“Vetrinetta. 3”  Per Gian Paolo Minazzi (e per Ornella Barra) [righe 21-30]

Il quotidiano può far aprir male la giornata. La scomparsa di Gian Paolo Minazzi, a 68 anni per mesotelioma nella sua Casale, è tragica per molteplici versi. Il morbo continua a infuriare nel capoluogo monferrino, colpendo qui  incredibilmente addirittura tre fratelli (Gian Paolo ha guidato per tutti questi anni il Premio ambientalista dedicato alla memoria dell’indimenticata sorella Luisa). Famiglia e città perdono una presenza dedita all’animazione civica e culturale, e prima politica, assai generosa. Gli si devono anni grandiosi del Gruppo Cinema Casale, programmazione intelligente delle sale cittadine e valenzane, organizzazione di corsi sul cinema affollatissimi. E prima ancora, la militanza instancabile nel “manifesto” (anni ’70…) a fianco di Salvatore Sanzone, andatosene troppi anni prima di lui già così precoce. Proprio mentre -sul “manifesto” quotidiano- Luciana Castellina dà conto della scomparsa anche di Ornella Barra, già instancabile factotum della rivista, e poi del giornale e del partito. Sembra ancora di vederle sfarfallare, l’una e l’altra, iperattive e bellissime, ai congressi e alle manifestazioni nazionali: cui si andava proprio con Gian Paolo. Aria più respirabile, polmoni illusoriamente puliti: e -tutti e tutte- quaranta/cinquant’ anni di meno.

 

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