Il futuro del centro-sinistra
Renzi tra il partito e il governo
Mauro Calise
Come di consueto l'intervento del prof. Calise ci viene segnalato dal civis Franco Livorsi. La pubblicazione originale è, come spesso avviene quando interviene Mauro Calise, del "Mattino" di Napoli. Ecco il testo...
...
A sentirlo, ieri, dal palco del suggestivo
scenario napoletano, sembrava tornato il Renzi di una volta. Brillante,
appassionante, bravissimo nell’accendere il feeling con la platea. E gli
esperti di comunicazione si saranno chiesti – per l’ennesima volta – perché non
smette di andare in Tv. Perché non limita le sue apparizioni pubbliche al
contatto fisico e diretto, come fece con gli esordi in Leopolda. E come Grillo
– il grande maestro della ribalta mediatica – continua a fare da sempre.
Concentrando sulla piazza vera le sue – rade – uscite, costringendo le
televisioni a riprodurlo e veicolarlo al meglio delle sue qualità attoriali. Ma
a Renzi, si sa, non piace ascoltare i consigli, nemmeno quelli più ovvii. E
quindi non resisterà alla tentazione di tornare a impazzare sul piccolo schermo
nei mesi di campagna elettorale. Apparendo saccente e un po’ antipatico, invece
del mattatore entusiasmante che riesce ad essere dal vivo.
Peccato. Perché questo nodo irrisolto contiene –
in nuce – il crocevia della sua leadership. Un crocevia politico che Renzi
ancora non riesce a sciogliere. In bilico tra segretario di partito e aspirante
capo del governo. Il problema, a parole, è semplice. La forza di Renzi, oggi, sta
nel controllo che ha sul partito. Un controllo guadagnato sul campo, con la
vittoria nelle primarie. E consolidato dimostrando che, al momento, non ci sono
alternative credibili. E quando comunica all’interno di quel recinto, e di quei
militanti, si sente che la sua caratura è nettamente superiore ai competitor.
Ma appena il segretario si affaccia nel territorio di Gentiloni e soci, diventa
meno convincente. A tratti, addirittura maldestro. Per la ragione che si
avverte subito un conflitto di competenze – e di interessi. La cosa migliore,
per Renzi, sarebbe di fare soltanto – e fino in fondo – il mestiere di
segretario. Come ha provato a fare in occasione della ri-nomina di Visco in
Bankitalia. Ma soltanto, sfortunatamente, a metà. Sarebbe bastato che esprimesse
la contrarietà del partito alla rinomina. Ma, al tempo stesso, lasciasse subito
il governo libero, in autonomia, di decidere. Prendendo chiaramente le
distanze, ma senza fare baluginare il rischio di una crisi istituzionale.
Ora, un problema analogo – di netta separazione
dei ruoli – si porrà sulle candidature al Parlamento. Ieri, su questo punto, il
segretario ha preferito glissare. Ma ne aveva accennato, nel suo intervento, De
Luca, ed è il vero tema su cui si discute all’interno del partito. Come
andranno scelti i candidati? Sulle basi delle appartenenze alle correnti o per
i voti che sono capaci di raccogliere sul territorio? Si capisce che, con la
prima opzione, si va a sbattere, come è successo in alcuni casi eclatanti alle
recenti elezioni amministrative. Ma anche la seconda opzione presenta i suoi
svantaggi, e le sue incognite. Puntare sui micronotabili – ammesso che ce ne
siano in giro di veramente capaci a rastrellare voti nel porta a porta –
potrebbe, forse, fare conquistare qualche seggio in più, almeno al Sud. Ma
rischierebbe anche di nuocere non poco all’immagine di un Pd che già fa enorme
fatica a intercettare i settori più sensibili – e vitali – dell’opinione
pubblica. Soprattutto se gli avversari più agguerriti – nei collegi meridionali
– saranno, come predicono i sondaggi, i volti freschi e puliti dei
Cinquestelle.
Quale strada imboccherà Renzi? Su chi punterà le
sue carte? Lo scorso weekend il segretario ha partecipato al convegno nazionale
di Cultura democratica, un think tank che ha raccolto mille giovani che
lavorano attivamente nella rete della migliore progettualità istituzionale.
Sarebbe interessante capire se questo – e analoghi contenitori che non mancano
– potrà essere uno dei serbatoi per segnare quella discontinuità di cui Renzi,
ai suoi esordi, era stato il simbolo. E di cui sembra aver perso il filo.
Certo, attingere a candidature giovanili, estranee ai palazzi e ai loro
intrighi, potrebbe significare rinunciare a una manciata di deputati e
senatori. E, almeno nell’immediato, segnare un passo indietro per il
segretario. Ma se – come i commentatori più avvertiti ormai tendono a dare per
scontato – le prossime elezioni saranno soltanto il primo round di una partita
che avrà presto una replica, sacrificare oggi qualche poltrona significherebbe
far crescere una batteria di puledri con cui correre meglio domani.
