Si è svolta questa
mattina l’attesa conferenza stampa riguardante lo “stato di salute” degli
abitanti della Fraschetta. Ecco un primo commento di “Medicina Democratica” e
poi il dettaglio della comunicazione di origine comunale.
…
Dichiarazione dopo
la conferenza stampa del Comune di Alessandria del 23 marzo 2017.
Piuttosto che
Indagine sullo “stato di salute” bisognerebbe dichiararla “Indagine
sullo stato di malattia della popolazione della Fraschetta”. In realtà
nessuna delle due è stata realizzata.
Rispetto a quanto
da noi rivendicato, non è stata infatti presentata ma ulteriormente rinviata
una Indagine sul rischio ambientale e sanitario, tramite corretta
correlazione tra fattori di rischio e patologie e tramite disaggregazione
analitica sulle diverse aree. Bensì si tratta di studi epidemiologici
insufficienti e parziali, perciò reticenti, come documenteremo. D’altronde le
responsabilità del disastro ecosanitario della Fraschetta fanno parte
integrante della storia complice o connivente delle Giunte, dell’Asl e
dell’Arpa, a prescindere dalle accuse di collusione e concussione pur
formulate dalla Solvay in Corte di Assise di Alessandria: atti che la
Presidente ha trasmesso alla Procura della repubblica di Milano e al Consiglio
superiore della magistratura.
Tuttavia questa
iniziativa di stampo preelettorale mette comunque in evidenza, malgrado i
limiti e le reticenze, la consapevolezza popolare e scientifica che denunciamo
incessantemente: che a Spinetta si muore facile. Secondo Medicina
democratica, si muore per cause ambientali, per inquinamento atmosferico e
idrico. Anche per l’Arpa si muore di più, ma per cause “voluttuarie” (sic): fumo
di sigaretta, consumo di alcol, predisposizioni ereditarie, carenza di
vaccinazioni; giammai per cause ambientali, tuttalpiù di origini pregresse,
niente a che fare con Solvay.
Medicina
democratica Movimento di Lotta per la Salute - Sezione provinciale di
Alessandria
Ambiente
Fraschetta. i risultati della prima fase
dell’Indagine sullo stato di salute
della popolazione
Il programma di studi
epidemiologici è stato avviato nel 2015
nell’area della Fraschetta di Alessandria e riguarda il periodo 1996-2014
La “Fraschetta” è un’area vasta costituita da diversi Sobborghi e Frazioni
alcuni più vicini o addirittura confinanti con siti industriali.
In particolare, tale situazione è riferibile ai Quartieri del Sobborgo
alessandrino di Spinetta Marengo che confinano con il cosiddetto “Polo
Chimico”. Ma anche altri Sobborghi dell’area della Fraschetta sono stati in
passato esposti a inquinanti ambientali di varia natura: inquinamenti di aria,
acqua e suolo, principalmente dovuti ad attività antropiche e ad insediamenti
industriali.
«Per tale motivo — ricorda l’Assessore
all’Ambiente e Salute di Alessandria
— già nel passato furono svolte
dall’Amministrazione Comunale di Alessandria indagini e valutazioni sullo stato
di salute della popolazione residente. Tali indagini ebbero il limite di essere
episodiche, nate sull'onda emotiva di un evento esterno (incidente, indagine
giudiziaria, finanziamento “una tantum”)».
«La nostra Amministrazione — sottolinea ancora l’Assessore — ha deciso di riprendere organicamente tali
attività conducendole sistematicamente e soprattutto “senza soluzione di
continuità”, con funzione di “Osservatorio
e Studio ambientale e sanitario”».
Il programma di indagine “sul
rischio ambientale e sanitario mediante valutazione dello stato di salute della
popolazione” nell’area della Fraschetta veniva ufficialmente presentato l’8
luglio 2015 e prendeva avvio nei primi mesi del 2016.
Condotto dal Dipartimento di Epidemiologia e Salute Ambientale di ARPA
Piemonte e dal Coordinamento del
Piano Locale di Prevenzione (PLP)-Funzioni
Aziendali di Epidemiologia del Dipartimento
di Prevenzione della ASL AL, la ricerca si è anche declinata riconsiderando
e studiando indagini epidemiologiche condotte da ARPA Piemonte, per conto della
Procura, sulle popolazioni residenti nelle adiacenze del Polo Chimico e sui lavoratori
del Polo Chimico stesso.
