Sornioni e veloci

Il titolo può sembrare contraddittorio, ma chi era presente alla partita di giovedì con il Giana sa che risponde a verità. Proprio come un orso (di quelli belli visti e robusti) i Grigi si muovono compassati, non mollano mai la presa contrastando colpo su colpo e poi, con facilità fanno filtrare palloni veloci al centro, verso Eusepi e Arrighini oppure “unghiano” sulle fasce. Al centro, Sulijc e Chiarello su tutti, sulle fasce il duo Cambiaso – Celia. Quattro pedine  fondamentali, perché hanno tecnica, senso della posizione, velocità di esecuzione, capacità di fraseggio  e buon piede. I primi per passaggi filtranti, i secondi  per gli immancabili cross. Spesso liberi, specie Cambiaso, si fanno notare dai compagni con ampi gesti delle braccia e, se serviti, sanno come comportarsi. La catena di trasmissione centrale si basa, come ormai abbiamo imparato, su una doppia fase di gestione delle palle in difesa e a centrocampo. Sembra fantacalcio… invece è proprio così. Prima Cosenza (e Valentini, nonostante il ruolo di n. 1) organizzano/caricano al meglio Sciacca, Prestia e co.  per contenere e contrastare il più possibile,  poi si passa alla “costruzione”. Punti di riferimento sono Sulijic e Chiarello, difficilmente altri.  Di solito “lavorano” la palla il meno possibile, preferendo passaggi filtranti o giocando a flipper, praticamente “di prima”, per guadagnare più spazio possibile. Obiettivi predestinati delle operazioni  i due centro-boa: Eusepi e Arrighini. Una sequenza di momenti successivi, quasi una moderna “block chaine”, sempre nuova e imprevedibile, con il battistrada (quasi) sempre nel punto giusto. Passaggi veloci, filtranti, quasi “unghiate” che fuoriescono da una mischia, da una azione in orizzontale degli avversari, da un loro errore, da una loro distrazione…da un rimpallo. Una squadra cinica e fredda, un vero orso da combattimento, che stavolta ha azzannato quattro volte, senza danni. Oltretutto con piacevoli ciliegine che ne attenuano la ruvidità, come la velocità ad intuire il pasticcio tra portiere e terzino del Giana al minuto numero 2, con successivo spostamento e zampata di Eusepi; oppure la tranquillità professionale con cui Chiarello ha confezionato il terzo gol. Da manuale del calcio. Piccola mossa di corpo, spiazzamento del portiere in uscita e mira perfetta all’angolino basso. Oppure l’ultima, ancor più zuccherosa, di Eusepi che – volentieri – concede l’opportunità del rigore (e del riscatto dopo l’errore di Grosseto) al giovane Pandolfi. Che questa volta non sbaglia e porta a quattro il bottino. E, dopo essersi fatti una abbondante scorpacciata di gorgonzola Giana, si è pronti per il lago. Proprio quel ramo del lago di Como “che volge a Mezzogiorno”, nella Lecco di manzoniana memoria. Ci dispiace per tutta la truppa, per Lucia Mondella, per Renzo, per Don Abbondio e Perpetua… ma questa volta vince il “Griso” (*) , anzi …. vincono i Grison.

 (*) Nei “Promessi Sposi” uno dei “Bravi” più scaltri e intelligenti.

post scriptum: “Il Griso ha fatto il suo lavoro e la serata del 29 settembre è stata realmente la Notte degli Inganni.  Arrighino, Eusepio, el Grison, Ciaréll e compagni han fatto d’inverno… Due a zero al Lecco a casa sua…. e via. Mantelli in spalla e si ritorna in pianura…al sicuro”.

 

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