Associazione Città Futura - Logo
Elezioni e referendum
Dieci buone ragioni ( più una ) per votare NO al referendum costituzionale.
Nicola Boidi

 

Da semplice cittadino che cerca di raccogliere notizie e informazioni  dagli specialisti ( in primis giudizi costituzionalisti e professori  di diritto costituzionale , ma non solo) ho maturato la mia personale convinzione per cui voterò No alla proposta di  Riforma costituzionale Boschi domenica 4 dicembre, e vado sinteticamente ad formularla  in dieci punti o ragioni, più una , quella forse decisiva, che si trova nella «candida» dichiarazione introduttiva della firmataria, il ministro Boschi.

 

Premessa della Riforma costituzionale Boschi:

 

«Lo spostamento del baricentro decisionale connesso alla forte accelerazione del processo d’integrazione europea e in particolare l’esigenza di adeguare l’ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea da cui sono discesi tra l’altro l’introduzione del semestre europeo e la riforma  del  patto di stabilità e crescita, e alle relative stringenti regole di bilancio, quali le nuove regole del debito e della spesa, le sfide derivanti dall’internalizzazione delle economie e dal mutato contesto della competizione globale e l’esigenza di coniugare quest’ultima con le rinnovate esigenze di governo unitario della finanza pubblica connesse anche ad impegni internazionali, il complesso di questi fattori ha dato luogo a  interventi di revisione  costituzionale».

Sulla motivazione contenuta in questo preambolo alla riforma ritornerò in conclusione  del ragionamento che vado sinteticamente ad articolare negli altri dieci punti:

 

1) Voterò no innanzitutto per una questione di metodo: la Costituzione è un testo troppo importante per cambiarlo senza il contributo della minoranza parlamentare, unicamente a colpi di maggioranza . L’allontanamento dei dissenzienti nelle commissioni parlamentari non è stato un segnale in questa direzione.

 

2)Voterò no perché la riforma non pone fine  al bicameralismo paritario. Al contrario  inizia un bicameralismo pasticciato, ibrido che non significa velocità nel produrre leggi. Sarebbe stato meglio eliminare del tutto il Senato. Come sostenevano del resto personaggi della sinistra come Pietro Ingrao, che voleva mantenere però la centralità del Parlamento.

 

3)Voterò  no perché la riforma propone  il rafforzamento del Governo a scapito dei poteri del Parlamento e degli istituti di controllo e garanzia. La Repubblica si regge sul delicato equilibrio dei poteri. Se ne viene privilegiato uno a danno degli altri, si crea uno scompenso che può indebolire la democrazia. In presenza poi dell’attuale legge elettorale Italicum  votata con la fiducia (gli unici  precedenti sono la legge Acerbo durante il fascismo e la legge truffa degli anni 50), la maggioranza ottiene uno strapotere che si manifesta anche nell’elezione del presidente della Repubblica e dei rappresentanti della Corte Costituzionale e del Consiglio superiore della magistratura.

 

4) Voterò no  perché non è una questione di governabilità. Questa dipende dalla capacità e coesione delle forze politiche, non dai regolamenti o dall’iter legislativo. Né tantomeno dal  “ping pong” tra le due Camere. Il passaggio dei decreti leggi  tra Camera e Senato avviene infatti solo nel 20-25% dei casi. Se mai il problema è che il governo  non riesce ad attuare le leggi che emana (l’80% di quelle votate dalle Camere sono di matrice governativa). Prendiamo la Buona scuola: è stata approvata oltre un anno fa, ma ancora mancano dieci (10) leggi delega affidate per l’appunto al governo.

 

5) Voterò no perché il nuovo Senato non rappresenterebbe le autonomie locali.

Non si costituirà un nuovo senato tipo il Bundesratt  tedesco( come si è sbandierato)  ma  si creerà un ibrido a cui partecipano senatori (consiglieri regionali e sindaci) eletti in modo diverso e in tempi diversi  Tutti tra l’altro con l’immunità parlamentare. I senatori sarebbero eletti (ancora non si sa come) dai consigli regionali. La frase che il comitato del Sì sbandiera per dire che l’elezione, dopo l’approvazione della riforma, sarà diretta è questa: “in conformità alle scelte espresse dagli elettori”. Questa frase,  presa così,  non significa nulla. Se avessero voluto l’elezione diretta avrebbero potuto scrivere a chiare lettere, per esempio: “Durante le elezioni regionali i cittadini hanno anche la possibilità di scegliere i senatori”. Perché non l’hanno fatto e hanno solo inserito questa frase criptica?

 

6)Voterò no perché i poteri delle autonomie locali sono ridotti senza risolvere i problemi. La riforma costituzionale del Titolo V del 2001, votata anch’essa a colpi di maggioranza ( del governo Amato dimissionario ma poi fatta propria e  rafforzata dal successivo governo Berlusconi) è stata effettivamente un obbrobrio, creando  numerosi contenziosi tra Stato e Regioni in materia di legislazione concorrente, oltre che sprechi a non finire e il proliferare della corruzione. Ma non si risolve tutto riportando il potere al centro: gli enti e le comunità locali non avrebbero più voce in capitolo su questioni importanti per il destino delle stesse comunità.

