In
margine al comunicato stampa di provenienza comunale: “Come mettere in
sicurezza
il territorio comunale di Alessandria “
E
intanto non si decide...
La
capacità di un’Amministrazione si valuta anche da come si riesce a portare a
termine quanto scritto “a chiare lettere” nel “Programma di Mandato” pena l’inconsistenza
e, a lungo andare, diminuzione di
“appeal”.
Uno
dei segnali di “impasse” è dato dalla continua necessità di delegare a “studi
esterni” “indagini specialistiche” o altro ciò, che si dovrebbe portare a
termine autonomamente.
Dopo
quello sulla “Cittadella 1728”, quello sul “Traffico Urbano - TRT” e connessi,
quello sulle “Alberature della Città” (oltre a decine di altri) oggi siamo allo
“Studio degli studi”... roba da quasi centocinquanta milioni di euro di
movimento terra e cementificazione, tutto da analizzare, studiare e verificare
ma, probabilmente, ancora una volta in barba a quanto stabilito in merito dalle
norme europee e dall’”ingegneria naturalistica”.
Nella
scarna comunicazione (senza conferenza stampa di rito, fatto praticamente unico
nella storia di cinque anni di Consiliatura, e ancor più singolare viste le
cifre in ballo... ) veniamo a sapere che si tratterà di uno studio approfondito
per fronteggiare il rischio delle alluvioni e del dissesto idrogeologico. Lo
“Studio degli Studi”, appunto.
L’esordio è
solenne: “Il territorio comunale di
Alessandria è zona ricca di acque: fiumi, torrenti, ruscelli, falde acquifere
superficiali e profonde provenienti da Appennini e Colline. Doni preziosi di
“Madre Natura” usati per le coltivazioni e per l’artigianato e l’industria.”
Tuttavia, “l’uso improprio che se ne è fatto sta
compromettendo, secondo la nota comunale, questo prezioso patrimonio in tutto il nostro
Paese”. I riferimenti vanno a “contaminazioni delle acque di falda e dei
fiumi di natura industriale, esondazioni frequenti e smottamenti di terreni
collinari causati dalla cementificazione del terreno, abusivismo edilizio,
urbanizzazione senza regole e criteri adeguati.”
«Uno degli obiettivi principali
dell’Amministrazione Comunale — riferisce l’Assessore all’Ambiente e alla Salute —
è stato quello di porre freno a tale
scriteriato sviluppo e
iniziare il difficile cammino del risanamento. Si è partiti dall’analisi e
studio dei rischi di alluvione e di dissesto basandosi sulle “Mappe di
pericolosità e Rischio” sviluppate dall’Autorità di Bacino e dalla Regione
Piemonte. Si tratta di una mappatura del territorio del Piemonte che individua
aree nelle quali le alluvioni sono rare, poco frequenti o frequenti e possono
causare danni a persone o beni da poco rilevanti ad assai rilevanti».
Tale analisi e
studio, uniti alla consultazione di progetti preliminari disponibili o fatti
sviluppare in via preliminare ad hoc
(è questo il caso dello Studio dei Rii minori che è stato
finanziato dall’Amministrazione Comunale nel corso del 2016) hanno permesso di
identificare e descrivere gli interventi sul territorio necessari a risanarlo
in maniera adeguata.
L’illustrazione e
i risultati di tale attività — condotta da una Unità di progetto interdisciplinare formata unicamente da Personale
Tecnico Comunale — sono stati riportati in una relazione presentata il 15 marzo
dall’Assessore all’Ambiente e alla
Salute alla Giunta Comunale. Tutto sommato un atto
dovuto e che non dovrebbe costituire particolare motivo di interesse.
