Per un po’ di visibilità si è disposti a tutto

Ma che sta succedendo? Deputati e Senatori di Forza Italia a far quadrato “contro lo strapotere della Magistratura”, la Meloni e tutta “Fratelli d’Italia” in posizione attendista… i Grillini che “si smarcano” e ipotizzano un ritorno di fiamma fra Salvini e i Berlosconi-friends… il PD che stigmatizza, attacca, incide… ma sembra più un ufficio periferico dell’Associazione Magistrati che un partito politico. Il motivo del contendere? La notifica di reato (sequestro di persona) firmata dalla Procura di Palermo, riprodotta qui sotto in originale, riferentesi al blocco sulla nave della Marina Militare (la famosa “Diciotti”) di un centinaio di migranti, salvati in pieno Mediterraneo. La giurisprudenza parla chiaro nello specifico: la salita sulla “Diciotti” equivale a tutti gli effetti all’ingresso sul suolo nazionale italiano e, pertanto, il provvedimento era doveroso, oltre che atteso. Cambia, in diminuendo l’imputazione (come si rileva dalla seconda parte dell’Editoriale, sostanzialmente tratta dal redazionale di oggi comparso su Repubblica on line) e viene confermato l’avvio di un procedimento a carico del Ministro degli Interni con esiti difficilmente preventivabili.

Proprio perché “atteso” diventa ancora più grave (e negativa) la strumentalizzazione che ne viene fatta con una pantomima degna del Grillo dei tempi d’oro: premessa con anticipazione delle posizioni di parte, apertura della notifica del dott. LoVoi, precisazione che “loro non sono votati”, per finire con il teatrino dell’inserimento del documento sotto la cornice di un grande quadro. Verrebbe da dire “patetico”… ma ci si sbaglierebbe. Ciò che è sotteso all’atto di oggi, a questa curiosa e imbarazzante reazione, sta tutto nel voler riprendere la centralità della scena politica, troppo assorbita dall’altro Ministro “politico”, quello dell’Industria ecc. Di Maio. Una “boutade” mediatica utile per i Telegiornali e per FaceBook, senza particolari conseguenze per il Salvini politico, almeno a stare alle prime dichiarazioni. Inorridite e offese dalla tracotanza della Magistratura, in chiave “berlusconiana”,  quelle del centro-destra forzista, silenziose quelle grilline (con probabile smarcamento con assenze o astensioni nei momenti topici) e con PD e sinistre ad invocare l’intervento del Capo dello Stato in presenza di un “vulnus” costituzionale. Posizione corretta, d’altra parte immediatamente segnalata dall’ANM in una specifica nota, ma poco efficace per contenuto politico e mediatico. Sì…. “mediatico” perché, ancora una volta, si ha la conferma di come intende operare questo Governo, specie in alcune sue figure: propaganda elettorale continua, ricerca del contatto diretto e sinuoso con il maggior numero possibile di cittadini, anticipazioni di posizioni e valutazioni, onde provocare reazioni nell’avversario, costretto il più delle volte a “puntualizzare” e ad “appellarsi ad organi di controllo e garanzia”. Utile, invece, sarebbe affrontare a viso aperto chi strumentalizza, riportandolo ai dati reali, uno contro uno … subito.   Già un’ora dopo rischia di essere troppo tardi.

I segnali che questa giornata ci rende ancora più chiari sono – inutile ricordarlo – sconfortanti. In  pochi mesi di Governo, si è capito che non si finanzieranno più progetti seri di integrazione , che si interverrà duramente per lo sgombero delle case occupate in modo non regolare, il tutto all’interno di iniziative di ordine pubblico forti. I “taser” e i nuovi strumenti che stanno per essere consegnati alla Forze dell’Ordine ne sono una conferma. Avremo città più “bianche”, anzi “più italiche”, con gente sempre più chiusa in se stessa e collegata al mondo solo via TV o social. Avremo serate senza rumori particolari, se non quelli delle sacre auto da diporto personale. Avremo probabilmente più organizzazione nella pulizia e nel riciclo ma meno socialità ed apertura a quanto succede fuori dal nostro cortile. Avremo scuole e università più controllate e indirizzate… E temo di non sbagliarmi. Salvini ha in mente questo, e per questo “ordine tipo Stresa” (ridente cittadina sul Lago Maggiore) alle dieci di sera, è disposto a tutto. Un “mortorio” con tutto che funziona in apparenza ma con situazioni drammatiche… appena si va a scostare qualche persiana. Ma l’importante è apparire. Per converso, e qua ci fermiamo, le forze di centrosinistra responsabili dovrebbero continuare a segnalare che tale “calma piatta” è “a tempo” e ha comunque costi altissimi. Magari non visibili qui… ma di cui il cittadino contento della sua “sagra del pesce” o della “serata con Albano”, deve essere ben cosciente. E se nessuno inserisce più le questioni in un quadro generale, facendo ben presente quali dinamiche geopolitiche ed economiche sono in ballo, continueremo a vivere in questo limbo.