 

7)Voterò no  perché i contenziosi Stato-Regioni continueranno. Seppure le disposizioni generali e comuni in materia di istruzione, salute, beni culturali, turismo ecc. tornerebbero in capo allo Stato, alle Regioni rimarrebbero competenze rilevanti. Paradigmatica in tal senso è la sanità . La programmazione e l’organizzazione dei servizi sanitari spetteranno ancora alle Regioni. Oppure prendiamo i beni culturali. La promozione sarà a carico ancora delle Regioni mentre la tutela e la valorizzazione a carico dello Stato. Vi immaginate quanti  contenziosi dovranno nuovamente essere considerati  dalla Corte Costituzionale?

 

8) Voterò no perché non è stato risolto il problema dell’equità sociale. Lo si vede a proposito della sanità. È un punto messo bene in evidenza dall’avvocata Anna Falcone, vicepresidente del Comitato del No. Nella revisione non si tocca mai il tema dell’equità, a proposito di federalismo fiscale per cui le Regioni che si trovano con meno risorse, continueranno ad esserlo anche in futuro. E allora: va bene far pagare la stessa siringa in modo uguale da Milano a Palermo, ma se mi lasci le cose come sono e il cosiddetto fondo perequativo (per aiutare gli enti locali più deboli) non me lo tocchi, allora rimarrà ancora una disuguaglianza in Italia dal punto di vista della salute.

 

9) Voterò no perché la riforma è scritta male ed è confusa. E non semplifica. Esemplare in tal senso l’articolo 70, quello dell’iter di formazione delle leggi. L’articolo è costituito da 432 parole, due pagine, sette commi. Dentro ci sono descritti almeno dieci tipi di procedure legislative. Non è solo un testo oscuro – che per i giuristi costituisce un vulnus perché impedisce l’osservanza della legge – ma è proprio l’opposto della semplificazione, altro concetto sbandierato durante la campagna referendaria.

 

10) Voterò no  perché non avvicina i cittadini alla partecipazione politica. È vero che il quorum dei referendum si abbassa (sulla base della maggioranza dei votanti alle ultime elezioni) ma si può indire solo se si raccolgono 800mila firme. Quindi solo soggetti forti e strutturati se lo possono permettere, altro che potenziamento della democrazia diretta! Stesso discorso per le leggi di iniziativa popolare: occorrono 150mila firme (invece delle attuali 50mila) anche se si prevede il “contentino” della discussione in aula, resa possibile, però, solo dai regolamenti parlamentari, tutti da fare… Ancora: nel nuovo articolo 71 sono previsti referendum propositivi e di indirizzo, una bella cosa, perché sarebbero davvero un tentativo di democrazia diretta. Peccato che per essere attuati occorre una legge di entrambe le Camere.

 

11) Infine voterò no perché il «cappello introduttivo» della Riforma costituzionale Boschi si avvicina nello spirito e nella lettera «singolarmente»  al documento stilato dalla JP Morgan, una delle più grandi banche mondiali di affari,  nel 2013:

«I sistemi politici e costituzionali del sud Europa presentano tipicamente le seguenti caratteristiche:1)  esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; 2) governi centrali deboli nei confronti delle regioni ; 3) tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori ; 4) tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; 5) la licenza di protestare se vengono sgradite proposte di modificazione  dello status quo». L’invito della banca d’affari rivolta a quegli Stati è di conseguenza quello di rimuovere «quegli inutili orpelli » costituiti dalle carte costituzionali di spirito«eccessivamente socialista e antifascista».

La premessa Boschi e il documento della JP Morgan sono solo due indizi, e come diceva Ercole Poirot «due indizi sono solo due coincidenze e non costituiscono una prova » ma non vorrei dover aspettare l’indomani della vittoria del si per dover avere la prova provata del terzo indizio : il  Cui prodest ?

01/12/2016 12:52:06
comments powered by Disqus
07.03.2018
Mauro Calise
La risposta di Renzi alla sconfitta – piaccia o meno - ha avuto il merito della chiarezza. Come già nelle due passate occasioni in cui era stato battuto sul campo – nella prima sfida con Bersani e al referendum costituzionale – il leader Pd ha accettato di fare un passo indietro. Ma solo per cercare...
 
02.03.2018
Silvia Crisman (*)
In vista delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo, IN/Arch Piemonte ha posto ai candidati alcune domande sul futuro delle scelte legislative in tema di architettura e territorio. Nel nostro Paese si continua a definire “emergenze” una serie di fenomeni strutturali che andrebbero piuttosto affrontati...
02.03.2018
Mauro Calise
Stop. Battuta d’arresto. Anzi, brusca retromarcia. Per quelli – e sono parecchi – convinti che i Cinquestelle si fossero convertiti alle regole del sistema democratico, l’autoconsultazione quirinalizia a mezzo web di Di Maio è una doccia gelata. Non virtuale. Costituzionale. Il voltafaccia parademocristiano...
 
