Telmo Pievani: Atlante dell’evoluzione umana

Recensione Atlante dell’evoluzione umana
Atlante dell’evoluzione umana
Telmo Pievani
Scienza
Libreria Geografica
2018 (4° ed.)

di Valerio Calzolaio

 

Terra. Da circa sei milioni di anni fa a oggi (giorno più, giorno meno). Le scimmie antropomorfe cominciarono a camminare, in vario modo, bipedi alternativi. Poco distanti dalla costa orientale dell’Africa, lungo i 6.000 chilometri della Great Rift Valley si erano formate molte praterie e savane, stare sugli alberi serviva a poco. Varie forme umane hanno cominciato a camminare molto, a diffondersi sul continente e poi in Eurasia, “spinte” da esigenza di cibo o da cambiamenti climatici e geofisici. Non abbiamo smesso più. E, poi: il calendario geologico, la deriva dei continenti, le industrie litiche, il cespuglioso albero tassonomico, il paleoclima, il colore della pelle, le ultime scoperte. Ci sono volumi indispensabili pure a chi non ha studiato e lavora per vivere, a chi non legge e qualche volta si limita a sfogliare riviste o scrivere messaggi, a chi preferisce ascoltare poco e comunque esprime spesso le proprie opinioni. Tutti facciamo spesso fatica a convivere, non solo nel contesto dove siamo capitati, non solo in mezzo a coloro che frequentiamo per vari tipi di legami, talora anche con noi stessi. E sguardi, sorrisi, profumi, carezze sono certamente importanti per sopravvivere. Un pochino forse aiuta sapere cosa ci accumuna a esseri viventi, come siamo divenuti un eucariote animale cordato mammifero primate aplorrino ominide homo, perché oggi ne siamo 7 miliardi e mezzo qui e là, uomini e donne, vecchi e infanti. Con un ricchissimo accurato apparato iconografico e divulgativo (foto, mappe, schemi, tavole sinottiche, ricostruzioni cartografiche, testi sintetici, box riassuntivi) l’Atlante illustra da dove veniamo e dove possiamo andare (a parare). Le cinque parti hanno in fondo una “linea del tempo” che mostra cronologicamente l’evoluzione: l’alba degli ominini e le prime diaspore (fino a 100.000 anni fa), una pluralità di forme umane nel vecchio mondo (da 500.000 a 25.000), la seconda nascita di Homo sapiens (da 60.000 a 12.000), la rivoluzione neolitica e l’espansione globale (da 12.000 anni fa), la diversità dei geni, dei popoli e delle lingue e i crocevia dell’umanità. In chiusura una selezionata bibliografia ragionata.

Telmo Pievani (Gazzaniga, Bergamo, 1970) è ordinario di Filosofia delle Scienze Biologiche e prorettore a Padova. Nel 2011, insieme al compianto Luigi Luca Cavalli Sforza, curò la mostra “Homo sapiens: la grande storia della diversità umana” al Palazzo delle esposizioni di Roma (replicata a Trento, Novara e Milano negli anni successivi), con un progetto espositivo internazionale cui collaborarono vari scienziati e strutture tecniche con appositi materiali. L’apparato cartografico fu realizzato da Libreria Geografica e nacque l’idea di una intesa stabile, il volume ne è uno straordinario risultato, aggiornato ogni due anni. Sono stati rielaborati testi chiari e semplici per accompagnare una lettura visiva che trasmetta comprensione anche emozionale. L’ultima parte, quando ormai eravamo rimasti soli e ovunque, riprende la recente scienza della genetica delle popolazioni, grazie agli studi sul mosaico delle famiglie linguistiche del mondo. Certo, ormai molto si trova sul web, giusto così. Tuttavia, la sequenza coerente dei popolamenti umani e dei nessi spazio-temporali, dei luoghi di rinvenimento e delle interdisciplinari ricostruzioni conseguenti, di mappe e immagini dei continenti e dei crani, delle impronte e degli artefatti, affiancata da poche frasi per ogni mappa e ogni immagine, è possibile solo sfogliando pagine una dietro l’altra o saltando qua e là presi dalla curiosità. Ecco un libro che una biblioteca comunale di ogni bacino d’utenza, una scuola di ogni ordine e grado, un’associazione di ogni ragione comune dovrebbe tenere in consultazione per ciascun visitatore, permanente o occasionale!

 

v.c.

Homo sapiens

https://twitter.com/vcalzolaio/status/1036185180845821952/photo/1

 

 

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