Segnali di pace “dal basso” per Cipro

Lo scorso 3 ottobre a Dherynia, Cipro del sud, è stata organizzata una marcia per dimostrare la volontà popolare di vedere un’isola unita sotto condizioni eque per entrambe le parti.
L’isola del Cipro è divisa in due stati dal 1974, dopo la guerra in cui sono state coinvolte la Grecia e la Turchia. Mentre la parte meridionale è Stato membro dell’Unione europea dal 2004 la parte settentrionale dell’isola invece è riconosciuta soltanto dalla Repubblica di Turchia.
Dal conflitto armato del 1974 a oggi, tutti i tentativi nazionali e internazionali sono falliti e l’isola è rimasta spaccata in due, con la capitale (Nicosia) situata su due territori e con una serie di problemi economici, amministrativi e politici da risolvere.
Tuttavia, mentre una serie di forze locali e internazionali hanno sempre spinto per una soluzione basata su 2 Stati indipendenti, diverse realtà locali si impegnano da tempo per l’unificazione dell’isola in uno Stato unico. La manifestazione del 4 ottobre aveva proprio l’ intento di perorare questa causa.
“Con la spinta dei partiti politici AKEL, BKP e YKP e con il sostegno di 106 realtà, ong, collettivi, sindacati e partiti extraparlamentari, sia dal nord che dal sud abbiamo deciso di rompere il silenzio e proporre la nostra soluzione”. A raccontare i fatti è Christos Christofides, giornalista in pensione e attivista di sinistra, residente nella parte meridionale dell’isola.
Christofides e alcuni media locali sostengono che in questa marcia hanno partecipato circa 4 mila persone, un numero notevole per l’isola. “Il sud è governato da una corrente conservatrice e di destra e al nord ha vinto un’altra coalizione analoga soprattutto con il sostegno della Turchia. Naturalmente, a oggi, la soluzione proposta da questa ala politica è quella separatista. Eppure parlando con gli abitanti dell’isola si capisce subito che la volontà del popolo è adoperarsi per unificare nord e sud” dice Christofides e sottolinea che questa iniziativa è l’inizio di un percorso.
Infatti in passato ci sono stati diversi tentativi comuni per creare un piano condiviso per unire l’isola riconoscendo a entrambe le parti gli stessi diritti. I portavoce storici di questa posizione politica sono il BKP al nord e l’AKEL al sud. “Anche l’ex Presidente del nord, Mustafa Akıncı, era a favore di unire l’isola, ma dopo la sconfitta elettorale subita l’anno scorso, possiamo dire che ci troviamo di fronte a un governo che ha archiviato questo piano”.
Christofides specifica che lo scorso anno si sono svolte due manifestazioni contemporanee nelle due parti dell’isola, entrambe riscontrando un’alta partecipazione. Ciò prova come a volontà popolare paia essere a favore dell’unificazione dell’isola. “Invece i partiti al governo hanno una linea nazionalista e strumentalizzano molto bene tutti i problemi irrisolti che le persone si portano dietro da 40 anni”. Secondo Christofides sono da considerare due altri elementi che minano il dialogo: la gestione delle risorse naturali scoperte qualche anno fa nelle acque del Mar Mediterraneo e la corruzione. “Anche nei Pandora Papers, oggi, si parla molto dell’isola. Penso che una buona parte della classe dirigente di Cipro sia coinvolta in questo scandalo e cerchi di salvarsi”.

Evasione fiscale, riciclaggio di denaro, basi militari delle terze parti, crocevia del trasporto delle risorse naturali non rinnovabili, commercio delle droghe, tratta degli esseri umani e progetti di diversi servizi segreti sono solo alcuni problemi che strozzano l’isola. Tuttavia c’è ancora oggi una parte della società che vuole vivere in una Cipro unita e con pari diritti per tutti.

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