“Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida” s’intitola il primo libro postumo di Umberto Eco, pubblicato dalla neonata Casa Editrice “La Nave di Teseo”.

         “Società liquida” è tutt’insieme un neologismo della Lingua Italiana, registrato come tale dal Vocabolario Treccani: ricalcando l’espressione inglese “liquid society” tale termine è composto dal nome femminile ‘società’ e dall’aggettivo ‘liquido’, e pare lo si sia potuto leggere per la prima volta sulle pagine di un “Corriere della Sera” della tarda primavera del duemiladue. Si tratta, naturalmente, della prima attestazione del neologismo in quanto tale: perché, invece, come espressione originale si tratta di un conio del sociologo di origine polacca Zygmunt Bauman.

         «Concezione sociologica che considera l’esperienza individuale e le relazioni sociali segnate da caratteristiche e strutture che si vanno decomponendo e ricomponendo rapidamente, in modo vacillante e incerto, fluido e volatile.» è la definizione che il Vocabolario dà del termine: succinta ma precisa. Per una trattazione piú ampia, basta leggere “Pape Satàn Aleppe”.

         Il volume conta quattrocentosettantasei pagine ed è uscito in libreria nel febbraio del duemilasedici a venti Euro. Raccoglie diversi articoli pubblicati da Umberto Eco su “L’Espresso” negli ultimi anni; di effettivamente inedito la raccolta offre un’importante pagina d’introduzione e – ciò che forse piú conta – l’opera di antologia e di ordinamento dei piccoli interventi, il che consente (oltre a una spigolatura casuale dei singoli articoli, cosa che si potrebbe fare anche sfogliando qui e lí vecchi numeri della rivista che li aveva stampati a suo tempo) una lettura unitaria che è nuova nella sua organicità a posteriori e che riserva sorprese anche a chi già ne avesse incontrate alcune parti. Il tutto è organizzato in quattordici sezioni ognuna col suo titoletto, piú una quindicesima piccola sezione posta in testa che comprende l’introduzione e un articolo intitolato proprio “La società liquida”: questo testo, uscito – sempre su “L’Espresso” – nove mesi prima la pubblicazione del volume (29.V.2015 - 27.II.2016, quando si dice “un parto della mente”…!), è cosí esplicitamente posto a cifra e chiave della raccolta.

         La rubrica che Eco tenne su “L’Espresso” per trent’anni a partire dal 1985 – sarà certo noto a tutti o quasi – s’intitolava “La bustina di Minerva”: il titolo si riferisce alla nota confezione di fiammiferi marca Minerva sulla quale tipicamente si prendevano appunti volanti; ma allude – certo intenzionalmente – anche a una mistica posta che si possa ricevere dalla dea della Sapienza: si tratta, in effetti, d’idee casualmente raccolte dal grande filosofo nel corso delle giornate. Splendido spioncino su una splendida mente.

         Di questi interventi il libro di La Nave di Teseo pubblica una scelta che l’Autore ha compiuto fra quelli della seconda quindicina d’anni.

         Il testo introduttivo era a sua volta uscito come recensione a un libro dello scorso anno (“Stato di crisi” di Zygmunt Bauman e Carlo Bordoni). L’idea è che il cosiddetto “postmodernismo” sia nato come reazione a quelle grandi narrazioni che volevano sovrapporre al Mondo un modello di ordine; ma che il cosiddetto “postmodernismo” fosse – proprio in quanto reazione – un instabile momento di transizione fra la Modernità e il presente (senza nome, per ora) in cui oggi viviamo. In questo nostro presente la società è liquida e già ha consumato la crisi delle ideologie. Il fenomeno è d’immensa portata e richiede alla società strumenti nuovi.

         Io – con meno intelligenza e meno esperienza di Eco – mi consento ingenuamente d’immaginare che tali strumenti necessarî al fenomeno esistano: ma noi, che ancora non sappiamo neanche dare un nome al fenomeno, non sappiamo quali sono. Ci stiamo distruggendo, ma forse ci staremo salvando: ma comunque non lo sappiamo ancora.

         I titoli delle altre sezioni: “A passo di gambero”, “Essere visti”, “I vecchi e i giovani”, “On line”, “Sui telefonini”, “Sui complotti”, “Sui mass media”, “Varie forme di razzismo”, “Sull’odio e la morte”, “Fra religione e filosofia”, “La buona educazione”, “Sui libri e altro”, “La Quarta Roma”, “Dalla stupidità alla follia”. Buona lettura!