Ma, attendendo altre azioni narcotizzanti, leggiamo più in dettaglio cosa è successo.

“La procura di Palermo ha inviato gli atti dell’inchiesta su Matteo Salvini, per il blocco dei migranti a bordo della nave Diciotti, al tribunale dei ministri. Il reato ipotizzato è quello di sequestro di persona aggravato, “commesso nel territorio siciliano fino al 25 agosto 2018 – informa una nota del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi – in pregiudizio di numerosi soggetti stranieri“. Dell’avvio della procedura è stata data comunicazione al ministro Salvini, un ufficiale del Reparto operativo dei carabinieri di Palermo ha consegnato una busta al capo del Viminale, contenente una lettera del procuratore Lo Voi. “Notifica degli avvisi è stata fatta anche ai soggetti da ritenersi persone offese del reato ipotizzato – spiega ancora la nota del magistrato – come previsto dalle disposizioni della legge costituzionale numero 1 del 1989 e della legge numero 219 del 1989“.


La notizia, trapelata qualche minuto prima, la dà Salvini alle ore 18 in diretta Facebook leggendo l’atto agli italiani che sono collegati in 25mila, informa. Dopo un affondo su quei giudici “che si dicono di sinistra”, afferma di essere molto sereno. La notizia principale per il vicepremier è che organi dello Stato “non eletti” indagano un altro organo dello Stato “eletto dal popolo”. Su questa falsariga continua chiamando i suoi elettori “complici” delle sue azioni. Non si dice né preoccupato, né terrorizzato. E aggiunge di non avere tempo da perdere con gli avvocati. Cita i suoi soliti “nemici” che si fregheranno le mani, tra cui Roberto Saviano, Gad Lerner, Matteo Renzi, Fiorella Mannoia. E ripete più volte che ha sequestrato per più giorni, secondo i giudici, persone che sono già scappate senza farsi identificare. “Io avrei sequestrato 100 persone scappate dalla guerra, e 75 di questi a cui è stato offerto vitto e alloggio sono spariti…li metti in albergo e scappano“. E conclude: “Mi dicono che rischio fino a 15 anni. Pazienza, mi verrete a trovare a San Vittore. Io non mollo di un millimetro“.Il procuratore Lo Voi specifica che “ai sensi delle disposizioni di legge, la competenza a svolgere le indagini appartiene al Tribunale dei ministri; nessun atto di indagine è stato quindi compiuto dalla procura, che ha pertanto proceduto esclusivamente sulla base degli atti ricevuti e degli elementi, in fatto e in diritto, allo stato dagli stessi ricavabili“.

Dunque, dei quattro reati contestati dalla procura di Agrigento al responsabile del Viminale e al suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi resta il sequestro di persona, cadono il sequestro di persona a scopo di coazione (l’ipotesi più grave), l’abuso d’ufficio e l’omissione di atti d’ufficio. La procura di Palermo ha ritenuto inoltre di non dover indagare il prefetto Piantedosi.
In serata (di venerdì 7 settembre) l’Anm scrive una nota: “Le dichiarazioni di oggi del Ministro dell’Interno, intervenute dopo la notifica degli atti da parte della Procura di Palermo in merito alla vicenda della nave Diciotti, rappresentano un chiaro stravolgimento dei principi costituzionali, che assegnano alla magistratura il compito e il dovere di svolgere indagini ed accertamenti nei confronti di tutti, anche nei confronti di chi è titolare di cariche elettive o istituzionali“.   Non c’è bisogno di aggiungere altro.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*