Le incognite della leadership

Non sembra che gli imprenditori a Cernobbio si siano spellati le mani ad ascoltare la passerella dei leader. E non tanto perché le performance abbiano deluso le aspettative. Peggio. Stavolta aspettative non ce n’erano. La situazione è talmente grave che nessuno è disposto ad illudersi che i politici possano avere la bacchetta magica. Anche perché, diversamente dalle crisi gravissime affrontate in questi due anni, questa non era imprevedibile. Non si è trattato, come per la pandemia e la guerra, di uno shock improvviso. Il disastro energetico europeo viene da lontano e colpisce i diversi paesi in modo molto disomogeneo. La verità che sta venendo a galla è che dovevamo e potevamo sapere – già molto prima dell’invasione dell’Ucraina – che eravamo in un cul de sac. E ci saremmo ritrovati in balia di due fattori: la speculazione finanziaria e la frammentazione dell’Europa, con ciascun paese impegnato ad accaparrarsi le sue riserve di combustibili. Due fattori che neanche Mario Draghi sarebbe riuscito a calmierare. Figuriamoci se ci si può aspettare dal vincitore di queste elezioni una risposta soddisfacente.

Anche per questo, nessuno presta attenzione alla disputa sui programmi. Le differenze maggiori riguardano la sfera dei diritti civili, che certo non sono in cima ai pensieri di chi non sa se riuscirà a riaprire le fabbriche, e quanto a lungo. Quando si arriva alle ricette economiche, le distanze si accorciano, a conferma che non ci sono strategie diverse su come affrontare il baratro che si sta aprendo nel nostro futuro. I tre poli corrono verso il traguardo sapendo che, dopo il verdetto, non si aprirà una nuova stagione. Comincerà una corsa micidiale contro il tempo.

Di questo, Giorgia Meloni sembra essere pienamente consapevole. Nel ruolo di favorita alla premiership, avverte già il peso di un incarico che sta arrivando nel peggiore dei momenti e in condizioni estremamente ostili. L’establishment internazionale la osserva con preoccupazione. Ancor più che per le mosse che farà, per il simbolo che inevitabilmente rappresenta. Su una scena politica globale che vive di messaggi emotivi che impatto avrà sull’immaginario collettivo una presidente del consiglio con radici di estrema destra? A quali leve identitarie attingerà – volente o nolente – nel momento in cui i vincoli comunitari dovessero mettere in rosso il nostro bilancio?

Non meno dell’incognita europea peserà, sulle scelte della Meloni, la competizione con Salvini. Se c’è un segnale inequivocabile, nelle cronache di questa campagna, è la tendenza del capo della Lega a strabordare dal proprio ruolo. Anche ieri, l’idea di un nuovo Ministero, ovviamente da localizzare a Milano, è suonata alquanto irrituale sia verso il capo dello Stato sia verso la sua alleata più quotata, cui spetterebbe l’ultima parola su una scelta così delicata. Se queste uscite possono essere derubricate a eccessi di protagonismo mediatico, restano, invece, sostanziali le divergenze di posizione sulla Russia. Salvini è convinto che la strada fin qui intrapresa non stia funzionando, a cominciare dalle sanzioni rivelatesi poco efficaci se non controproducenti. Si tratta di argomenti che iniziano a fare breccia anche nel mondo imprenditoriale. E potrebbero aprire nel governo di centrodestra una seria divaricazione.

Su questo antagonismo fanno leva quanti si augurano di vedere ballare l’esecutivo appena insediato. Lo pensano soprattutto a sinistra, con Calenda che ha preconizzato solo sei mesi di durata. Ma è il calcolo che staranno facendo anche i soliti fratelli coltelli. È un calcolo prematuro. Il regime della democrazia del leader ci ha abituati alla volatilità della popolarità, ma anche al fatto che chi prende il potere ha molte leve per conservarlo. Conte era stato dato per spacciato, ma si è fatto un partito personale e sta risalendo la china. Renzi è rimasto a galla rivelandosi il demiurgo di due crisi di governo. Se Giorgia Meloni riuscirà a entrare nella stanza dei bottoni, troverà il modo di rimanerci a lungo.

di Mauro Calise

(“Il Mattino”, 5 settembre 2022)

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