Il futuro del centro-sinistra
Lezioni francesi
Mauro Calise
Per un pelo.
Rispettando – una volta tanto – i sondaggi, Macron è riuscito a finire in testa
davani alla Le Pen. E si è fermata, in zona Cesarini, la rimonta dell’outsider
Melenchon. Il candidato che, se fosse andato al ballottaggio, avrebbe aperto
molto probabilmente le porte dell’Eliseo alla leader di estrema destra. Si sa,
la politica – ormai – è come una partita di pallone. Conta solo il risultato.
Come sanno bene gli americani. E come, salvo imprevisti, sapranno presto anche
i francesi. Per i quali, tra quindici giorni, al posto di quattro concorrenti
pressocchè equipollenti, ci sarà un solo Presidente, nella pienezza
costituzionale dei poteri. Però, tirato il sospiro di sollievo, il quadro resta
estremamente preoccupante. Perché ci parla di una frammentazione politica ormai
sempre più spinta, ed estremamente volatile.
Sei mesi fa,
appena si sapeva chi fosse il giovane banchiere che dovrebbe guidare i
francesi. E sono solo poche settimane che, in tutta fretta, i riflettori si
sono accesi su un abile oratore – e venditore – che ha fatto il pieno del
malcontento di sinistra, riuscendo quasi a sparigliare la partita. Tutto ciò
sullo sfondo di un declino, meglio uno scatafascio, dei partiti tradizionali
che ha ormai assunto proporzioni incontrollabili. Alla fine, se la Francia può
sperare di restare – più o meno – saldamente in Europa, lo dobbiamo solo al
combinato disposto del suo sistema elettorale a doppio turno e di un semipresidenzialismo
che fa da argine al caos. Proprio quello che, lo scorso dicembre, gli italiani
hanno, invece, bocciato mandando al macero riforma costituzionale e legge
maggioritaria.
Vista da casa
nostra – al netto della profonda diversità istituzionale - la situazione
politica francese appare come una fotocopia. Con alcune impressionanti
analogie. Anche Oltralpe il sistema politico ha assunto un formato
quadripolare. Con una destra moderata che cerca di resistere al ciclone di
Marine Le Pen (da noi, i pesi sono ancora invertiti: con Berlusconi che sembra
riuscire a far da argine alla crescita dell’estremismo leghista). Poi, nel
centrosinistra, sembra quasi di assistere a due varianti dello stesso film. In
Francia, la crisi dei socialisti è deflagrata. La vittoria del candidato
radicale nelle primarie ha, praticamente, spaccato il partito. Con una
scissione dell’elettorato peggiore – se possibile – di quella della
nomenclatura cui abbiamo assistito pochi mesi fa da noi. Il vincitore è rimasto
con un minipartito allo sbando, mentre i socialisti moderati sono rapidamente
confluiti sulla candidatura di Macron. L’emorragia, però, è continuata e – se
possibile – peggiorata, facendo ingrossare i ranghi della proposta estremista
di Malenchon. Sembra l’anticipo di quello che accadrebbe in Italia se Renzi
uscisse sconfitto dalla gara per la segreteria del Pd. Il partito seguirebbe
rapidamente la sorte dei cugini francesi, riducendosi intorno al 10%. Con una
ulteriore e cospicua frana verso sinistra, con Pisapia nelle vesti di
Malenchon. E con il grosso dei perdenti moderati che finirebbero nel partito
personale che Renzi, a questo punto, non potrebbe non rassegnarsi a costruire.
Il paradosso del
confronto, in fondo, sta proprio in questa diversa scelta strategica. Quando
perse la sfida con Bersani, Renzi fu molto tentato dall’avventura solitaria. Ma
preferì lanciare l’opa sul partito, impadronirsene alla seconda occasione, e
cercare di imporre la sua leadership sui vecchi oligarchi. Il risultato è che,
per due anni, i bersaniani e dalemiani se lo sono lavorato ai fianchi. Lo hanno
abilmente attaccato in parlamento, e
messo – quasi – al tappeto all’appuntamento referendario. Oggi Renzi si ritrova
alla testa di un partito molto ridimensionato. Con l’incubo che lo stillicidio
di opposizioni e fazioni interne continui anche per i prossimi anni, a
giudicare da quello che Orlando e Emiliano hanno finora fatto intravedere.
Sembrerebbe
un’ironia della storia, ma dopo essere stati gli inventori - con Berlusconi e una dozzina di epigoni –
del nuovo format del partito personale, sono i francesi ad averci mostrato che,
al tempo della democrazia del leader, è l’unico modo per vincere. E soprattutto
per conservare la possibilità di governare. Chissà se Renzi, osservando
l’ascesa fulminante di Macron, non si stia pentendo del tempo speso a cercare
di recuperare un partito ricco di storia. Ma poverissimo di futuro.
