No alla riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari voluta da Di Maio

IL 21 SETTEMBRE non  dobbiamo consentire a Di Maio di salire un’altra volta sul balcone di qualche Palazzo  Istituzionale per festeggiare  la cosi detta “ Riforma che taglia in maniera lineare il numero dei deputati e dei senatori.

Questa riforma risponde solo  a logiche populiste improntate all’antipolitica, sarebbe  la vittoria di chi vuole superare la democrazia rappresentativa ed imporre al Paese il modello Rousseau.

Tutte le proposte del passato partivano da un ripensamento di Camera e Senato per giungere al superamento dell’attuale bicameralismo perfetto, operante solamente nel nostro Paese. Il Senato doveva occuparsi delle Regioni, assegnando alla sola Camera dei Deputati il compito di legiferare e di dare la fiducia al Governo. Questo del resto era il disegno contenuto nelle proposte di modifica Costituzionale elaborate dal governo Renzi e respinto dal precedente  Referendum per l’opposizione dei grillini e della Lega

In realtà la proposta grillina si limita al puro e semplice taglio del numero dei parlamentari: Senato da 315 membri a 200; Camera da 630 componenti a 400.

L’obiettivo dell’operazione è puramente populista e demagogica: non centra né il risparmio e tantomeno la funzionalità del Parlamento se si continua a mantenere invariato il ruolo del bicameralismo perfetto.

Gli sprechi vanno ricercati nell’inefficienza complessiva della macchina pubblica, costituita da circa 4 milioni di dipendenti pubblici e non nel taglio di qualche decina di parlamentari.

Il realismo politico nella contingenza va praticato con rigore al servizio di un progetto strategico.

Quando il PD, circa un anno fa, accettò il taglio dei parlamentari, chiese al M5S e a Conte due garanzie: una riforma elettorale adeguata e ritocchi costituzionali necessari per rendere funzionante la democrazia rappresentativa con il ridotto numero degli eletti. Non abbiamo avuto né la prima cosa, né la seconda.

Non dobbiamo regalare il taglio dei parlamentari ai populisti. E’ da trent’anni dice Tommaso Nannicini che a furia di non regalare il taglio dei parlamentari ai populisti, il giustizialismo ai giustizialisti, il moralismo ai moralisti, l’antipolitica ai populisti, abbiamo prodotto disastri, svilendo la dignità della politica e la qualità delle istituzioni.

QQualche volta dobbiamo dire NO, e far si che le scelte di modifica della Carta Costituzionale non siano né improvvisate né tantomeno improntate ad obiettivi demagogici.

Non possiamo affidarci a personaggi di governo improvvisati e sprovveduti. Improbabili alleati. Sono debolezze impolitiche ridotte a movimenti di opinione. Ne pagano il prezzo il buon funzionamento del sistema istituzionale e il buon funzionamento della gestione politica del Paese.

  di  Alfio Brina

1 Commento

  1. Non penso che tutte le preoccupazioni espresse per sostenere il NO siano così fondate.
    Ridurre il numero dei parlamentari non reca nessun danno al nostro paese lo sosteneva già Nilde Iotti in tempi in cui il M5s non esisteva ancora.
    Un politico come Brina che indica di votare No, per non far esultare sul balcone i 5s, avvia il pd ad un suicidio politico.

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