Il futuro del centro-sinistra
Lo strabismo della democrazia al tempo dei partiti personali
Mauro Calise
Ci sono due
vicende parallele, nell’orticello della politica italiana, che la dicono lunga
sul destino – sempre più incerto – della nostra democrazia. Una è fin troppo
visibile, e occuperà – con polemiche, strascichi e ricorsi – i notiziari dei
prossimi giorni. Riguarda il congresso del Pd. L’ultimo partito sopravvissuto
alla grande stagione, ormai al tramonto, delle organizzazioni di massa. Un
fenomeno che andrebbe seguito con l’attenzione che – in altri campi –
dedichiamo alle specie in via di estinzione. Non dico con gratitudine, una
virtù che non esiste in politica. Ma almeno con la consapevolezza che si tratta
dell’unico organismo – di un qualche peso – in cui è ancora possibile dibattere
dei programmi futuri, confrontarsi e sfidarsi apertamente, contare in modo
trasparente i risultati, e decretare il vincitore secondo regole riconosciute
da tutti. Anche da coloro che non fanno parte di quel partito. Insomma,
indipendentemente dal fatto che ci stia più simpatico Renzi, o Orlando o
Emiliano, o che piuttosto li detestiamo tutti e tre, dovremmo tutti celebrare
questo evento come un segnale di tenuta del nostro sgangherato edificio
democratico. Tanto più prezioso perché, ormai, unico nel panorama dell’intero
sistema politico. Semmai ci saranno altre primarie, riguarderanno protagonisti
ininfluenti. E di contro, per quelli più importanti, possiamo essere ben certi
che, invece, primarie vere non ci saranno.
Col che veniamo
alla seconda vicenda, quella che riguarda i due processi – uno civile, l’altro
penale – che investono i Cinquestelle a Genova, per le denunce intentate ai
vertici dalla candidata spodestata con atto monocratico da Grillo dalla
competizione a sindaco. I profili giuridici del caso sono in bilico tra Kafka e
Ionescu. Il presidente del Tribunale, incaricato di istruire la causa, ha,
infatti, dichiarato che aspetta di leggere il fascicolo per capire come
procedere. Al momento, parole testuali, non saprebbe se il M5S andrebbe
considerato «come un partito, associazione alla pari di un sindacato, una pro-loco
o una bocciofila». Il che, tradotto per il cittadino comune, significa che,
alle prossime elezioni, noi potremmo ritrovarci al governo un gruppo che –
nella patria del diritto romano – è, al suo interno, regolamentato come una
qualunque bocciofila di paese. Anzi, di un piccolo paese. Visto che le cronache
recenti delle comunarie – il termine fastoso con cui i grillini hanno
battezzato le loro consultazioni online per la scelta del candidato sindaco –
ci dicono che la partita a Piacenza si è chiusa per 59 a 31, mentre quella –
molto più partecipata – di Padova ha segnato il trionfo del vincente per ben
108 a 48. Per completare l’informazione sulla quantità e qualità della
democrazia dei Cinquestelle, è importante che il lettore sappia che un punto dirimente
nella sfida tra i ricorrenti genovesi e il Garante riguarda la lettera
maiuscola. Sembra infatti – non è una barzelletta – che, per difendersi da
eventuali ricorsi, Grillo abbia messo una V maiuscola nel MoVimento di cui è
intestatario insieme a suo nipote Enrico e al suo commercialista di fiducia. In
modo da non confonderlo con quello, munito di una sola minuta lettera
minuscola, che è invece in campo per prendere voti.
Dunque, a voler
tirar le conclusioni, queste due vicende parallele sulla democrazia dei partiti
in Italia mostrano, da una parte, il Pd impegnato con decine di migliaia di
militanti nel primo round di una competizione di massa per scegliere il proprio
leader, con il secondo previsto il 30 aprile con - almeno - un milione di
votanti. Dall’altra ci sono i Cinquestelle, impigliati in una serie di processi
per sbrogliare le candidature decise da qualche decina di iscritti, su un
server le cui chiavi rimangono ben salde – e secretate – nelle mani di una
aziendina privata. Bene, che cosa pensate che accadrà nei prossimi giorni? Vi
aspettate che ci sia finalmente non dico una sollevazione popolare ma almeno un
robusto e duraturo moto di indignazione e di opinione contro il protrarsi della
dittatura di Grillo sul suo partito personale? O, invece, c’è qualche lettore
così ingenuo da prevedere che il can can dei media stampati, e ancor più di
quelli televisivi, si concentrerà su qualche lite immancabile tra i candidati
Pd, per contestare qualche zerovirgola e guastare la festa al vincitore? Con in
più la ciliegina sulla torta, che i grillini – dai loro blog e dai microfoni
che sempre li inseguono – spareranno a zero sul sistema mediocratico che li
tartassa. Forse, il principale pericolo per il futuro della democrazia italiana
sta proprio in questa matassa. Ci siamo persi nella foresta dei vecchi partiti,
mentre l’albero di un nuovo partito autoritario cresce – e presto governerà -
al di sopra delle nostre teste.
