Sognando la Kamchatka

Il nuovo spettacolo in prima nazionale di Corrado Accordino

                                                                                          

Sognando la Kamchatka è’ il nuovo spettacolo in prima nazionale, con la drammaturgia di Corrado Accordino, che ne è anche interprete con Massimiliano Loizzi e Marco Rispoli, (cito con piacere la competente assistenza alla regia di Valentina Paiano) prossimamente a Milano al teatro Libero.

Accordino è una di quelle sempre più rare persone “gentili”, dove la gentilezza ha la capacità – e la necessità – di spietatezza, primaria qualità dell’amore, oggi aimè mistificata e declinata in arroganza e volgarità.Amore e Amicizia, due dei sentimenti più difficili, come ben scrive Rilke a proposito del difficile lavoro dell’amore e come bene ci sa mostrare Accordino in questo suo spettacolo che affonda la sua sottile lama nel sentimento dell’Amicizia.

L’occasione mensile di tre amici per “passare una serata tra uomini “ è giocare a Risiko”( da qui, dalla conquista della Kamchatka, il titolo dello spettacolo), occasionedove il divertimento assume una forma di sparatoria tra i tre, un autista di auto di lusso, un ex rivoluzionario e un attore sempre in gavetta.

Dove sono finiti gli ardori giovanili? Le passioni che ci facevano artefici di ogni cambiamento possibile ? Dove le utopie e le eresie? La vita sognata ci scaglianecessariamente sempre lontano dai nostri sogni? Forse è proprio nel non fare mai un passo indietro l’arte della Vita e, se indietro ci sarà un passo da fare, è solo per rinnovare la spinta della risalita?

L’Amicizia è uno dei sentimenti molto trattati e non solo in letteratura.Chi è amico di chi? “ ci interroga lo sguardo interiore che la psicanalisi snida e la filosofia dissotterra la filia : amico ci è il simile, l’uguale o il diverso da noi ? Amico è chi ci ama comunque noi siamo o chi ci aiuta – specchiandoci- a divenire migliori ? Amico è chi fa risuonare di noi il meglio o il peggio?

Hermann Hesse in “Narciso e Boccadoro” ci racconta l’infinito e difficile lavoro dell’amicizia, quel venire al mondo insieme, capaci di accettare l’altro perchè iniziati a riconoscere i nostri limiti, le nostre bellezze e nefandezze, luci e ombre che ci abitano e che troppo spesso – se ignorate – ci muovono.

E in questo divertente, ironico e politicamente scorretto spettacolo emergono, come in un incalzante can can, tutte le facce dell’amicizia, fatta di segreti e di complicità,di amori e vendette, di pensieri inconfessabili e parole da tacere, che però tacere non sanno.

E’ proprio questo il dubbio che ci lascia Accordino: l’essere umano e davvero capace di amore e di amicizia?

O queste parole sono solo poveri simulacri di qualcosa che non sappiamo più provare, perchè l’usa e getta a cui ci siamo condannati polverizza ogni cosa rendendoci misere terre aride, così come abbiamo fatto del il nostro pianeta?

C’è ancora qualcuno che conosce il sacrificio? L’arte del fare sacro un incontro, una relazione? O siamo riusciti a liquefare e liquidare definitivamente tutto quello che ci tiene in vita e ci fa fratelli ?

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