La prima parte raccontata da una maestra amica; la seconda è un fatto di cronaca. La prof. di lettere 60enne non ha voluto sporgere denuncia. Mi inchino alla sua classe sabauda.
” Mio figlio è tanto sensibile; pensi che ieri mi ha detto: ‘Brava la mamma che mi ha comprato la Nutella’. Che tenero. Forse lei non lo conosce, non lo sa prendere, la colpa è dei compagni, lui si fa trascinare. Non può aver preso 5, abbiamo studiato insieme gliela ho fatta ripetere, la sapeva. Magari lei lo ha spaventato. Perché vede, è timido, se ha paura si blocca. E’ così educato con la nonna”. Intanto il bimbo in classe si è tirato giù i calzoni per mostrare il pisello alle bambine. “Ma non lo ha fatto con malizia, quando gli prude lui fa così, anche a casa. Sono sicuramente state le bambine che gli hanno chiesto di abbassare i pantaloni. E poi è così piccino (ambiguità semantica). Risultato finale: in seconda media in classe sputa in faccia all’insegnante. La bocciatura, prevista dal Regolamento di Disciplina, approvato dal Consiglio di Istituto di cui fanno parte anche i genitori e presieduto da un genitore, è stata decisa. Ricorso al TAR di Torino, il quale, udite udite, ha dato ragione alla scuola. Sarebbe stato meglio il battipanni qualche anno prima. Addenda: quando il pargolo sbeffeggia un anziano in pubblico, la mamma invece di rimproverarlo (una cosa è se lo rimprovera un estraneo, ma se lo rimprovera la sua mamma resta traumatizzato), dice “A scuola non gli hanno insegnato l’educazione”.
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