"Leggo che, in previsione delle prossime elezioni comunali, si chiede ai cittadini "come vorrebbero la loro città". Credo che per non generare eccessive aspettative sarebbe bene, in premessa, ricordare loro che i Comuni non hanno più le risorse, il personale, i poteri e le competenze di 20-30 anni fa. Perché, come opportunamente ricordato da T. Montanari (la Repubblica 6/5/2017), per contenere la spesa pubblica in questi anni la ...presenza del pubblico (lo Stato) si è progressivamente ridotta anche negli Enti Locali. A parte il giudizio che si vuole dare a questa "riduzione al minimo" della presenza dello Stato (per me molto negativo, come la scelta improvvida che ha riguardato le Province), occorre, nell'esprimere desideri, tenere conto, della reale situazione. Il Comune di Alessandria, ad esempio, solo pochi anni fa contava 900 dipendenti, oggi sono meno di 600; sono poi fallite due aziende interamente partecipate dal Comune come l'AMIU (raccolta rifiuti) e l'ATM (trasporto locale) che, erroneamente, si riteneva non potessero fallire; e poi c'è il settore della Cultura ormai considerato dai diversi governi che si sono succeduti una sorta di 'vittima sacrificale' e un "servizio non essenziale" perché: "con la cultura non si mangia". Dico queste cose avendo trascorso gran parte del mio tempo negli ultimi 4 anni ad occuparmi delle vicende del nostro Comune, come semplice Consigliere, e posso testimoniare che sono stati anni nei quali l'Amministrazione ha "resistito" al taglio dei posti di lavoro, alla riduzione della presenza del pubblico nelle aziende partecipate e nei principali servizi (asili nido, scuole materne, servizio idrico, attività culturali, biblioteca, impianti sportivi, come il Palazzetto e il Campo scuola di atletica). E in larga parte c'è riuscita, ed è anche la principale ragione che mi ha convito a ricandidarmi per sostenere la continuità dell'attuale maggioranza. Ma non si può' certo trascurare questa tendenza delle politiche nazionali mentre si chiede ai cittadini di esprimere genericamente i loro desideri sul futuro di Alessandria, legato agli esiti delle prossime elezioni. Un futuro che, se non si modificano gli indirizzi delle politiche nazionali, dipenderà in misura sempre minore da ciò che faranno i Comuni. Così per stare con i piedi per terra!"