(“Il Mattino”, 24 aprile 2017)
27/04/2017 20:34:46
17.03.2018
Danilo Bruno
Ieri (il riferimento è al 14 marzo u.s.), a stare alle cronache di stampa, il
ministro allo sviluppo economico e neo-PD Calenda,che era presente a Bari
con Prodi a presentare il libro di Giovannini sull’utopia sostenibile, avrebbe
pronunciato, tra le altre cose, una importante affermazione: “ Serve un...
| |
14.03.2018
Mauro Fornaro
Qualche riflessione, più
di carattere psicologico che non politologico, sul crollo del PD da parte di un
“vecchio” simpatizzante. Classe dirigente e molti militanti del PD sembrano al
momento essersi arroccati sulla difensiva, sia a seguito degli attacchi
insistenti e insolenti della Lega e del M5S nel...
|
13.03.2018
Mauro Calise (*)
Inutile, per il momento, affacciarsi sul crogiuolo
della crisi in corso. Troppe incognite ancora da sciogliere. E, soprattutto,
troppe spavaldissime mosse tattiche che dovranno cedere il passo a più miti consigli
– e consiglieri – strategici. Ma, quale che sarà la soluzione che alla fine
prevarrà,...
| |
12.03.2018
Egidio Zacheo
C'è smarrimento nel Partito Democratico e
a sinistra. La loro sconfitta è stata bruciante . Ma mentre quella del PD da
molti - diciamolo- era stata prevista da tempo, anche se non nelle proporzioni
verificatesi, una sorpresa generale ha destato quella di " Liberi e
Uguali". Vi è stata una polarizzazione...
|
12.03.2018
Goffredo Bettini
"Articolo
proposto dal Cives Pier Luigi Cavalchini"
Abbiamo subito una sconfitta storica. Infatti, se ragioniamo
su un arco temporale ampio, balza agli occhi il rovesciamento di una anomalia
italiana. Negli anni '70 l'anomalia
consisteva nella forza elettorale di una sinistra comunista e socialista...
| |
10.03.2018
Franco Livorsi
Nel
mio articolo del 28 febbraio ultimo scorso, “L’Italia congelata” - scritto pochi giorni prima delle elezioni
politiche - motivando il mio voto a favore del PD - di cui ero e sono
totalmente convinto - esprimevo tutta la mia preoccupazione per la tenuta della
democrazia liberale e rappresentativa...
|
09.03.2018
Filippo Boatti
La disfatta, questa volta finale, della sinistra era
purtroppo prevedibile e inevitabile, inevitabile perché la sinistra non ha
saputo né voluto reagire alla gabbia che le impedisce di sussistere. Certo si
può chiamare in causa una “questione morale” interna alla sinistra. E’ un fatto
vero, il mancato...
| |
08.03.2018
Alfio Brina
I
vari politologi fanno risalire al comportamento un po’ guascone di Matteo
Renzi, le cause della sconfitta elettorale di questo 4 marzo 2018. Un uomo solo
al comando attorniato da fedelissimi, sicuramente toscani e possibilmente
fiorentini, Poi il modo irriverente, per non dire sguaiato con cui è...
|
07.03.2018
Carlo Clericetti (*)
Il seguente articolo comparso sul blog di "repubblica.it" curato da Carlo Clericetti è segnalato (e proposto alla lettura) dal civis Filippo Boatti....Due indagini del dopo-elezioni confermano quello che
chiunque abbia osservato con un po’ di attenzione quello che accade aveva già
capito, e che conferma...
| |
07.03.2018
Giuseppe Rinaldi
1. Dopo tanto impegno e
tanti sacrifici, il risultato tanto sperato finalmente è arrivato. Finalmente abbiamo perso.[1] E non poteva che
essere così. Siccome siamo stati particolarmente in gamba, abbiamo perso anche
in maniera pesantissima, inequivocabile, con cifre oltre ogni previsione. Da
capogiro....
|
|
Segnali
Alessandro
Gassman e Marco Giallini sul grande schermo
...
|
Al Teatro Sociale tornano i tanto attesi appuntamenti del Sabato
Pomeriggio in Famiglia quest'anno una...
|
Segnaliamo un articolo comparso sulla rivista economiaepolitica.it in cui si sostiene
la tesi che le...
|
Segnaliamo un interessantissimo articolo di Rosa Canelli e Riccardo Realfonzo sulla crescente disuguaglianza...
|
Il Forum dei
Movimenti per la Terra e il Paesaggio annuncia che il Gruppo di Lavoro
Tecnico-Scientifico...
|
Segnaliamo un interessantissimo articolo del prof. Felice Roberto Pizzuti docente di
Politica Economica...
|
I MARCHESI DEL MONFERRATO NEL 2018
Si è appena concluso un anno particolarmente intenso di
attività,...
|
Stephen Jay Gould
Alessandro Ottaviani
Scienza
Ediesse 2012
Pag. 216 euro 12
New York, 10 settembre...
|
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista
online economiaepolitica
http://www.economiaepolitica.it/lavoro-e-diritti/diritti/scuola-sanita-e-servizi-pubblici/servizio-sanitario-nazionale-a-prezzo-regionale-il-paradosso-del-ticket/...
|
Segnaliamo, come contributo alla discussione, un
interessante articolo comparso sul sito “Le Scienze.it”
Link:...
|
Il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” presenta il
suo nuovo progetto per il 2018: le celebrazioni...
|
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista
online economiaepolitica
http://www.economiaepolitica.it/politiche-economiche/europa-e-mondo/la-ripresa-e-lo-spettro-dellausterita-competitiva/...
|
DA OGGI IN RETE 2500
SCHEDE SU LUOGHI, MONUMENTI E PERSONAGGI
A conclusione di un intenso lavoro, avviato...
|
Segnaliamo il libro di Agostino Spataro, collaboratore di Cittàfutura su un argomento sempre di estrema...
|
Memoria
Pietro Ingrao
Politica Ediesse 2017
Pag. 225 euro 15
Ha vissuto cent’anni Pietro Ingrao...
|
News dai media nazionali:
Ultime Notizie
|