Piemonte. Le Elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale

 

Domenica 26 maggio, oltre alle elezioni del Parlamento Europeo, si vota anche per il rinnovo del Consiglio Regionale del Piemonte.

Il Piemonte è la regione che ha pagato il prezzo più alto in rapporto alle trasformazioni indotte dalla globalizzazione. Era una Regione, legata per oltre un secolo alla monocultura industriale dell’automobile e più in generale dei trasporti, con Fiat centro strategico e propulsivo, la quale è potuto avvalersi, per decenni, della protezione dello Stato, quale committente esclusivo per la fornitura di mezzi alla Pubblica Amministrazione sia civili che militari, oltre a garantire una certa protezione doganale. La globalizzazione, con la sua travolgente apertura dei mercati ha intaccato questa copertura protezionistica. Il mercato si è esteso, consentendo alla nostra produzione industriale, agricola e della moda, di affermarsi in molte parti del mondo, così come prodotti di altri paesi hanno potuto fare ingresso in Italia. Questo salto qualitativo ha coinciso con l’accelerata innovazione tecnologica determinata dalla diffusione dell’informatica e dalle nuove scoperte scientifiche come l’automatismo e la robotica.

L’economia piemontese ha di conseguenza dovuto far fronte ad una conversione del proprio sistema produttivo, superando la monocultura che aveva caratterizzato il proprio passato, non solo per quanto riguarda l’auto, ma anche per il comparto tessile particolarmente radicato nell’area del biellese. Sono così venuti alla ribalta comparti nuovi legati al turismo, sia culturale che paesaggistico, all’agroalimentare: dolciumi. carne, ristorazione, formaggi e vini; il settore dell’innovazione tecnologica, quello aereo spaziale, dell’energia pulita ecc.

La Fiat nel frattempo da azienda nazionale si è trasformata in una società di dimensioni internazionali spostando il proprio baricentro operativo e di mercato nel continente americano.

La globalizzazione ha avuto, nella nostra Regione, un costo elevatissimo in termini occupazionali e di cessazione produttiva di molti comparti industriali. Un costo pagato sia dal mondo operaio quanto dalla diffusa rete di artigiani e piccoli e medi imprenditori che costituivano la rete di supporto, il così detto “indotto” alla più robusta struttura produttiva. Conseguenze negative si sono riversate anche sul comparto legato all’edilizia come gli architetti ed ingegneri costretti a ridimensionare o chiudere i propri studi di progettazione.

Il Piemonte ha dovuto contare essenzialmente sulle proprie forze: industriali, economiche, politiche, finanziarie e culturali.

Il processo di riconversione generale dell’economia piemontese ha avuto come punti di riferimento le istituzioni: la Regione ed il Comune di Torino, Il sistema creditizio, il sistema universitario, le organizzazioni imprenditoriali e di categoria, le forze politiche e sindacali.

Sergio Chiamparino, prima come Sindaco di Torino per dieci anni e poi come governatore del Piemonte per cinque anni, con il sostegno del P.D. e di parte della sinistra, è stato uno degli artefici di questa difficile quanto problematica riconversione. La sua ricandidatura a Governatore della Regione Piemonte rappresenta, per gli abitanti di queste comunità, una garanzia in termini di continuità e di coerenza con quanto fatto e con quanto resta ancora da realizzare compreso il collegamento ferroviario dell’Alta Velocità con la Francia.

Il Piemonte regione di confine, ma anche regione all’avanguardia nei processi innovativi del paese non può restare indietro nemmeno in questo campo. Visioni campanilistiche frutto di miopia politica legata a concezioni di “Decrescita felice”, come sostiene il Movimento 5 Stelle, vorrebbero farci tornare indietro.

Il pianeta Terra non si salva proponendo un ritorno al passato, bensì prospettando soluzioni razionali ai problemi che l’urbanizzazione e la crescita della popolazione mondiale vanno ponendo, come l’adozione di energia pulita (elettrica) per i trasporti, coltivazioni agricole su basi biologiche, impianti di depurazione per le immissioni di gas da parte delle industrie, un rispetto dell’ambiente ed un uso più razionale del suolo.

 

Alfio Brina

 

 

 

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