Associazione Città Futura - Logo
Il futuro del centro-sinistra
In morte di Valentino Parlato (e non solo)
Patrizia Nosengo

Non amo i vincitori, soprattutto quelli che non fanno prigionieri. Vi è qualcosa di moralmente riprovevole nella vittoria, se non altro per la possibilità ch’essa consente di esercitare illimitatamente la volontà di potenza. Ho parteggiato - come tutti, credo, anzi spero -  per Patroclo, quando per amore indossa l’armatura di Achille e si presenta in duello dinanzi al ben più forte e abile Ettore; e ho parteggiato per Ettore, quando scende nell’agone, sapendo con estrema lucidità che sarà ineludibilmente sconfitto dalle armi divine dell’invincibile Achille, il quale, vincitore senza merito, pure non casualmente sconcia il cadavere del nemico, emblema possente di quanto la vittoria abbia in sé qualcosa di sudicio e di corrotto.

Preferisco i vinti, non soltanto perché la sconfitta implica un qualche aspetto di riscatto morale, appunto nell’impedimento del potere sull’altro da sé, bensì anche perché la verità del vincitore diviene totalitaria, senza il contraddittorio con la verità degli sconfitti e si fa mero kratos, con ciò che di violento e dispotico il potere comporta. Né del resto la Storia è avara di esempi in cui gli sconfitti si mostrano portatori di ragioni ben più fondate di quelle dei vincitori, come la condanna a morte di Socrate ancora addita alla nostra coscienza ottusa dall’abitudine a maggioranze cieche.

Per questo, oggi, la morte di Valentino Parlato, come qualche tempo fa la scelta del suicidio da parte di Lucio Magri, mi pare una sorta di simbolo che il caso ci pone dinanzi, in questi tempi bui di sempre più ampie svolte a destra della politica e della società: il simbolo della fine di una generosa idea di giustizia sociale, la fine della sua condivisione da parte di molti, la fine della lotta per affermarla, la fine di una politica che voleva essere trasformativa e mai avrebbe accettato di traccheggiare nella gestione pavida dell’esistente, la fine, insomma, della sinistra, sconfitta nella lotta di classe, non tanto a mio avviso dal capitalismo in sé, quanto piuttosto dal suo peggiore, più aspro e maligno aspetto, il liberismo ontologicamente circolare e auto divorante, eticamente nichilistico annientatore d’ogni valore umano, civile e morale.

Questa è stata la sconfitta di Parlato, come di tanti altri intellettuali, spazzati di fatto dalla scena della politica a partire dagli anni Ottanta, inutili Cassandre, che nessuno voleva e vuole più ascoltare, giacché, come suolsi dire, gli dei rendono folli coloro che vogliono perdere.

Aveva il “vizio” della politica, Valentino Parlato, un vizio che era inesausta virtù morale e civile e si traduceva in caparbie battaglie in nome non già del potere personale, come accade ora per tutti i leader politici, italiani e non, bensì di un mondo più libero e giusto. E quanto sembrino ora, anche a chi scrive, grondanti di retorica queste parole la dice lunga su come profondamente e compiutamente e ineluttabilmente siamo stati sconfitti.

Nato in Libia, in una famiglia di coloni proveniente dalla Sicilia e divenuto comunista nel liceo di Tripoli, anche grazie all’insegnamento di alcuni docenti che vi erano stati inviati per punizione dal regime fascista, a 18 anni Parlato arrivò in Italia e cominciò a lavorare come correttore di bozze per “L’Unità”. Il suo percorso politico è noto, dal periodo di adesione ortodossa al PCI, all’interesse per l’economia politica, alle collaborazioni con le più prestigiose riviste del partito, fino alla scelta eretica di criticare l’invasione sovietica della Cecoslovacchia e alla sua espulsione dal partito, insieme al gruppo del “Manifesto”. Da quel lontano 1969, Parlato ha dedicato tutto se stesso e tutto il proprio tempo al giornale, di cui è stato iniziatore e a lungo e in tempi diversi direttore, senza mai cedere alle lusinghe del narcisismo, del privato, o della rincorsa del potere.

Nei primi anni Settanta i suoi articoli e quelli di Rossanda, Magri, Pintor e Castellina hanno fatto di questo gruppo i “piccoli Maestri” della mia generazione, una generazione che, tranne poche eccezioni, ha praticato la politica, finché la politica è stata animata e sospinta dal progetto di un mondo migliore; e se ne è andata senza rimpianti, ma anche senza speranze, quando la politica ha mostrato ancora una volta il suo volto misero di rincorsa al posto di potere e di comodo abbandono al vento facile delle maggioranze vincenti.

