Rievocando il sessant-Otto
e arretrando nella Storia
mi sovviene un quarant-Otto
dove arresto la memoria:
barricate, schioppettate
fu una gran rivoluzione
ma comunque la giriate
tornò la Restaurazione.
Poi risalgo con un salto
dentro al tragico conflitto
di trincea, spinti all’assalto,
fino all’anno del dici-Otto.
Anni amari, irrazionali,
vanno al buio del trent-Otto,
alle crude leggi razziali
quando il sopra divien sotto:
non esiste più morale,
tutto appare capovolto
soffia il vento sol del male
sopra l’animo sconvolto.
In un altro quarant-Otto
una gran celebrazione,
tutto cambia e con un botto
ecco la Costituzione.
Il fascismo appar lontano
Ritroviamo la speranza
Si riprende tutto in mano
E la vita ancora avanza.
Poi di nuovo l’utopia
di cambiare questo mondo
anche se comunque sia
resta sempre tondo tondo:
di quel vano sessant-Otto
e di tutto il suo fermento
quel che crudo si fe’ cotto
ed è il solo mutamento.
Ora siamo nel dici-Otto
a cent’anni dal massacro
e qualcuno si fa sotto
a cangiare il micro in macro
e dal punto di partenza
non si vede quel d’arrivo
non si applica la scienza
procedendo a cor giulivo… .
Ma che mai avrà quest’-Otto
che ogni volta che compare
tutto mischia in gran casotto
e c’è tutto da rifare?
Rimettiamolo assopito
in postura orizzontale:
nel suo essere stordito
forse non può più far male.
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