Un racconto nuovo (sulla “moneta”)

Ieri, parlando con un amico, riflettevo sullo “storytelling”, ovvero sulla capacità di raccontare storie come strategia di comunicazione e ricordavo una pièce di Alessandro Baricco, una “lectio magistralis” sull’arte e l’importanza della narrazione. Ragionavo sul fatto che i nostri avversari politici, un po’ con le fake news un po’ ripetendo ad oltranza una ricostruzione niente affatto rispondente agli accadimenti, sono riusciti a creare una realtà alternativa, strumentale ai loro fini, a cui ha aderito la massa o comunque la maggioranza dei consociati. Recentemente ho visto su facebook un post scritto da un amico socialista che ascriveva all’euro e all’Europa la causa di ogni male ed a Romano Prodi le colpe di aver sottoscritto i trattati con vincoli proibitivi per il Paese e di aver concordato (scelleratamente, secondo l’amico socialista) il cambio lira – euro in modo iniqui e pregiudizievole per noi. Insomma: la storia è stata riscritta e la nuova versione è ormai considerata vera anche da chi è avverso all’area politica che ha manipolato i fatti per il proprio tornaconto. Sappiamo che non fu Prodi a negoziare il cambio lira/euro. All’epoca l’Italia aderiva già all’SME (Sistema Monetario Europeo), che era entrato in vigore molti anni prima, addirittura il nel 1979. L’SME consisteva in un accordo per il mantenimento della parità di cambio prefissata ed aveva a riferimento l’ECU (credo lo ricorderete) , acronimo di European Currency Unit, che era una “moneta scritturale” e serviva unicamente a determinare il valore delle diverse valute nazionali europee (marco tedesco, lira, franco francese…). Anche se allora non ce ne rendevamo conto, l’ECU aveva già enorme importanza e condizionava le nostre economie: ricorderete i famosi “mutui in ECU”… Il suo valore era dato dalla media di tutte le valute nazionali membri dello SME. Nel 1992 la lira fu soggetta a enormi svalutazioni, per ciò, quando nel 1997 fu fissato il tasso di cambio sulla base del valore in ECU, la lira era molto debole rispetto ad esso, cioè rispetto al valore medio di tutte le monete europee. Ma il Trattato, ormai, era stato sottoscritto e l’avevamo anche ratificato… Il Trattato di Maastricht, che non fu negoziato da Prodi, era stato ratificato dal Parlamento Italiano con 403 voti favorevoli e soli 46 contrari. Tra le forze politiche che avevano espresso voto favorevole vi era anche la Lega Nord, che nei giorni immediatamente precedenti si era pronunciata a favore anche pubblicamente. Essendo la nostra una democrazia rappresentativa il parlamento è il popolo, quindi dal punto di vista tecnico – giuridico  non serviva alcun referendum popolare. Ma soprattutto: la nostra Costituzione (art. 75) non ammette “il referendum per … la ratifica dei trattati internazionali”. Il concetto è che mi pare si sia ormai ascritta a Prodi (ma non l’avrei condiviso neanche nei confronti di altri) la colpa dei malesseri che sono conseguiti alla nascita dell’Europa, ma la narrazione accreditata tra la gente comune impedisce che ci si soffermi a ragionare sulle condizioni in cui verseremmo se non avessimo aderito all’Europa. Anche la doglianza sulla iniquità del cambio lira/euro è figlia di un racconto artatamente distorto e semplicistico. Al momento della riunificazione della Germania Est con la Germania Ovest il genio di Kohl non fu tanto quello di aver previsto il tasso di cambio 1/1 tra marco dell’est e marco dell’ovest, ma di aver assorbito (aver fatto accollare alla Germania riunificata) l’intero debito della Germania Est, cosa per la quale fu fortemente criticato in patria. Faccio i complimenti agli amici di +Europa perché già nel nome hanno il senso e il fine dell’azione politica, e non mi sorprende che ad esso, più che ad altri partiti del centrosinistra, aderiscano i giovani, perché la vera novità, la vera alternativa, l’essere “controtendenza” passano oggi dalla riscoperta del vero, cioè dalla capacità di mantenersi al di fuori della narrazione a cui la massa ha aderito acriticamente. Compito di ciascuno di noi è quello di offrire un nuovo storytelling aderente al vero.

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