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La scienza in cucina e l’arte di mangiar sano
Maria Luisa Jori
  


     Il rispetto del  proprio corpo, cioè tendere a  mantenerlo sano il più a lungo possibile, è un dovere non solo nei confronti di se stessi, ma anche della comunità  di appartenenza. Il mezzo più importante per salvaguardare la nostra salute  è la scelta del cibo, che oggi incominciamo a capire che deve  essere adeguata alle esigenze nutrizionali e alle funzioni digestive del corpo  delle donne e degli uomini, nonché appetitosa.  Scopriamo così che le   ricette  di Pellegrino Artusi(La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, 1891), e di altri ricettari simili della tradizione culinaria italiana, non ci fanno preparare piatti adatti a mantenere il nostro fisico sano, efficiente e predisposto forse anche alla longevità. Gli esperti di alimentazione, che proliferano nel nostro tempo, spiegano le proprietà nutrizionali dei vari tipi di cibo che possiamo trovare in commercio in relazione ai nostri bisogni e per curare eventuali malattie, orientandoci nelle scelte delle materie prime e nelle quantità da regolare(in particolare si veda Franco Berrino, Il cibo dell’uomo. La via della salute tra conoscenza scientifica e antiche saggezze, Franco Angeli, 2015).

   Ma è indispensabile anche rendere gustoso ciò che mangiamo. Per questo si rendono necessari nuovi ricettari, specifici  soprattutto  quando le indicazioni per “la salute nel piatto” si ispirano ad una  utile acculturazione tra la nostra migliore tradizione culinaria e alcuni principi e metodi di equilibrio nutrizionale  tipici della cultura   orientale   (Non   siamo immersi  ormai   nella cultura di  un mondo globalizzato?). Fondamentale è quindi indicare nella ricetta  il reperimento degli ingredienti   e una certa rapidità della preparazione. Alla base di tutto questo   è raccomandabile  sempre cercare di  consumare cibo locale, che non abbia percorso chilometri e chilometri, perdendo gusto e proprietà organolettiche.

  Ecco un libro recente  che   risponde  alle caratteristiche sopra descritte, e non solo: Simonetta Barcella /Titti Gemmelaro /Elvira Lotti Matteotti /Silvia Petruzzelli /Rita Possemato (con il contributo del dott. Franco Berrino) Il Cibo della Gratitudine, Guida alla Cucina Macromediterranea, Terra Nuova edizioni-La grande via, 2016). Il titolo si riferisce ai sentimenti che arricchiscono il cibo che portiamo in tavola,  quando è cucinato con amore per coloro ai quali lo offriamo e gratitudine per quanto la natura  regala ai nostri palati e all’energia dei nostri corpi. Il sottotitolo definisce il tipo di cucina di cui il libro offre pratiche ricette  dopo i primi capitoli sulle teorie e le regole di comportamento  alimentari  che possono meglio salvaguardare la nostra salute e il nostro benessere. La “Cucina Macromediterranea”  consiste nell’uso dei principi della  macrobiotica( mangiare a base di  cereali integrali, una piccola quantità di legumi   e frutta di stagione)   unitamente a quelli della   tradizione alimentare mediterranea (farro toscano, castagne, verdure varie, pastasciutte semplici). Il libro insegna a diventare consapevoli su come assicurarsi una alimentazione bilanciata, anche servendosi della descrizione, fornita dal pensiero orientale, delle opposte fonti energetiche dei vari tipi di cibo : lo yin, energia che rinfresca, stimola la fantasia,e lo yang, energia che riscalda, à forza di attenzione volontà di azione. Per avere  “mens sana in corpore sano”, come dicevano gli antichi,   è necessario  badare a non squilibrare le nostre energie eccedendo in cibi Yin o in cibi yang. Per esempio bisogna stare attenti all’uso dello  zucchero: essendo uno dei cibi più yin, se in eccesso, tende a disperdere la nostra mente.

  Il cibo della gratitudine non è quindi soltanto un libro di ricette, ma soprattutto una guida  che  ci accompagna in ogni comportamento, ogni compito, ogni azione   necessari   per  produrre  cibo buono  per la nostra salute, oltre che per il palato.  Accanto alle raccomandazioni su come mangiare(masticare molto, curare in un certo modo energetico la prima colazione, ecc.) ci fornisce anche tutta una serie di indicazioni  per organizzare opportunamente la nostra cucina: come fare la spesa, che cosa  assicurarsi  in dispensa( e qui si va dai vari cereali integrali alle farine, ai condimenti, ai dolcificanti, ecc.), quali pentole preferire per le cotture e quali utensili utili. In appendice troviamo poi una approfondita, ampia trattazione delle erbe da usare in cucina, con ulteriori, specifiche ricette per un relativo buon uso, sano ed appetitoso.

      Le ricette che insegnano   come riutilizzare gli avanzi  in piatti nuovi  sono un implicito monito contro  il “sacrilego” buttare  quello che la natura, alla quale dobbiamo essere grati, ci ha  regalato. Notiamo anche in questa particolare attenzione  lo spirito etico ed ecologico  sotteso a  tutto il libro.   Il cibo della gratitudine   ci indica infatti una via di saggezza, benessere, altruismo, serenità, che,  se si estende  da individuo  a  individuo,  può indicare al mondo  i colori  della pace.

   

20/05/2017 22:16:57
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