Le marché aux vaches

Così chiamerebbe un ginevrino l’attuale situazione politica in Italia.

Perché Ginevra?
Perché è una città a me carissima, ho conosciuto nel passato giornalisti di “La Tribune de Genève” e “Le Journal de Genève”, che si occupavano dell’Italia, in quanto vicino prossimo, ma sempre con quella mentalità internazionale e di larghe vedute che ha caratterizzato da secoli questa città, così bella e così raccolta, così legata al passato e al tempo stesso così aperta al mondo.
Dicevamo appunto mercato delle vacche, ed è quello che sta succedendo in Italia con questa frettolosa ricerca di deputati e senatori che possano sostituire la défaillance causata dal ritiro dei ministri di Italia Viva.
Il mio amico ginevrino porrebbe l’attenzione non tanto sugli interventi di Renzi, abbastanza attesi, viste le sue passate tempestose attitudini a “rompere” tutto, quanto al fatto che si parla, ancora una volta, di un governo presieduto da Conte, e sarebbe il Conte-ter.
Ma chi è questo signore?
Sappiamo che è un avvocato pugliese, che ha insegnato all’Università di Firenze e che è apparso all’improvviso nel cielo della politica italiana, in quanto scelto da Di Maio e i suoi per le sue capacità di negoziatore.
Diciamolo subito: questo signore non è stato mai eletto, non ha ricevuto un voto, mentre i suoi colleghi in Europa, sia Macron che la Merkel, sia Johnson che Sanchez, hanno acquisito delle maggioranze, quindi comunque milioni di voti.
Al mio amico ginevrino sembra molto strano che questa persona, per quanto educata ed elegante, abbia potuto attraversare varie alleanze abbastanza anomale, dapprima contemperando le istanze dei Cinque Stelle e della Lega, poi di colpo facendo il punto di equilibrio di un nuovo patto fra Cinque Stelle e PD, che sarebbe di segno opposto, di Sinistra… Almeno così si dice.
Adesso si parla di un Conte-ter, cioè di un nuovo governo, che abbia stavolta proprio lui come punto di riferimento, non più ago della bilancia, ma quasi protagonista di qualcosa di indefinibile, di magmatico, come appunto questo legame, già improbabile, fra M5S a pezzi e PD che notoriamente, da anni, sta cercando una sua idea centrale, che latita.
Mancano deputati e soprattutto senatori. E allora via, alla caccia indiscriminata, pur di trovare il numero legale, quindi sostenere il nuovo governo.
Come si diceva, un mercato delle vacche…
Capirete bene come molti osservatori d’Oltralpe vedano in quanto sta accadendo una nuova forma di debolezza dell’Italia, un’incapacità di allinearsi agli standard di altri paesi europei e il consueto diluvio di chiacchere che cercano di sostituire la Verità, la Realtà, vecchio difetto della pseudopolitica romana.
Mentre il M5S e il PD galleggiano sul nulla, vista la pochezza delle loro competenze, le opposizioni non sono in una posizione migliore: Salvini, il traditore di Umberto Bossi, cerca una gloria nazionale; la Meloni, nonostante tutte le sue dichiarazioni nazionaliste, appoggia in realtà quanto di retrivo sostengono le frange estreme del Partito Repubblicano in America; Berlusconi poi, che sembra ibernato nei suoi discorsi vecchio stampo, cerca disperatamente di salvare il suo impero mediatico, attaccato da tanti competitori in Europa.
Il panorama politico è desolante, almeno per chi lo vede da Oltralpe e non cerca di trovare scuse.
Ma, abbiamo il coraggio di dirlo, una volta per tutte, che il principale colpevole di questa situazione è il popolo degli elettori, quelli che nel Marzo 2018 hanno compiuto un autentico “harakiri” votando per chi faceva promesse a destra e manca, sapendo di mentire e raccogliendo con facilità un consenso che è soltanto quantità, non qualità.
Sarà il trionfo dell’ignoranza, la mancanza del riconoscimento del merito, ci saranno altri motivi che riguardano la secolare cesura fra Nord e Sud in questo paese, ma a molti osservatori sembra che questo continuo lamentarsi del governo sia in realtà un riconoscimento dell’incapacità di scegliere e scegliere bene, che ha condotto spesso questo paese al disastro.
Ed io personalmente voglio riferirmi specificamente all’esperienza del fascismo, che tanti danni ha prodotto nel secolo scorso e dai quali il paese sembrava risorto nel dopoguerra.
Ma, evidentemente, così non è stato e le ombre lunghe del fascismo, attraverso i suoi discepoli sovranisti e populisti, si allungano pericolosamente su questo paese e lo allontanano sempre di più dal cuore pulsante dell’Europa, che rimane un miraggio.

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