Si tratterebbe, per Matteo Renzi, di un bagno di
idealismo. Una sorta di ritorno al passato. Ma, forse, è l’unica strada per
provare a costruire un futuro.
(“Il Mattino”,
30 ottobre 2017 (*) )
31/10/2017 19:52:11
17.03.2018
Danilo Bruno
Ieri (il riferimento è al 14 marzo u.s.), a stare alle cronache di stampa, il
ministro allo sviluppo economico e neo-PD Calenda,che era presente a Bari
con Prodi a presentare il libro di Giovannini sull’utopia sostenibile, avrebbe
pronunciato, tra le altre cose, una importante affermazione: “ Serve un...
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14.03.2018
Mauro Fornaro
Qualche riflessione, più
di carattere psicologico che non politologico, sul crollo del PD da parte di un
“vecchio” simpatizzante. Classe dirigente e molti militanti del PD sembrano al
momento essersi arroccati sulla difensiva, sia a seguito degli attacchi
insistenti e insolenti della Lega e del M5S nel...
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13.03.2018
Mauro Calise (*)
Inutile, per il momento, affacciarsi sul crogiuolo
della crisi in corso. Troppe incognite ancora da sciogliere. E, soprattutto,
troppe spavaldissime mosse tattiche che dovranno cedere il passo a più miti consigli
– e consiglieri – strategici. Ma, quale che sarà la soluzione che alla fine
prevarrà,...
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12.03.2018
Egidio Zacheo
C'è smarrimento nel Partito Democratico e
a sinistra. La loro sconfitta è stata bruciante . Ma mentre quella del PD da
molti - diciamolo- era stata prevista da tempo, anche se non nelle proporzioni
verificatesi, una sorpresa generale ha destato quella di " Liberi e
Uguali". Vi è stata una polarizzazione...
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12.03.2018
Goffredo Bettini
"Articolo
proposto dal Cives Pier Luigi Cavalchini"
Abbiamo subito una sconfitta storica. Infatti, se ragioniamo
su un arco temporale ampio, balza agli occhi il rovesciamento di una anomalia
italiana. Negli anni '70 l'anomalia
consisteva nella forza elettorale di una sinistra comunista e socialista...
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10.03.2018
Franco Livorsi
Nel
mio articolo del 28 febbraio ultimo scorso, “L’Italia congelata” - scritto pochi giorni prima delle elezioni
politiche - motivando il mio voto a favore del PD - di cui ero e sono
totalmente convinto - esprimevo tutta la mia preoccupazione per la tenuta della
democrazia liberale e rappresentativa...
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09.03.2018
Filippo Boatti
La disfatta, questa volta finale, della sinistra era
purtroppo prevedibile e inevitabile, inevitabile perché la sinistra non ha
saputo né voluto reagire alla gabbia che le impedisce di sussistere. Certo si
può chiamare in causa una “questione morale” interna alla sinistra. E’ un fatto
vero, il mancato...
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08.03.2018
Alfio Brina
I
vari politologi fanno risalire al comportamento un po’ guascone di Matteo
Renzi, le cause della sconfitta elettorale di questo 4 marzo 2018. Un uomo solo
al comando attorniato da fedelissimi, sicuramente toscani e possibilmente
fiorentini, Poi il modo irriverente, per non dire sguaiato con cui è...
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07.03.2018
Carlo Clericetti (*)
Il seguente articolo comparso sul blog di "repubblica.it" curato da Carlo Clericetti è segnalato (e proposto alla lettura) dal civis Filippo Boatti....Due indagini del dopo-elezioni confermano quello che
chiunque abbia osservato con un po’ di attenzione quello che accade aveva già
capito, e che conferma...
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07.03.2018
Giuseppe Rinaldi
1. Dopo tanto impegno e
tanti sacrifici, il risultato tanto sperato finalmente è arrivato. Finalmente abbiamo perso.[1] E non poteva che
essere così. Siccome siamo stati particolarmente in gamba, abbiamo perso anche
in maniera pesantissima, inequivocabile, con cifre oltre ogni previsione. Da
capogiro....
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Segnali
Alessandro
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Al Teatro Sociale tornano i tanto attesi appuntamenti del Sabato
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Segnaliamo un articolo comparso sulla rivista economiaepolitica.it in cui si sostiene
la tesi che le...
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I MARCHESI DEL MONFERRATO NEL 2018
Si è appena concluso un anno particolarmente intenso di
attività,...
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Alessandro Ottaviani
Scienza
Ediesse 2012
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