Vegni.  Il nostro futuro

La Valle Borbera iniziò a perdere abitanti  verso la fine dell’800, poi l’abbandono è proseguito inesorabile. Tante le cause:  paesi con un’economia povera, agricoltura, raccolta (il bosco) e allevamento, gli inverni freddi, la mancanza di strade che collegassero i centri più importanti, il legittimo desiderio di una vita migliore, a cominciare dalle scuole per i figli.  Il movimento migratorio dell’epoca si rivolse oltreoceano; in tempi più recenti verso le città vicine: Novi, Tortona, Alessandria, Genova, fino a Torino e a Milano.

Oggi si cerca di bloccare lo spopolamento mediante lo sviluppo del  turismo.  I paesi più grandi riescono a mantenere un numero sufficiente di abitanti, le frazioni no.  Una decina ormai in rovina, abbandonate. In altre fortunatamente  c’è il turismo stagionale di ritorno. Alcuni hanno acquistato la casa vacanze, altri sono i figli, meglio i nipoti, che tornano in estate nelle abitazioni dei  propri avi, ristrutturate, e ricostituiscono la comunità, sia pure temporaneamente.

Vegni , 1040 metri d’altitudine, è una frazione di Carrega Ligure (passato al Piemonte nel 1860), antica (i primi documenti risalgono al 1204) in un luogo paradisiaco: incontaminato,  con panorami aperti, albe e tramonti da fiaba, boschi, prati, fauna selvatica. Tranquilla, sicura e accogliente.  Le case sono in pietra, ultracentenarie.  Quelle in rovina fanno comprendere quanto fosse dura la vita in queste montagne; quelle ora abitate sono splendide, ristrutturate rispettando l’impronta urbanistica della frazione, con le comodità indispensabili, ma senza esibire un lusso che sarebbe fuori luogo.

Vegni contava 464 abitanti nel 1866, 450 nel 1891, 321 nel 1906, 200 nel 1928, 190 nel 1954, 31 nel 1959, 10 nel 1998, 4 nel 2017.  Nel 1959 nasce il Consorzio Rurale di Vegni;  10 anni dopo arriva la strada carrabile; nel 1979 l’acquedotto. Nel 1998 viene fondato il Circolo ACLI Il Carmetto, dotato di sito ufficiale, nella casa accanto alla chiesa di Santa Maria Assunta, associazione diventata l’anima della frazione, aggregante gli abitanti temporanei, organizzando pure manifestazioni estive.  Coloro che hanno la fortuna di venirci, scoprono un modo di vivere  che sembrava sparito: gli anziani trascorrono il tempo in compagnia, i bambini riscoprono giochi impossibili in città, gli adolescenti fanno gruppo, gli uomini lavorano in casa e negli orti, e le donne ridiventano massaie contente, senza  la consueta ansia nevrotica, cani e gatti si muovono liberamente, l’aria (le auto rimangono all’esterno) e l’acqua hanno un sapore dimenticato, come pure il cibo e i prodotti degli orti.  Castagne e funghi in abbondanza.

Sindaco di Carrega  Ligure è l’architetto Marco Guerrini, 33enne, attivo, intraprendente  e pervicace.  Se il tentativo di vendere le case abbandonate delle frazioni a 1 euro, con l’obbligo di ristrutturarle, è per ora fallito, a causa dei  costi e degli impedimenti burocratici, il progetto del “Parco naturale Alta Val Borbera”, da lui e dalla sua maggioranza fortemente voluto, coinvolgendo numerose e qualificate persone (i consiglieri regionali Domenico Ravetti e Walter Ottria, e non solo loro) sta per andare in porto.  Manca il voto finale del Consiglio della Regione Piemonte.

Il Parco sarà un’area protetta, volta a recuperare e a rivitalizzare il territorio.  Il 4 settembre scorso il sindaco ha organizzato un importante convegno;  una dozzina i relatori, rappresentanti delle Istituzioni e degli Enti coinvolti, per l’occasione seduti sulle balle di fieno di un pascolo d’alta quota, luogo scelto a simbolo della difesa  di un habitat che sembrava perduto.  Un pezzetto di Italia, che non c’era più, rinascerà a nuova vita.

 

lorella torti   –   elvio bombonato

 

 

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