Il bello viene
dopo. Una volta approvato il contenuto
si è deciso di “inviarlo alla Regione
Piemonte per poter aprire un tavolo di discussione basato su solide basi.” Peccato essere alla fine della “consiliatura”
e con gli uffici tecnici regionali con tempi di esame, valutazione ed “espressione
di un parere” ben oltre i dodici mesi, specie per questioni di tale
impegno. Stride, pertanto l’affermazione
seguente, visto che ci sarebbe stato tutto il tempo di esprimere insieme un
parere ed arrivare a scelte condivise e ragionate utilizzando, e qui sta la
forzatura “la funzionante Consulta
Comunale delle Associazioni di Volontariato “no-profit” (mai interpellata
sullo specifico argomento). Evidentemente, i percorsi erano altri fin
dall’inizio.
“La
relazione e le mappe citate saranno rese disponibili on-line (per il
momento non sono ancora postate, n.d.r.)
e discusse in sedi istituzionali e con le associazioni ambientaliste”. “Si intende, in altre parole, interagire con
i cittadini, coglierne i suggerimenti e tenerli informati degli sviluppi del
tavolo tecnico aperto con la Regione”. Ce
lo siamo riletto due volte perchè non credevamo ai nostri occhi...”Interagire
con i cittadini a documenti già inviati, giusto per informarli degli
sviluppi...”. Scherziamo?
La lettura degli
interventi principali elaborati ci lascia poi senza parole... Si tratta degli
stessi provvedimenti già più volte sentiti in diverse iniziative pubbliche, anche
promosse dall’Amministrazione. Oltre tutto già perfettamente definite nei
termini attuali almeno da due anni. (E
forse una trentina di mesi fa si sarebbe potuto avviare un dialogo proficuo con
obiettivi e modalità ben più concrete ed efficaci). Comunque in dettaglio i
punti sono i seguenti (la consultazione di un qualsiasi “motore di ricerca”
confermerà la ripetitività delle proposte):
Ø Interventi sul fiume Tanaro. Le
difese spondali del Tanaro hanno retto alla piena dello scorso novembre, ma il margine di sicurezza si è rilevato
inadeguato (*) e da incrementare con i seguenti interventi:
§ abbassamento
della soglia sulla quale insisteva il vecchio Ponte Cittadella;
§ consolidamento
e ulteriore innalzamento degli argini fra Ponte Tiziano e nuovo Ponte
Cittadella;
§ creazione
di una cassa di esondazione naturale (cioè non cementificata) a monte della
Città di Alessandria.
Ø Interventi sul fiume Bormida.
Arretramento degli argini in sponda destra dalla fascia golenale A alla B
offrendo quindi al fiume un’area di laminazione più vasta. Tale intervento può
essere fatto solo contestualmente alla costruzione di un nuovo ponte con
viadotto in rilevato.
Ø Interventi sul “Bacino del Rio Loreto”. Si tratta
di un reticolo di corsi d’acqua costituiti principalmente dai rii Loreto,
Maddalena, Giardinetto, Longine e del Ponte Rosso situati nella zona Ovest del
territorio comunale. Gli allagamenti e gli smottamenti hanno una frequenza
elevata annuale e a volte semestrale: causano danni il più delle volte di lieve
entità ma ricorrenti e frustranti per gli abitanti. La problematica della
sistemazione idraulica dell’area per essere efficace non può affrontarsi per
ogni singolo rio ma deve prevedere la sistemazione dell’intera area. Sono stati
studiati vari scenari sistemativi presentati e discussi in seduta pubblica alla
popolazione locale.
Ø Interventi sul Rio Lovassina. Scorre
tombato sotto l’abitato di Spinetta Marengo e di Litta Parodi provenendo da
Pozzolo Formigaro. Esonda frequentemente causando forti disagi e danni anche di
natura sanitaria in quanto in esso sono convogliati parte degli scarichi
fognari civili. Il progetto preliminare, svolto alcuni anni orsono, prevede la
costruzione di un bacino di esondazione e di un canale scolmatore che devia le
acque di piena alla Bormida. (anche qui sarebbe utile capire di quale dei tre
diversi progetti stiamo discutendo... ma, come si vede, “si sta sulle
generali”... n.d.r.)
