Un recentissimo "post" su uno dei "social" più diffusi dell'amico segretario cittadino del PD Daniele Coloris ci riporta alla realtà dei fatti. Importante riprendere la discussione (e l'analisi il più possibile oggettiva) sul "perchè si è perso" - in molte realtà comunali nelle recenti amministrative - e "come ci si dovrebbe comportare" per recuperare frange sempre più ampie di cittadini disillusi, scontenti e - alla fine - distantissimi. L'innesco è breve e incisivo...
"Nelle dinamiche interne/esterne del Partito Democratico sia a livello nazionale che locale c'è un errore, più tattico che strategico, di fondo : il ritenere, magari non a torto , di essere il punto di riferimento della politica e credere che una volta esaurito o risolto il dibattito tra di noi la strada sia in discesa . Dal referendum alle amministrative la realtà ci dimostra che non è così, anzi probabilmente siamo individuati, nonostante i tanti sforzi e i buoni risultati che otteniamo, come il "nemico" da sconfiggere, anche da alleanze " improponibili" e poco amalgamate"

Bene. Assodato il fatto che il primo segnale è stato dato... ora bisogna proseguire. Quanto segue non può e non deve essere "esaustivo" ma solo un suggerimento... a cui, spero, ne seguano altri. Riprendiamo pedissequamente dal testo in oggetto...
Il passaggio "essere il punto di riferimento della politica" forse può aiutare... "Punto di riferimento" per chi? C'è bisogno di "punti di riferimento" nelle scelte quotidiane che ci coinvolgono come singoli e - comunque - appartenenti a comunità (al plurale, visto i diversi ambiti - familiari, lavorativi, personali, culturali ecc.- in cui siamo coinvolti)? Probabilmente sì, ma non sono le "scelte politiche", l' "impegnarsi per aiutare quella persona che mi rappresenta" a cambiare / modificare / migliorare le cose. Almeno questa è la percezione di un italiano su due (osservando partecipazioni e flussi elettorali). E del restante 50% una buona metà vota "contro" qualcosa o qualcuno, non perchè abbia una proposta alternativa (o la possibilità di sostenere chi abbia proposte alternative). E siamo al 75% di cittadini di cui dobbiamo capire motivazioni e scopi. Una cosa potrebbe essere "fatta" subito (anche senza grosse analisi sociologiche): spiegare (solo spiegare, perchè i centri studi legati ai Ministeri - e agli altri grossi blocchi di potere, bancario, finanziario, industriale - sono perfettamente informati) cosa sta accadendo intorno a noi, piccola propaggine di provincia proiettata nel Mediterraneo. Perchè i Cinesi investono (e prendono quote di mercato importanti in Africa, Asia, Europa, America), perchè lo stanno facendo i Paesi arabi al seguito dell'Arabia Saudita, perchè i Russi non stanno a guardare e a loro volta contendono mercati a colpi di miliardi di dollari, perchè USA e Europa (e Giappone) si ingannano in una condizione di pseudo supremazia autarchica superata dai fatti. E più o meno sulla stessa linea...perchè il Brasile e l'India, dopo anni di "resistenze" aprono (cioè "svendono") le loro risorse primarie così come succedeva cent'anni fa, perchè è importante tenere truppe euro-americane in dieci punti strategici dell'Africa e dell'Asia, perchè la Cina non "strizza" la Corea del Nord come potrebbe - senza problemi -...e... potrei continuare. Il mondo (non l'Italia che conta ben poco) è molto cambiato e non senso migliore. Informateci adeguatamente, fateci capire chi sta vincendo, perchè il lavoro non c'è più, perchè le pensioni sono a rischio, perchè i nostri figli anche con 110 e lode sono a spasso.... e forse (...forse) quel 75% riprenderà fiducia. Ripeto...prima informare in dettaglio e non trasformare tutto in burletta o schermaglia da talk show... Altrimenti ha ragione chi usa i social giusto per raccontarci cosa ha mangiato all'isola di Lesbo in Grecia o come è bello l'Antartide (...finchè potrà farlo...).