I libri di Eco: occasione persa per la Biblioteca e l’Università

La biblioteca e l’archivio di Umberto Eco, con 1200 libri antichi, diventano patrimonio dello Stato con il pieno consenso della famiglia. Un bravo al Ministro e al ministero dei Beni e le Attività culturali che si farà anche carico di assicurarne l’adeguata conservazione. I volumi moderni e l’archivio saranno affidati all’università di Bologna dove il docente alessandrino ha a lungo insegnato, mentre l’insieme dei libri antichi sarà custodito dalla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano. L’intera collezione, rispettando le indicazioni dello stesso Eco, sarà resa accessibile a studenti e studiosi.

E’ questa un’altra occasione persa per Alessandria, la sua Biblioteca civica e la sede alessandrina dell’Università del Piemonte Orientale. Una nuova non brillante figura della città dopo il pasticcio della mancata intitolazione del Liceo Classico. Intitolazione alla quale, ricordo, i famigliari del professore, sollecitati dal direttore della scuola, avevano dato il loro consenso.

Ma la destinazione dei libri di Eco è meglio si sia risolta in questo modo.

In tutti questi ultimi anni, da un lato, la Biblioteca comunale è stata trascurata e, complice il dissesto, sotto finanziata. Durante la passata Amministrazione comunale, per sottolinearne ruolo e importanza, il gruppo consiliare di SEL ha destinato alla Biblioteca comunale oltre 16 mila euro delle indennità previste dalla legge per la partecipazione alle Commissioni e al Consiglio comunale. Un atto simbolico di attenzione, ma la Biblioteca, oggi, non ha solo necessità di risorse economiche, ma di nuove professionalità. Sono, infatti, andati in pensione e non sono stati sostituiti, i dipendenti che, tra l’altro, hanno scannerizzato migliaia di documenti, riviste e giornali (tra cui le annualità de “Il Piccolo”), rendendoli facilmente consultabili al pubblico. Da ultimo, poi, non si è neppure riusciti a sistemare il “deposito librario aggiuntivo” dei volumi, nonostante che nel 2017 fosse stata individuata le sede (al n. 28 di via San Giovanni Bosco) e messe a bilancio le risorse per la ristrutturazione dei locali. Di ciò non si è più saputo nulla, ma credo che i libri, le riviste e i giornali (circa 3100 metri di materiale) siano ancora accatastati nei capannoni comunali di via S. Giovanni Bosco. E senza un “deposito” ordinato e consultabile la Biblioteca non è in grado di ricevere nuove donazioni e neppure d’essere, come le competerebbe, la sede dell’archivio della produzione editoriale della provincia. Figuriamoci la biblioteca “semiologica, curiosa, lunatica, magica et pneumatica” di Eco.

Per quanto riguarda l’Università, la sede del “DIGSPES” di Palazzo Borsalino avrebbe avuto tutte le competenze per concorrere all’affido di una parte del patrimonio librario dello scrittore alessandrino, ma per annosi problemi strutturali la consultazione dei volumi della propria Biblioteca è tutt’ora resa difficile agli studenti. Il progetto di destinare alla biblioteca una parte degli spazi dell’attigua ex Caserma dei carabinieri non si è mai concretizzato e gli attuali responsabili del Rettorato dell’UPO hanno rinunciato ad ottenere dalla Provincia l’immobile, nonostante fosse disponibile in comodato d’uso gratuito.

Renzo Penna

Alessandria, 24 gennaio 2021

1 Commento

  1. Non sono molto d’accordo sullla lettura della vicenda della biblioteca di Eco e sulla questione dell’intitolazione del liceo. Ok sul tema biblioteca, con l’aggravante della ristrutturazione demenziale. Ma al di là delle opinioni diverse, la vicenda della biblioteca Eco ricorda moltissimo quella degli argenti del tesoro di Marengo. Il rapporto tra Alessandria e i suoi istituti culturali sarebbe un bel tema da sviscerare anche perché è una delle componenti del declino della città

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