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Ambiente
Più che una Città, Alessandria sta diventando un “centro studi”
Pier Luigi Cavalchini

In margine al comunicato stampa di provenienza comunale: “Come mettere in sicurezza
il territorio comunale di Alessandria “

E intanto non si decide...

La capacità di un’Amministrazione si valuta anche da come si riesce a portare a termine quanto scritto “a chiare lettere” nel “Programma di Mandato” pena l’inconsistenza e, a lungo andare,  diminuzione di “appeal”.

Uno dei segnali di “impasse” è dato dalla continua necessità di delegare a “studi esterni” “indagini specialistiche” o altro ciò, che si dovrebbe portare a termine autonomamente.

Dopo quello sulla “Cittadella 1728”, quello sul “Traffico Urbano - TRT” e connessi, quello sulle “Alberature della Città” (oltre a decine di altri) oggi siamo allo “Studio degli studi”... roba da quasi centocinquanta milioni di euro di movimento terra e cementificazione, tutto da analizzare, studiare e verificare ma, probabilmente, ancora una volta in barba a quanto stabilito in merito dalle norme europee e dall’”ingegneria naturalistica”.

Nella scarna comunicazione (senza conferenza stampa di rito, fatto praticamente unico nella storia di cinque anni di Consiliatura, e ancor più singolare viste le cifre in ballo... ) veniamo a sapere che si tratterà di uno studio approfondito per fronteggiare il rischio delle alluvioni e del dissesto idrogeologico. Lo “Studio degli Studi”, appunto.

L’esordio è solenne: “Il territorio comunale di Alessandria è zona ricca di acque: fiumi, torrenti, ruscelli, falde acquifere superficiali e profonde provenienti da Appennini e Colline. Doni preziosi di “Madre Natura” usati per le coltivazioni e per l’artigianato e l’industria.

Tuttavia, “l’uso improprio che se ne è fatto sta compromettendo, secondo la nota comunale,  questo prezioso patrimonio in tutto il nostro Paese”.  I riferimenti vanno a “contaminazioni delle acque di falda e dei fiumi di natura industriale, esondazioni frequenti e smottamenti di terreni collinari causati dalla cementificazione del terreno, abusivismo edilizio, urbanizzazione senza regole e criteri adeguati.”

«Uno degli obiettivi principali dell’Amministrazione Comunale — riferisce l’Assessore all’Ambiente e alla Salute è stato quello di porre freno a tale scriteriato sviluppo e iniziare il difficile cammino del risanamento. Si è partiti dall’analisi e studio dei rischi di alluvione e di dissesto basandosi sulle “Mappe di pericolosità e Rischio” sviluppate dall’Autorità di Bacino e dalla Regione Piemonte. Si tratta di una mappatura del territorio del Piemonte che individua aree nelle quali le alluvioni sono rare, poco frequenti o frequenti e possono causare danni a persone o beni da poco rilevanti ad assai rilevanti».

Tale analisi e studio, uniti alla consultazione di progetti preliminari disponibili o fatti sviluppare in via preliminare ad hoc (è questo il caso dello Studio dei Rii minori che è stato finanziato dall’Amministrazione Comunale nel corso del 2016) hanno permesso di identificare e descrivere gli interventi sul territorio necessari a risanarlo in maniera adeguata.

L’illustrazione e i risultati di tale attività — condotta da una Unità di progetto interdisciplinare formata unicamente da Personale Tecnico Comunale — sono stati riportati in una relazione presentata il 15 marzo dall’Assessore all’Ambiente e alla Salute alla Giunta Comunale. Tutto sommato un atto dovuto e che non dovrebbe costituire particolare motivo di interesse.

Il bello viene dopo. Una volta approvato il contenuto si è deciso di “inviarlo alla Regione Piemonte per poter aprire un tavolo di discussione basato su solide basi.”  Peccato essere alla fine della “consiliatura” e con gli uffici tecnici regionali con tempi di esame, valutazione ed “espressione di un parere” ben oltre i dodici mesi, specie per questioni di tale impegno.  Stride, pertanto l’affermazione seguente, visto che ci sarebbe stato tutto il tempo di esprimere insieme un parere ed arrivare a scelte condivise e ragionate utilizzando, e qui sta la forzatura “la funzionante Consulta Comunale delle Associazioni di Volontariato “no-profit” (mai interpellata sullo specifico argomento). Evidentemente, i percorsi erano altri fin dall’inizio.

“La relazione e le mappe citate saranno rese disponibili on-line (per il momento non sono ancora postate, n.d.r.) e discusse in sedi istituzionali e con le associazioni ambientaliste”. “Si intende, in altre parole, interagire con i cittadini, coglierne i suggerimenti e tenerli informati degli sviluppi del tavolo tecnico aperto con la Regione”.  Ce lo siamo riletto due volte perchè non credevamo ai nostri occhi...”Interagire con i cittadini a documenti già inviati, giusto per informarli degli sviluppi...”. Scherziamo?

La lettura degli interventi principali elaborati ci lascia poi senza parole... Si tratta degli stessi provvedimenti già più volte sentiti in diverse iniziative pubbliche, anche promosse dall’Amministrazione. Oltre tutto già perfettamente definite nei termini attuali almeno da due anni.  (E forse una trentina di mesi fa si sarebbe potuto avviare un dialogo proficuo con obiettivi e modalità ben più concrete ed efficaci). Comunque in dettaglio i punti sono i seguenti (la consultazione di un qualsiasi “motore di ricerca” confermerà la ripetitività delle proposte):

Ø Interventi sul fiume Tanaro. Le difese spondali del Tanaro hanno retto alla piena dello scorso novembre, ma il margine di sicurezza si è rilevato inadeguato (*) e da incrementare con i seguenti interventi:

§  abbassamento della soglia sulla quale insisteva il vecchio Ponte Cittadella;

§  consolidamento e ulteriore innalzamento degli argini fra Ponte Tiziano e nuovo Ponte Cittadella;

§  creazione di una cassa di esondazione naturale (cioè non cementificata) a monte della Città di Alessandria.

