Partiti senza quattrini in balia dei candidati

Follow the money, dice un vecchio adagio, se vuoi sapere chi comanda. Ecco – se ce n’era bisogno – un’altra prova che i partiti, ormai, contano sempre di meno. La polemica di questi giorni sul candidato sindaco a Milano sembra una sceneggiatura di Scarpetta. A due settimane dal voto, Bernardo ha minacciato il ritiro se le liste che lo appoggiano (?!) non mettono un po’ di euro nel piatto. Finora, ce li aveva messi solo lui. Ma la notizia – ancora – più tragicomica è nell’entità del contenzioso. Intorno ai cinquantamila euro a partito. Insomma, la scalata alla capitale finanziaria d’Italia, ed una delle locomotive d’Europa, costerebbe – vuoto per pieno – meno di un quartino di periferia. Delle due l’una. O siamo alla bancarotta. O i soldi veri stanno da qualche altra parte.

Al solito, la verità è nel mezzo. Con la nuova legislazione sul finanziamento pubblico, i partiti hanno sempre meno risorse. Lasciamo stare se sia un bene o un male. Su questo gli italiani litigano – a botta di referendum – da trent’anni. Il dato che deve preoccupare è che le vecchie nomenclature non sono in grado di attrezzarsi per intercettare nuovi canali, e risorse fresche. Usano male – malissimo – perfino la regalia del 2 per mille, non fanno crowdfunding, non sfruttano le infinite potenzialità della rete. Al massimo, piangono miseria. E, soprattutto, si guardano bene dall’attivare le procedure che – in modo trasparente e legittimo – potrebbero fare in modo che intervengano – mettendo mano alle tasche – le associazioni, le aziende, i sindacati e tutti i gruppi – o gli individui – che sono interessati a perorare coi propri soldi la propria causa. Come avviene nelle democrazie mature, ormai da oltre mezzo secolo. Quanto può durare questo stallo? Basta dare uno sguardo all’America per vedere repubblicani e democratici che si combattono a suon di vagonate di milioni e milioni di dollari. E basta voltarsi indietro, per ricordarsi come, trent’anni fa, un tycoon con le idee fin troppo chiare discese in campo con un proprio partito, sbaragliando le macchine da guerra di cartapesta degli avversari. Se i partiti continuano a pensare di vivacchiare di rendita perfino nelle competizioni più ambite, aspettiamoci un altro terremoto dietro l’angolo.

Anche perché a questa debacle del controllo finanziario centrale fa da contraltare – e contrappasso – il fai-da-te dei microcandidati. I soldi che non ci mettono i partiti ce li mettono gli aspiranti consiglieri. E state certi che, in qualche modo, prima o poi passeranno all’incasso. Basta scorrere sui giornali gli sfoghi dei poveri candidati falcidiati dalla esclusione delle liste a Napoli, per farsi un’idea di quali somme fossero già state investite nella speranza di guadagnarsi un seggio. Soldi cash cui – probabilmente – vanno aggiunti i cosiddetti «pagherò» che compongono le partite di scambio in natura – diciamo così – legislativa. Se, dunque, si «segue il danaro» ci ritroviamo con candidati sindaco che devono elemosinare dai partiti – più o meno organici – qualche spicciolo per pagarsi un po’ di manifesti. E la pletora delle micro-macchine dei candidati di ogni ordine e grado che si alimentano dove e come possono. Pensando, ovviamente, a se stessi, ben consapevoli che nelle casse di partito c’è un vuoto torricelliano.

Un vuoto che, inesorabilmente, corrisponde all’assenza di direzione politica. Quando, a metà ottobre, conosceremo il verdetto delle urne, state certi che le segreterie dei vincitori si affretteranno col pallottoliere a segnare le nuove postazioni. Non fatevi ingannare. Le vittorie – così come le sconfitte – non dipendono dai partiti in campo, e tantomeno dai contrassegni che avranno timbrato sulle liste – sempre che ci siano riusciti. Stiamo assistendo alle ultime repliche di uno spettacolo con vecchi personaggi, in cerca di nuovi autori. Partiti senza candidati, candidati senza partiti. Per chi abbia voglia di voltare pagina, si aprono praterie.

di Mauro Calise.

(“Il Mattino”, 20 settembre 2021).

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*