo effervescente e tutto sommato interessante, c’è stata una caduta non repentina dei toni e un adagiarsi su una “similcritica” che in realtà è un continuo ammiccamento l’un l’altro dei giornalisti più accreditati e più pagati.
Perché in sostanza questi giornalisti o direttori di testata continuano ad affermare delle verità tutto sommato banali e superficiali, senza avere il coraggio di riportarle ad una critica, cioè un giudizio, sulla politica attuale.
Per usare una metafora geometrica, potremmo dire che questi riveriti e pingui giornalisti partono da punto A ma non arrivano mai a punto B, tanto meno a C, punto di sintesi.
Si limitano a emettere cartigli, come un sorta di Pizia, del tutto indifferente al destino degli uomini, ma ben conscia dei propri interessi.
A differenza dei grandi giornalisti del secolo scorso, fra i quali annovererei Giorgio Bocca, Italo Pietra, Sergio Zavoli e, perché no, un pugnace Indro Montanelli, che sostenevano a spada tratta le loro idee, per quanto potessero essere impopolari, questi Buddini del XXI secolo, ben seduti sui loro troni finanziati da dei capitalisti che li istigano purché tutto si risolva sempre a favore dei loro capitali, qualunque sia l’argomento trattato, considerano i loro lettori come fossero i partecipanti a un teatrino tutto sommato preorganizzato.
Alludo a giornalisti che appaiono costantemente nei dibattiti su LA7, come se fossero degli abbonati, e dai quali sinceramente mi attendevo molto di più.
Anche la trasmissione di Lily Gruber, che poteva rappresentare un gentile inserto mitteleuropeo, si è in realtà trasformata da fiera della vanità a fiera della banalità.
Ma, come sappiamo, i soldi procurano mollizie e una certa abitudine ad adagiarsi sulle cose scontate.
E’ un peccato, perché c’erano sicuramente le premesse per un canale interessante, pungente e interrogativo, ma dopo un movimento inerziale, tutto questo si è interrotto ed è subentrata, profonda, la Noia…
Una noia che ci deprime sempre di più con questi interventi di personaggi quali Bersani, Salvini, Di Maio, Calenda, che ripetono a macchinetta sempre le stesse cose, sempre gli stessi argomenti.
Cari autori di LA7, la realtà è molto più varia ed il mondo non è necessariamente Romacentrico o Italocentrico: ci sono, per chi viaggia e conosce, delle realtà molto stimolanti fuori da questi contesti.
Basta essere un seguace della vera conoscenza, che, come sappiamo, è Universale.
Non vogliamo vivere come degli insetti abbarbicati a un ramo, ma vogliamo volare liberi come le aquile.

Giorgio Penzo

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