Match Point

Match Point è il titolo di un appassionante ed intrigante film di Woody Allen, ma soprattutto è il punto finale, che per gli appassionati di tennis significa molto.
Lunghe giornate di Estate, sotto le fronde di alberi ombrosi, combattendo duramente fra amici/nemici sulla terra battuta, pronti a sfidarsi all’ultimo sangue.
Ma per me significa anche ricordare i grandi campioni australiani, da Rod Laver a Lewis Hoad, e tanti altri, sino ad arrivare negli anni ’70 ai mitici McEnroe e Borg, per poi proseguire la carrellata con Pete Sampras ed il nervoso Andre Agassi.
Ma, è con il nuovo millennio che appaiono le autentiche meravigliose del tennis, la Sacra Trimurti composta da Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic: in questi ultimi venti anni il tennis ha raggiunto vette strabilianti di tecnica, velocità, esecuzione dei colpi, spettacolo, una vera e propria corrida, ma senza il sangue, solo con la bellezza dei colpi.
Quanto sopra, evidentemente, per i cultori del tennis.
Inoltre, proprio in questi mesi, una nota positiva: l’Italia sta producendo, di nuovo, piccoli campioni che, speriamo, crescano in fretta.
Matteo Berrettini, Jannik Sinner, Lorenzo Sonego e Lorenzo Musetti rappresentano un team di quattro moschettieri che possono competere finalmente nella Coppa Davis e far rivivere le gloriose giornate degli anni ’50, in cui Nicola Pietrangeli, Orlando Sirola, Beppe Merlo e Sergio Gardini davano una forte connotazione al rinascente tennis italiano.
Ma anche negli anni ’70 del secolo scorso, altri giocatori quali Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, onoravano il tennis sino alla conquista della mitica Coppa Davis in Cile nel 1976, alla faccia del sanguinario dittatore Pinochet.
Speriamo che i quattro ragazzi di oggi siano in grado di ripetere queste imprese.
Le mie riflessioni precedenti si rivolgono, come dicevo, agli amanti del tennis, tutti allievi del giocatore e giornalista Gianni Clerici.
Fra tante vicende positive e tanti ricordi gloriosi, una nota stonata: il comportamento del pubblico durante la fase finale degli Internazionali d’Italia, cioè i fischi rivolti al competitore di un giocatore italiano.
No, cari signori, non ci si comporta così: nel tennis certe manifestazioni circensi non sono ben accette, non siamo né al Colosseo 2000 anni fa, in un combattimento fra gladiatori e reziari, e neppure in uno stadio di calcio, turbolento e grossolano.
Il tennis ha le sue regole non scritte, le stesse regole che io personalmente ho visto nei grandi tornei internazionali di Melbourne, di Wimbledon e del Roland Garros.
Evidentemente, ogni Paese ha la capitale che si merita…

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