 

Ø Interventi sul fiume Bormida. Arretramento degli argini in sponda destra dalla fascia golenale A alla B offrendo quindi al fiume un’area di laminazione più vasta. Tale intervento può essere fatto solo contestualmente alla costruzione di un nuovo ponte con viadotto in rilevato.

 

Ø Interventi sul “Bacino del Rio Loreto”. Si tratta di un reticolo di corsi d’acqua costituiti principalmente dai rii Loreto, Maddalena, Giardinetto, Longine e del Ponte Rosso situati nella zona Ovest del territorio comunale. Gli allagamenti e gli smottamenti hanno una frequenza elevata annuale e a volte semestrale: causano danni il più delle volte di lieve entità ma ricorrenti e frustranti per gli abitanti. La problematica della sistemazione idraulica dell’area per essere efficace non può affrontarsi per ogni singolo rio ma deve prevedere la sistemazione dell’intera area. Sono stati studiati vari scenari sistemativi presentati e discussi in seduta pubblica alla popolazione locale.

 

Ø Interventi sul Rio Lovassina. Scorre tombato sotto l’abitato di Spinetta Marengo e di Litta Parodi provenendo da Pozzolo Formigaro. Esonda frequentemente causando forti disagi e danni anche di natura sanitaria in quanto in esso sono convogliati parte degli scarichi fognari civili. Il progetto preliminare, svolto alcuni anni orsono, prevede la costruzione di un bacino di esondazione e di un canale scolmatore che devia le acque di piena alla Bormida. (anche qui sarebbe utile capire di quale dei tre diversi progetti stiamo discutendo... ma, come si vede, “si sta sulle generali”... n.d.r.)

 

A completamento dell’analisi è stata fatta una valutazione economica delle risorse necessarie per questa grande azione di risanamento del territorio. L’importo totale — nella relazione sono stati riportati dettagliatamente i costi dei vari interventi — è rilevante: 115 milioni di euro. Tale copertura include anche un importo di incentivazione alla delocalizzazione di abitazioni site in aree golenali (ricordo, sempre se qualcuno se lo fosse dimenticato, che su questo punto delle “modalità di rilocalizzazione” – zona Osterietta – è già salato un Assessore leghista ai Lavori Pubblici di inizio secolo; n.d.r.).

Il finanziamento delle attività sarà richiesto dalla Regione Piemonte all’Unità di Missione opportunamente creata alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il risanamento idrogeologico della Nazione e per la messa in sicurezza sismica.

Ancora una volta ci limitiamo al solo territorio alessandrino quando invece sarebbe il momento di intervenire davvero (secondo quanto prescrive l’Autorità di Bacino per il fiume Po) con una ottica complessiva. Circa centoventi milioni per interventi locali, nessun accenno alle aree di laminazione a monte, progetti soprattutto con cementificazioni ed eliminazione di aree verdi perifluviali... Un vero regalo a chi, una volta terminato il Terzo Valico, avrà ancora sul terreno camion e strutture idonee a questi nuovi  lavori, nuovamente sbagliati nell’impostazione di fondo.

Ci viene confermato che le quantità stanziate “ saranno erogate in un Piano pluriennale seguendo criteri di priorità”. Anche qui ci piacerebbe capire come e con quali tempi ma – come già segnalato – abbiamo in mano solo uno scarno comnicato e niente “conferenza stampa”. Oltre tutto si tratta di un programma di investimenti immane, spacciato – a parole e “a fine mandato” -  come “una delle iniziative più rilevanti che il nostro Paese può accingersi ad intraprendere e che offrirà possibilità di lavoro diversificate e soprattutto con carattere locale”. Anche qui con un Commissario ad acta come la dott.ssa Romano?

Tutto è possibile, nel Paese dei Balocchi, per cui non ci stupiremo più di nulla.

Terminiamo con l’auspicio di uno dei membri dell’attuale Giunta che arriva ad augurarsi un ripensamento su quanto “squali” e “coccodrilli” da parecchio hanno messo in cassaforte...

«Per rendere possibile, in tempi ragionevoli, la realizzazione di tale grande progetto — conclude l’Assessore Comunale all’Ambiente e alla Salute di Alessandria — il Governo dovrà riconsiderare l’elenco delle cosiddette “Grandi Opere” e valutare quali di esse nello scenario attuale abbiano ancora rilevanza e/o esigenza prioritaria».

Questi governi e governicchi che si sono succeduti dagli Anni Ottanta dello scorso secolo in poi hanno bisogno di “scrollate” ben più forti ed efficaci di “riconsiderazioni di elenchi”. Che cosa è riuscito a fare veramente questa Amministrazione per far cambiare qualche indirizzo di fondo rispetto ai “Protocolli Grandi Opere”? Con che coraggio, a pochi mesi dalle elezioni, prova ad alzare la voce...ben sapendo di aggiungere al massimo qualche “reazione positiva di maniera” giusto perchè siamo “sotto elezioni”?

(*) A quando un ripensamento serio e responsabile di tutta la  delicata questione che trova un timido ripensamento in questo passaggio quasi dovuto: “Il 26 novembre l’abbiamo scampata bella... ma non ditelo troppo forte... siamo sotto elezioni”. Complimenti.

 

 

 

22/03/2017 23:41:09
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