I Soggetti istituzionali sopra menzionati hanno incentrato la prima fase
del proprio lavoro di indagine approfondendo, quale focus primario, la
valutazione dello stato di salute dei residenti di tutta la Fraschetta
attraverso l’analisi epidemiologica dell’andamento nel tempo
della mortalità e morbosità locale, per cause di malattia, dal 1996 al 2014.
A tale ambito tematico della ricerca si è aggiunto anche uno studio
condotto sui lavoratori della Solvay Specialty Polymers Italy spa e, in particolare, riguardante gli
effetti di lavorazioni risalenti a 15-20 anni addietro: studio specificamene condotto
dall’Unità di Epidemiologia occupazionale dell’ASLTO3.
La prima fase del programma di indagine si è articolata, in particolare,
secondo i seguenti filoni tematici e con il coinvolgimento diretto dei seguenti
specifici Soggetti istituzionali:
§ ricoveri ospedalieri: ARPA Piemonte (dr. Ennio Cadum)
§ mortalità: ASL AL (dr. Claudio Rabagliati)
§ studio occupazionale: ASL TO3, unità di Epidemiologia occupazionale (dr.ssa Antonella
Bena)
§ inquadramento complessivo: ASL Regione Piemonte (dr. Vittorio Demicheli)
§ inquadramento ambientale: ARPA AL (dr. Alberto Maffiotti)
Con la conferenza stampa odierna presso la Sala Giunta del Palazzo Comunale di Alessandria vengono
dunque presentati i risultati di questa prima fase dell’indagine scientifica.
Ospiti invitati — oltre all’Assessore
Comunale all’Ambiente e Salute di Alessandria — il dr. Vittorio Demicheli (Direttore del Settore Assistenza Sanitaria e
Socio-sanitaria Territoriale – Direzione Regionale Sanità - Regione Piemonte),
il dr. Ennio Cadum (Direttore del Dipartimento
di Epidemiologia e Salute Ambientale - ARPA Piemonte), il dr. Alberto Maffiotti (Direttore del
Dipartimento Territoriale del Piemonte Sud-Est - ARPA Piemonte) e il dr. Claudio Rabagliati (Coordinatore Aziendale del Piano Locale di
Prevenzione ASL-AL e Responsabile delle Funzioni Aziendali di Epidemiologia -
ASL-AL).
Di seguito gli elementi peculiari relativi all’esito della analisi fino al
momento condotta.
Risultati dell’indagine epidemiologica -
Fase1
Da parte del Coordinamento PLP-Funzioni
Aziendali di Epidemiologia dell’ASL AL è stato realizzato lo studio
epidemiologico di mortalità nel periodo 1996-2014, analizzato nel suo insieme e
in sotto-periodi quinquennali (1996-2000, 2001-2005, 2006-2010, 2011-2014).
La ricerca ha compreso:
§ raccolta e analisi dei dati locali di
decesso (tratti dalle banche dati regionali e dall’archivio di mortalità del
SISP ASL AL - sede di Alessandria);
§ elaborazione dei tassi standardizzati di
mortalità e loro significatività statistica, confrontati con i valori medi di
Provincia di Alessandria e Regione Piemonte;
§ valutazione degli andamenti temporali
degli eventi e valutazione epidemiologica dei risultati.
Il suddetto studio ha posto in evidenza su tutta la popolazione (maschi +
femmine) una mortalità superiore, significativa — rispetto alle medie regionali
e/o provinciali — per le seguenti patologie (sono descritte le variazioni
percentuali rispetto ai territori di confronto e il corrispondente numero
totale degli eventi registrati nei 19 anni del periodo 1996-2014):
§ primo gruppo di cause, in eccesso statisticamente
significativo, numericamente più consistente:
Ø stati morbosi maldefiniti (+236,6% vs.
Regione e +126,2% vs. Provincia; n. 202 eventi di cui n. 78 tra i maschi e n.
124 tra le femmine); tale attribuzione di causa di morte è conseguente a
carenza di codifiche causali specifiche e/o a riferimento a cause generiche
(mal definite) nella stesura della scheda di morte;
Ø tumore del rene (+55,5% vs. regione e
+62,8% vs. provincia; n. 33 eventi di cui n. 16 tra i maschi e n. 17 tra le
femmine);
§ secondo gruppo di cause, in eccesso statisticamente
significativo, la cui numerosità in molti casi risulta essere estremamente
ridotta:
Ø melanoma (+75,2% vs. Regione e +85,3% vs.