27.02.2018
Elvio Bombonato
I 5 stelle mi piacciono a livello locale perché scoperchiano misfatti e privilegi. L’evento per cui alcuni di loro non abbiano versato la quota prestabilita da loro stessi, mi sembra una colpa irrisoria, rispetto al banditismo della Lega di Bossi, a Formigoni, al massacro delle Istituzioni compiuto da...
23.02.2018
Nicola Parodi
I giornali di questi giorni continuano a informarci di "cyber campagne di influenza per condizionare il voto”[1]. L’ex Vicepresidente USA Joe Biden ha recentemente affermato che la Russia ha tentato di influenzare il referendum sulle riforme costituzionali italiane[2]. Avendo ancora memoria di quanto...
 
15.02.2018
Salvatore Sinagra(*)
Evidenze empiriche oltre la campagna elettorale(su suggerimento del civis Giorgio Abonante)​​Flat tax e tagli delle imposte sui redditi più altiIn tutti i paesi progrediti il sistema fiscale è guidato da criteri di progressività, ovvero le imposte pagate crescono al crescere del reddito e più in generale...
14.02.2018
Agostino Spataro
…La sicurezza dovrebbe essere un valore fondante della convivenza civile, condiviso da tutte le forze democratiche. Tuttavia, se proprio le si vuol dare una connotazione politica credo che tutelare la sicurezza dei cittadini sia più interesse della sinistra e delle forze progressiste e meno della destra....
 
11.02.2018
Giancarlo Patrucco
Raccogliendo il materiale per scrivere questo pezzo, mi sono ben presto accorto di quanto avrei dovuto dilungarmi (e assillarvi) nel tentativo di rendere conto appieno delle palesi incongruenze, delle plateali divergenze, delle disinibite contorsioni che stanno costellando la campagna elettorale del...
25.01.2018
Franco Livorsi
Sarà perché ormai sono vecchio, ma in questo mondo politico mi sento sempre più fuori tempo (Nietzsche direbbe “inattuale” per libera scelta). Osservo i conflitti dei miei amati connazionali e provo uno stato d’animo di strano e un po’ trasognato stupore, come se assistessi a una delle commedie dell’assurdo...
 
23.01.2018
Marina Elettra Maranetto
Ebbene Sì, sono passionale. Può essere un pregio in determinate circostanze, ma quando m’inoltro in considerazioni che richiedano un’analisi razionale è un inequivocabile difetto. Da stasera, come altre sere fino a Marzo, la riga rossa dell’ira mi salirà dai visceri come il lardo di Colonnata.. Ho...
Segnali
Alessandro Gassman e Marco Giallini sul grande schermo ...
Al Teatro Sociale tornano i tanto attesi appuntamenti del Sabato Pomeriggio in Famiglia quest'anno una...
Segnaliamo un articolo comparso sulla rivista economiaepolitica.it in cui si sostiene la tesi che le...
Segnaliamo un interessantissimo articolo di Rosa Canelli e Riccardo Realfonzo sulla crescente disuguaglianza...
Il Forum dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio annuncia che il Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico...
Segnaliamo un interessantissimo articolo del prof. Felice Roberto Pizzuti docente di Politica Economica...
I MARCHESI DEL MONFERRATO NEL 2018 Si è appena concluso un anno particolarmente intenso di attività,...
Stephen Jay Gould Alessandro Ottaviani Scienza Ediesse 2012 Pag. 216 euro 12​ New York, 10 settembre...
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista online economiaepolitica http://www.economiaepolitica.it/lavoro-e-diritti/diritti/scuola-sanita-e-servizi-pubblici/servizio-sanitario-nazionale-a-prezzo-regionale-il-paradosso-del-ticket/...
Segnaliamo, come contributo alla discussione, un interessante articolo comparso sul sito “Le Scienze.it” Link:...
Il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” presenta il suo nuovo progetto per il 2018: le celebrazioni...
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista online economiaepolitica http://www.economiaepolitica.it/politiche-economiche/europa-e-mondo/la-ripresa-e-lo-spettro-dellausterita-competitiva/...
DA OGGI IN RETE 2500 SCHEDE SU LUOGHI, MONUMENTI E PERSONAGGI A conclusione di un intenso lavoro, avviato...
Segnaliamo il libro di Agostino Spataro, collaboratore di Cittàfutura su un argomento sempre di estrema...
Memoria Pietro Ingrao Politica Ediesse 2017 Pag. 225 euro 15 Ha vissuto cent’anni Pietro Ingrao...
News dai media nazionali:
Ultime Notizie
facebook
"Citta` Futura on-line" è la testata giornalistica dell`associazione Citta` Futura registrata 
in data 20 gennaio 2012 con atto n°1 presso il Registro della Stampa del Tribunale di Alessandria.
Redazione Mobile:  +39.3351020361 (SMS e MMS)  - Email: cittafutura.al@gmail.com 

Oltre le informazioni. Opinione ed approfondimento.