A completamento
dell’analisi è stata fatta una valutazione
economica delle risorse necessarie per questa grande azione di risanamento del
territorio. L’importo totale — nella relazione sono stati riportati
dettagliatamente i costi dei vari interventi — è rilevante: 115 milioni di euro. Tale copertura
include anche un importo di incentivazione alla delocalizzazione di abitazioni
site in aree golenali (ricordo, sempre se qualcuno se lo fosse dimenticato, che
su questo punto delle “modalità di rilocalizzazione” – zona Osterietta – è già
salato un Assessore leghista ai Lavori Pubblici di inizio secolo; n.d.r.).
Il
finanziamento delle attività sarà richiesto dalla Regione Piemonte all’Unità di
Missione opportunamente
creata alle dipendenze della Presidenza
del Consiglio dei Ministri per il risanamento idrogeologico della Nazione e
per la messa in sicurezza sismica.
Ancora una volta
ci limitiamo al solo territorio alessandrino quando invece sarebbe il momento
di intervenire davvero (secondo quanto prescrive l’Autorità di Bacino per il
fiume Po) con una ottica complessiva. Circa centoventi milioni per interventi
locali, nessun accenno alle aree di laminazione a monte, progetti soprattutto
con cementificazioni ed eliminazione di aree verdi perifluviali... Un vero
regalo a chi, una volta terminato il Terzo Valico, avrà ancora sul terreno
camion e strutture idonee a questi nuovi
lavori, nuovamente sbagliati nell’impostazione di fondo.
Ci viene
confermato che le quantità stanziate “ saranno
erogate in un Piano pluriennale
seguendo criteri di priorità”. Anche qui ci piacerebbe capire come e con
quali tempi ma – come già segnalato – abbiamo in mano solo uno scarno comnicato
e niente “conferenza stampa”. Oltre
tutto si tratta di un programma di investimenti immane, spacciato – a parole e
“a fine mandato” - come “una delle iniziative più rilevanti che il
nostro Paese può accingersi ad intraprendere e che offrirà possibilità di
lavoro diversificate e soprattutto con carattere locale”. Anche qui con un
Commissario ad acta come la dott.ssa
Romano?
Tutto è possibile,
nel Paese dei Balocchi, per cui non ci stupiremo più di nulla.
Terminiamo con
l’auspicio di uno dei membri dell’attuale Giunta che arriva ad augurarsi un
ripensamento su quanto “squali” e “coccodrilli” da parecchio hanno messo in
cassaforte...
«Per rendere possibile, in tempi ragionevoli,
la realizzazione di tale grande progetto — conclude l’Assessore
Comunale all’Ambiente e alla Salute
di Alessandria — il Governo dovrà riconsiderare
l’elenco delle cosiddette “Grandi Opere” e valutare quali di esse nello
scenario attuale abbiano ancora rilevanza e/o esigenza prioritaria».
Questi governi e
governicchi che si sono succeduti dagli Anni Ottanta dello scorso secolo in poi
hanno bisogno di “scrollate” ben più forti ed efficaci di “riconsiderazioni di
elenchi”. Che cosa è riuscito a fare veramente questa Amministrazione per far
cambiare qualche indirizzo di fondo rispetto ai “Protocolli Grandi Opere”? Con
che coraggio, a pochi mesi dalle elezioni, prova ad alzare la voce...ben sapendo
di aggiungere al massimo qualche “reazione positiva di maniera” giusto perchè
siamo “sotto elezioni”?
(*)
A quando un ripensamento serio e responsabile di tutta la delicata questione che trova un timido
ripensamento in questo passaggio quasi dovuto: “Il 26 novembre l’abbiamo
scampata bella... ma non ditelo troppo forte... siamo sotto elezioni”.
Complimenti.