Ha esercitato sempre, ininterrottamente, invece, lo spirito e la vigilanza della critica, Parlato, indagando percorsi e posizioni che non gli erano propri, per curiosità intellettuale, ma anche per apertura autentica al nuovo, ad altre, inimmaginate, possibilità. E ha pagato, come tutto il suo gruppo, il prezzo salato dell’essere spesso dalla parte della ragione, ma sempre dalla parte della dissidenza. Fino alla scelta ultima di iscriversi a Sinistra Italiana, ancora una volta in minoranza, ancora una volta testardamente impegnato nella ricerca di una via politica a un futuro migliore.

Oggi di quel gruppo restano le donne, Rossana Rossanda e Luciana Castellina, più longeve per destino di genere e ancora impegnate, per ciò che possono, a esercitare quello spirito critico, quella vigilanza morale e politica che contraddistinguevano il gruppo del “Manifesto” in tempi in fondo più felici; anch’esse, come Valentino Parlato fino all’ultimo, ancora impegnate, nonostante l’ottimismo sia impossibile, quasi una ostinazione irragionevole e capricciosa, una sorta di criminale cecità, nel mondo attuale, in cui sempre più i diritti sono spacciati come privilegi e i privilegi sono artatamente assunti come diritti, in cui una sistematica manomissione delle parole prova a persuaderci che ciò che è progressivo sia “conservatore” e ciò che è reazionario sia invece “progressista”; e in cui, con la fine della fabbrica -che era scuola politica di costruzione della coscienza di classe- e la proletarizzazione rancorosa dei ceti medi, le masse sono divenute sottoproletariato disposto a qualunque espediente per salvare se stesso e perdere l’altro da sé, plebi incolte, che ripetono a pappagallo gli slogan gaudenti e illogici del capetto narcisista di turno.

E anche questo è un segno dei tempi mutati. Parlato, Magri, Pintor, Rossanda, Castellina, come tutti i loro coetanei, a qualunque schieramento appartenessero,  erano il risultato di una scuola severa di solido impianto umanistico, una scuola che insegnava il ragionamento critico e l’argomentazione coerente e, attraverso la frequenza dei classici, costruiva quella cultura che, come ripete oggi – ahimè - inutilmente la filosofa statunitense Martha Nussbaum, è il fondamento della buona cittadinanza,  cittadinanza consapevole e partecipata e quindi ineludibile fondamento della democrazia. Quella scuola è ora in larga misura dileguata, dapprima sotto i colpi dell’anti-intellettualismo e anti-nozionismo del Sessantotto, poi sotto l’assalto del godereccio consumismo da bere e dell’utilitarismo tecnocratico degli anni del craxismo. Il poco o nulla che ne rimane è assediato dalle “tre i” (industria, informatica, inglese) berlusconiane  e dalla loro coerente continuazione, la cosiddetta “buona” scuola renziana, in cui le materie umanistiche sono svilite ad ancillae moleste della “competenza” meramente tecnico-pratica. E questa è la condanna a morte della teoresi e quindi della democrazia, che cade in un altro appuntamento simbolico, l’anniversario della morte di Gramsci, che tanto a lungo si batté per una cultura vera, difficile quando doveva essere difficile, profonda perché la cultura deve essere profonda e politicamente attiva e consapevole, proprio in virtù di quella complessità e di quella profondità.

Addio Valentino Parlato.

Non avremo più Maestri come te, come voi. Le nuove generazioni sapranno, forse, ripetere mnemonicamente quale sia la formula chimica di un alcool, o quale sia il risultato di una disequazione, quelle attualmente al governo sanno, forse, balbettare malamente un pizzico di Inglese e digitare un twitter sul tablet, ma sempre più la politica e la società mancano e mancheranno di leader colti e consapevoli e di ragionamenti articolati e profondi. Quando anche gli ultimi membri di quel gruppo se ne andranno, ci congederemo per sempre da un Novecento violento a tragico, ma capace di farci sperare che un mondo migliore sia ancora e sempre possibile.

 

03/05/2017 11:23:24
comments powered by Disqus
17.03.2018
Danilo Bruno
Ieri (il riferimento è al 14 marzo u.s.), a stare alle cronache di stampa, il ministro allo sviluppo economico e neo-PD Calenda,che era presente a Bari con Prodi a presentare il libro di Giovannini sull’utopia sostenibile, avrebbe pronunciato, tra le altre cose, una importante affermazione: “ Serve un...
 
14.03.2018
Mauro Fornaro
Qualche riflessione, più di carattere psicologico che non politologico, sul crollo del PD da parte di un “vecchio” simpatizzante. Classe dirigente e molti militanti del PD sembrano al momento essersi arroccati sulla difensiva, sia a seguito degli attacchi insistenti e insolenti della Lega e del M5S nel...
13.03.2018
Mauro Calise (*)
Inutile, per il momento, affacciarsi sul crogiuolo della crisi in corso. Troppe incognite ancora da sciogliere. E, soprattutto, troppe spavaldissime mosse tattiche che dovranno cedere il passo a più miti consigli – e consiglieri – strategici. Ma, quale che sarà la soluzione che alla fine prevarrà,...
 
