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Intervista a Giancarlo Patrucco per il suo libro “Una delle formiche”
Pier Carlo Lava
Giancarlo Patrucco è nato e vive in Alessandria, dove partecipa attivamente alla vita cittadina nell’Associazione politico-culturale Città futura. Come dirigente scolastico si è sempre occupato di scuola, pubblicando articoli e saggi di pedagogia, sociologia e didattica.
Successivamente si è accostato alla storia altomedievale, partecipando alle attività del Circolo culturale I Marchesi del Monferrato e scrivendo saggi e romanzi storici ambientati nel IX e X secolo.  Una delle formiche è la sua prima opera narrativa. Lo abbiamo incontrato per un intervista, queste le sue risposte alle nostre domande:
 
Come ti è venuto in mente di scrivere un libro del genere?
Parecchi anni fa, poco oltre la metà del ‘900, esce in Inghilterra un libro dal titolo: “La collina dei conigli”. Il libro, poi tradotto in Italia e in vari Paesi del mondo, mostra due contrapposti, antitetici modi di gestire una comunità: uno, quello della conigliera di Efrafa dominata dal generale Vulneraria, è tirannico e richiama con ogni evidenza il sistema di gestione nazista, dove l’individuo è annichilito come persona e il comando gerarchico tiene Eufrafa chiusa, nonché i suoi appartenenti oppressi da un sistema brutale nel quale ha largo posto la delazione; l’altro, dove appare chiaro il richiamo al modo di vivere anglosassone – siamo in Inghilterra, infatti – che fa di coloro che decidono di aderire  spontaneamente alla conigliera dei soggetti liberi, in un sistema di gestione democratico che ne amplifica gli apporti di invenzione, di creatività, ma anche di irriducibilità rispetto al costringimento efrafano.
Naturalmente, dallo scontro, furioso, il modello democratico esce vincitore.
Io ho utilizzato le formiche, vuoi perché sono già di per sé comunità totalizzanti, vuoi perché la gestione del potere e la visione che ne abbiamo noi oggi è molto più sottile, sofisticata, complessa. Lo scontro tra le formiche rosse e le formiche nere, messo in scena nel mio libro, tiene conto di tali differenze e rende il confronto, almeno tra le formiche nere, molto più complesso.
 
Quando lo hai cominciato e quando lo hai finito?
L’ho cominciato quando non c’era ancora l’euro e, all’inizio, doveva limitarsi a una breve storia – il mito delle formiche – prima raccontata ai bambini e poi messa per iscritto. Ma, siccome i bambini chiedono sempre “ancora”, decisi di continuarla, seguendo la traccia di cui parlavo prima e l’ispirazione.
Nel 2006, l’allora sindaco Mara Scagni volle farne stampare 200 copie, da regalare ai bambini delle quinte classi elementari. Per me era finita lì. Non mi aspettavo che, quasi 10 anni dopo, mi ritornasse indietro con la proposta della casa editrice Europa Edizioni di farne un’edizione su scala nazionale. Sono ancora stupito e riconoscente.
 
Ci vuoi spiegare di cosa si tratta: formiche, solo formiche?
Già in parte l’ho detto. I personaggi in scena sono formiche, ma è facile leggervi in controluce tutte le caratteristiche, le debolezze, le fragilità e le brutalità di cui diamo prova noi umani.
Insomma, potete leggerlo come una favola, ma questa favola è l’allegoria del potere dell’uomo, aggiornata agli anni 2000.
 
Nella presentazione del libro c’è scritto: “Dopo aver letto questa storia non guarderemo soltanto le formiche con altri occhi, ma l’intera esistenza, compresa quella umana”. Ci vuoi spiegare il messaggio?
La presentazione è stata scritta da un editor di Europa Edizioni con cui mi sono complimentato. In effetti, concordo totalmente. Anzi, specificherei: soprattutto quella umana.
 
Come sai, il mercato dell’editoria è vasto e difficile. Ora cosa ti aspetti?
Di meravigliarmi ancora. No, per la verità, so bene che nuoto come un pesciolino in un mare di squali. Non ho la possibilità di accedere alle tv e agli altri media nazionali, quindi partecipo a una corsa ad handicap. L’unica cosa che posso augurarmi è un aiuto da parte degli amici e di quelli che mi conoscono e mi vogliono bene. Gliel’ho anche scritto. Una promozione dal basso, usando quel che si ha a disposizione: il passaparola. Oggi si può fare a voce o per telefono, ma anche con i social, le mail, il web, i media locali…
Io cercherò di presentare il libro nella mia città e in quelle più vicine, comprese le scuole, se me ne daranno occasione. Poi, quel che verrà verrà. Fra qualche mese vedremo.
 
Con il libro forse non c’entra, ma c’è chi dice che gli umani in passato si comportavano da formiche, mentre oggi si comportano da cicale. Qual è la tua opinione in merito?
Gli uomini…Ci sono famiglie in fascia di povertà, che non possono fare né le cicale né le formiche perché i soldi proprio non li hanno. Ci sono famiglie, invece, che possono fare le cicale, spendendo e spandendo, ma anche le formiche nella parte più deleteria che loro attribuisco nel mio libro. In altre parole, quasi sempre denaro e potere marciano insieme. Chi non ha né l’uno né l’altro può soltanto stare a guardare. E le disuguaglianze crescono verso limiti intollerabili, anche nelle cosiddette democrazie.

NB L'immagine a corredo dell'intervista non è quella della copertina del libro, ma una geniale interpretazione del nostro vignettista Gian Carlo Borelli

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