Montecastello

Montecastello

Giancarlo Patrucco

Clemente Accornero

Torino e Alessandria le città più inquinate in Piemonte – Alessandria Oggi

Da Alessandria

A Montecastello 12 chilometri

 

 

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Il municipio del paese – abitanti 300 c.a

Breve storia di Montecastello

Montecastello si trova a 10 km da Alessandria e costituisce una delle ultime balze del corrugamento collinare del Basso Monferrato di fronte alla confluenza tra Tanaro e Bormida.

Il promontorio che domina l’ansa del Tanaro offre un’ampia veduta della pianura di Marengo tra Bormida e Scrivia sullo scenario del pre-appennino tortonese che sfuma nell’Oltre Po pavese.

L’abitato, insediamento antichissimo, era situato, già durante il paleolitico superiore, nella piana ad est della collina.

Sulla collina si ergeva un’antica torre saracena adibita a colombaia, precorritrice del telegrafo ottico dell’Ottocento che al castello ebbe tra il 1849 e il 1852 una stazione funzionante per il collegamento di Torino con Genova e Piacenza.

Fu in epoca romana che l’antico generico “Villaro” assunse il nome di Pontianum dal patronimico Pontius di una famiglia latina insediatasi in loco mentre l’attuale toponimo fa capolino nei documenti verso la fine del 1100 ed ebbe grande notorietà, oltre che per la posizione strategica per la frequentazione della  “Strada della Serra” che aveva il suo capolinea alla

Madonna di San Zeno (frazione di Montecastello) e rappresentava un percorso preferenziale in zone maggiormente abitate e coltivate, più sicuro che le strade delle foreste planiziali: paludose, insicure, poco abitate (Silva Danea, Frascheta, Palus astensis).

Montecastello nel 967 viene infeudato da Ottone I° ad Aleramo dei Marchesi del Bosco, quindi ne vengono investiti i Bellingeri di Pavia con facoltà di fortificarlo.

All’antica torre saracena, per dare maggior peso difensivo vengono aggiunte, in tempi diversi, mura e barbacane, due torri bertesche e quattro torrioni angolari con merlatura ghibellina, mentre una prima linea difensiva di sbarramento viene predisposta a metà colle con l’erezione di un robusto torrione con doppio ponte levatoio (per pedoni e carri) per il controllo dell’accesso al ricetto.

Il torrione poteva contare sull’apporto difensivo naturale del Rio Sgorgione a sud ove sorgeva la casamatta denominata Forte Fuentes rovinata nel sottostante Corneto in seguito alla piena del Tanaro del 1666, mentre ad est sorgeva la casamatta dello Spalto detta di Macallè dominante la strada di Santa Caterina e demolita, per pericolosità, nel 1965.

I Bellingeri, Signori pure di Bassignana e Rivarone, nel 1180 cedono Montecastello al Comune di Alessandria.

Seguono periodi di lunghe controversie tra i Marchesi del Monferrato, il Comune di Alessandria, quello di Pavia ed i Visconti di Milano, i quali, di volta in volta, quando non lo assalgono e distruggono, si scambiano la Rocca a garanzia dell’osservanza dei patti.

Infine Montecastello viene infeudato (1535) con il titolo comitale agli Stampa di Milano per passare nel 1707 sotto il governo subalpino.

Carlo Emanuele III fu a Montecastello con il figlio Vittorio Amedeo alla Battaglia di Bassignana nel 1745 quando fissò il Quartier Generale al castello.

Vittorio Amedeo, succeduto al padre nel 1773, vi ritornò nel 1786 – 1787 e Carlo Alberto nel 1842 – 1843.

Proprietari del maniero, ricostruito con qualche ammodernamento dopo le distruzioni del 1648 da parte delle truppe franco – savoiarde, e del 1745 dei franco – spagnoli, erano gli Stampa di Milano che lo affittarono per un periodo al Conte Piola Segretario del Regio Consiglio di Stato.

Il castello passò poi alle famiglie Garrone – Arnaboldi nel 1877, ai Bolgeo di Bassignana (1936) ed i Ghidini Ianne (1993).

Durante il periodo fascista perse la sua autonomia amministrativa e venne aggregata al vicino comune di Pietra Marazzi, da cui divenne indipendente solo nel 1956.

Tratto da Montecastello. San Zeno della Valle e la Strada della Serra, Spinetta Marengo, Tau.

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Giancarlo Patrucco Clemente Accornero

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