12.03.2018
Egidio Zacheo
C'è smarrimento nel Partito Democratico e a sinistra. La loro sconfitta è stata bruciante . Ma mentre quella del PD da molti - diciamolo- era stata prevista da tempo, anche se non nelle proporzioni verificatesi, una sorpresa generale ha destato quella di " Liberi e Uguali". Vi è stata una polarizzazione...
12.03.2018
Goffredo Bettini
"Articolo proposto dal Cives Pier Luigi Cavalchini" Abbiamo subito una sconfitta storica. Infatti, se ragioniamo su un arco temporale ampio, balza agli occhi il rovesciamento di una anomalia italiana. Negli anni '70 l'anomalia consisteva nella forza elettorale di una sinistra comunista e socialista...
 
10.03.2018
Franco Livorsi
Nel mio articolo del 28 febbraio ultimo scorso, “L’Italia congelata” - scritto pochi giorni prima delle elezioni politiche - motivando il mio voto a favore del PD - di cui ero e sono totalmente convinto - esprimevo tutta la mia preoccupazione per la tenuta della democrazia liberale e rappresentativa...
09.03.2018
Filippo Boatti
La disfatta, questa volta finale, della sinistra era purtroppo prevedibile e inevitabile, inevitabile perché la sinistra non ha saputo né voluto reagire alla gabbia che le impedisce di sussistere. Certo si può chiamare in causa una “questione morale” interna alla sinistra. E’ un fatto vero, il mancato...
 
08.03.2018
Alfio Brina
I vari politologi fanno risalire al comportamento un po’ guascone di Matteo Renzi, le cause della sconfitta elettorale di questo 4 marzo 2018. Un uomo solo al comando attorniato da fedelissimi, sicuramente toscani e possibilmente fiorentini, Poi il modo irriverente, per non dire sguaiato con cui è...
07.03.2018
Carlo Clericetti (*)
Il seguente articolo comparso sul blog di "repubblica.it" curato da Carlo Clericetti è segnalato (e proposto alla lettura) dal civis Filippo Boatti....​Due indagini del dopo-elezioni confermano quello che chiunque abbia osservato con un po’ di attenzione quello che accade aveva già capito, e che conferma...
 
07.03.2018
Giuseppe Rinaldi
1. Dopo tanto impegno e tanti sacrifici, il risultato tanto sperato finalmente è arrivato. Finalmente abbiamo perso.[1] E non poteva che essere così. Siccome siamo stati particolarmente in gamba, abbiamo perso anche in maniera pesantissima, inequivocabile, con cifre oltre ogni previsione. Da capogiro....
Segnali
Alessandro Gassman e Marco Giallini sul grande schermo ...
Al Teatro Sociale tornano i tanto attesi appuntamenti del Sabato Pomeriggio in Famiglia quest'anno una...
Segnaliamo un articolo comparso sulla rivista economiaepolitica.it in cui si sostiene la tesi che le...
Segnaliamo un interessantissimo articolo di Rosa Canelli e Riccardo Realfonzo sulla crescente disuguaglianza...
Il Forum dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio annuncia che il Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico...
Segnaliamo un interessantissimo articolo del prof. Felice Roberto Pizzuti docente di Politica Economica...
I MARCHESI DEL MONFERRATO NEL 2018 Si è appena concluso un anno particolarmente intenso di attività,...
Stephen Jay Gould Alessandro Ottaviani Scienza Ediesse 2012 Pag. 216 euro 12​ New York, 10 settembre...
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista online economiaepolitica http://www.economiaepolitica.it/lavoro-e-diritti/diritti/scuola-sanita-e-servizi-pubblici/servizio-sanitario-nazionale-a-prezzo-regionale-il-paradosso-del-ticket/...
Segnaliamo, come contributo alla discussione, un interessante articolo comparso sul sito “Le Scienze.it” Link:...
Il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” presenta il suo nuovo progetto per il 2018: le celebrazioni...
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista online economiaepolitica http://www.economiaepolitica.it/politiche-economiche/europa-e-mondo/la-ripresa-e-lo-spettro-dellausterita-competitiva/...
DA OGGI IN RETE 2500 SCHEDE SU LUOGHI, MONUMENTI E PERSONAGGI A conclusione di un intenso lavoro, avviato...
Segnaliamo il libro di Agostino Spataro, collaboratore di Cittàfutura su un argomento sempre di estrema...
Memoria Pietro Ingrao Politica Ediesse 2017 Pag. 225 euro 15 Ha vissuto cent’anni Pietro Ingrao...
News dai media nazionali:
Ultime Notizie
facebook
"Citta` Futura on-line" è la testata giornalistica dell`associazione Citta` Futura registrata 
in data 20 gennaio 2012 con atto n°1 presso il Registro della Stampa del Tribunale di Alessandria.
Redazione Mobile:  +39.3351020361 (SMS e MMS)  - Email: cittafutura.al@gmail.com 

Oltre le informazioni. Opinione ed approfondimento.