Provincia; n. 17 eventi di cui n. 11 tra i maschi e n. 6 tra le femmine);
Ø tumori dell’ovaio (+71,3% vs. Provincia;
n. 18 eventi tra le femmine);
Ø malattie reumatiche croniche (+74,0% vs.
Regione e +61,7% vs. Provincia; n. 21 eventi di cui n. 7 tra i maschi e n. 14
tra le femmine);
Ø asma (+73,4% vs. Regione e +45,6% vs. Provincia;
n. 10 eventi di cui n. 7 tra i maschi e n. 3 tra le femmine).
Il Dipartimento di Epidemiologia e
Salute Ambientale dell’ARPA Piemonte ha condotto, in sincronia con
lo studio sulla mortalità dell’ASL, uno studio sui ricoveri ospedalieri —
anch’esso per sotto-periodi e sull’intero periodo — che non ha messo in luce patologie in eccesso con indicazione di
esposizione pregressa a determinanti ambientali (sull’intera area in
studio).
Le uniche cause che rispondono al requisito di possibile causa ambientale
nota, dato un eccesso di rischio coerente in entrambi i sessi, sono state:
§ i mesoteliomi
(legati ad esposizione pregressa ad amianto);
§ il diabete
mellito (riportato in eccesso in vari studi condotti in siti contaminati,
compreso lo studio “Sentieri”), con minore livello di evidenza;
§ malattie della pelle.
Gli eccessi significativi riscontrati per malattie della pelle, tumore del
polmone, morbo di Parkinson e cirrosi epatica, solo negli uomini, sono
indicativi di esposizioni voluttuarie tipiche del sesso maschile (tumore del
polmone, legato all’abitudine tabagica, e cirrosi epatica, legata nel Nord
Italia a consumo di alcool) o da predisposizione ereditaria (Morbo di
Parkinson).
Nello stesso studio è stato peraltro segnalato un eccesso di ricoveri per
malattie infettive (sia negli uomini sia nelle donne) nel periodo più recente
(2011-2013), probabilmente legato ad una caduta delle coperture vaccinali
nell’area.
Nello studio di mortalità sulla coorte dei lavoratori della Solvay Specialty Polymers Italy
spa — riferibile ad
esposizioni di un periodo precedente — è stato invece riscontrato un eccesso
per tumori del polmone, linfomi non Hodgkin e mesoteliomi. Tale eccesso è per
lo più da porre, per l’eziologia e le correlazioni conosciute, con esposizioni
pregresse a cromo ed amianto.
La Fase 2 del programma
di indagine
A questa indagine
iniziale — che ha messo in
luce pochi eccessi di rischio sull’intera area, ma evidenze di rischio nella
zona adiacente il Polo Chimico — si farà
seguire un’indagine ancora più approfondita sull’area mediante:
§ una ricerca aggiornata agli ultimi anni
disponibili e circoscritta ai residenti in zona “a ridosso” del Polo chimico
(entro l’area di ricaduta delle emissioni industriali, cioè entro un raggio di
2-3 Km);
§ uno studio di correlazione tra patologie e
distribuzione degli inquinanti, sulla base dei dati dei modelli di ricaduta
degli inquinanti del Polo chimico, confermati da rilievi sperimentali,
acquisiti in continuo da una centralina ARPA funzionante dal 2016 in uno dei
punti di maggior ricaduta.
L’attività riceverà finanziamenti previsti
nel Bilancio previsionale 2017-2019 del Comune di Alessandria e avrà una durata di circa 18 mesi.
In merito alla odierna conferenza stampa, l’Assessore Comunale all’Ambiente e
Salute sottolinea che «non vi è
dubbio di come i sobborghi di Alessandria della zona denominata Fraschetta
siano stati e siano tuttora soggetti a stress ambientale di varia natura:
inquinamenti di aria, acqua e suolo che risultano principalmente dovuti agli
insediamenti industriali dell’area».
«Per questo —
dichiara ancora l’Assessore — è importante continuare ad approfondire il
tema del rapporto “Ambiente e Fraschetta” e gli obiettivi che si sono
assegnati alla seconda fase dell’indagine, maggiormente specifica, potranno ancora meglio mettere
in luce se eventuali eccessi riscontrabili possono o meno essere riconducibili
ad emissioni pregresse od attuali derivanti dagli impianti del Polo Chimico».