(“Il Mattino”, 2 aprile 2017)
03/04/2017 16:19:14
17.03.2018
Danilo Bruno
Ieri (il riferimento è al 14 marzo u.s.), a stare alle cronache di stampa, il
ministro allo sviluppo economico e neo-PD Calenda,che era presente a Bari
con Prodi a presentare il libro di Giovannini sull’utopia sostenibile, avrebbe
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14.03.2018
Mauro Fornaro
Qualche riflessione, più
di carattere psicologico che non politologico, sul crollo del PD da parte di un
“vecchio” simpatizzante. Classe dirigente e molti militanti del PD sembrano al
momento essersi arroccati sulla difensiva, sia a seguito degli attacchi
insistenti e insolenti della Lega e del M5S nel...
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13.03.2018
Mauro Calise (*)
Inutile, per il momento, affacciarsi sul crogiuolo
della crisi in corso. Troppe incognite ancora da sciogliere. E, soprattutto,
troppe spavaldissime mosse tattiche che dovranno cedere il passo a più miti consigli
– e consiglieri – strategici. Ma, quale che sarà la soluzione che alla fine
prevarrà,...
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12.03.2018
Egidio Zacheo
C'è smarrimento nel Partito Democratico e
a sinistra. La loro sconfitta è stata bruciante . Ma mentre quella del PD da
molti - diciamolo- era stata prevista da tempo, anche se non nelle proporzioni
verificatesi, una sorpresa generale ha destato quella di " Liberi e
Uguali". Vi è stata una polarizzazione...
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12.03.2018
Goffredo Bettini
"Articolo
proposto dal Cives Pier Luigi Cavalchini"
Abbiamo subito una sconfitta storica. Infatti, se ragioniamo
su un arco temporale ampio, balza agli occhi il rovesciamento di una anomalia
italiana. Negli anni '70 l'anomalia
consisteva nella forza elettorale di una sinistra comunista e socialista...
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10.03.2018
Franco Livorsi
Nel
mio articolo del 28 febbraio ultimo scorso, “L’Italia congelata” - scritto pochi giorni prima delle elezioni
politiche - motivando il mio voto a favore del PD - di cui ero e sono
totalmente convinto - esprimevo tutta la mia preoccupazione per la tenuta della
democrazia liberale e rappresentativa...
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09.03.2018
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La disfatta, questa volta finale, della sinistra era
purtroppo prevedibile e inevitabile, inevitabile perché la sinistra non ha
saputo né voluto reagire alla gabbia che le impedisce di sussistere. Certo si
può chiamare in causa una “questione morale” interna alla sinistra. E’ un fatto
vero, il mancato...
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08.03.2018
Alfio Brina
I
vari politologi fanno risalire al comportamento un po’ guascone di Matteo
Renzi, le cause della sconfitta elettorale di questo 4 marzo 2018. Un uomo solo
al comando attorniato da fedelissimi, sicuramente toscani e possibilmente
fiorentini, Poi il modo irriverente, per non dire sguaiato con cui è...
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07.03.2018
Carlo Clericetti (*)
Il seguente articolo comparso sul blog di "repubblica.it" curato da Carlo Clericetti è segnalato (e proposto alla lettura) dal civis Filippo Boatti....Due indagini del dopo-elezioni confermano quello che
chiunque abbia osservato con un po’ di attenzione quello che accade aveva già
capito, e che conferma...
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07.03.2018
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1. Dopo tanto impegno e
tanti sacrifici, il risultato tanto sperato finalmente è arrivato. Finalmente abbiamo perso.[1] E non poteva che
essere così. Siccome siamo stati particolarmente in gamba, abbiamo perso anche
in maniera pesantissima, inequivocabile, con cifre oltre ogni previsione. Da
capogiro....
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