Sono particolarmente grato ai miei che, con santa pazienza, mi hanno consentito di frequentare il Classico. Così ho potuto apprendere, tra le moltissime altre cose, che:

1.     Esiste l’antipàsto, ma pure l’antispàsto… [ è irresistibile il fatto che, se cercate antispasto sui cd. “motori di ricerca”, tentano in genere di convincervi a deviare appunto su antipasto: o più genialmente su antispastico!. Ora derubo digitalmente il Vocabolario Treccani: “antispasto s. m. [dal gr. ἀντίσπαστος «tirato in senso contrario»]. – Nella metrica classica, serie ritmica interpretata come metro a sé dagli antichi metricologi: di schema ⌣––⌣, sarebbe costituita di due parti, la seconda delle quali «di misura inversa» rispetto alla prima”. Sinceramente già da ragazzino preferivo tutti gli  antipasti, magari proprio quelli “tirati in senso contrario” a colpi di mattarello: ma non sempre, al rientro di una mattinata densa di antispasti -e magari anche di tribrachi, giambi, trochei e altre perle metriche greco-antiche- l’appetito riusciva ancora, nonostante la verde età e tutto il resto, a prevalere ]

2.     … l’Ariòsto, ma pure l’aorìsto… [ andrebbe però evocata qui anche la troppo ingiustamente e rapidamente dimenticata, per generale ingratitudine, (contessa Stefania!) Ariosto, la prima italiana a tentare invano di liberare i compatrioti da Silvio –la “teste Omega” 1995, ricordate?- ma ottenendo solo di stroncare la carriera politica e la partnership personale all’italoforzuto antemarcia on. avv. Vittorio Dotti (poi Avvocato del diavolo, ed. Chiarelettere 2014) narrando a vuoto anche in tribunale le sapide navigazioni sul “Barbarossa” di Cesare Previti. Ma chi cucina volentieri sa che c’è pure, anche se immagino non si sogni neppure di utilizzarlo, un prodotto proprio marca Ariosto, per insaporire l’arrosto: quello che, in linea generale, non c’è fumo senza. Degli aoristi forti e deboli faccio grazia, già troppo sfoggio di greco… ]

3.     … l’encìclica, ma pure l’enclìtica… [ anche se, stranamente, esiste in corrispondenza nella grammatica la proclitica, ma i sommi pontefici non hanno la facoltà di emettere alcuna prociclica. Sarebbe servita la filologia romanza dell’università per scoprire la legge di Tobler-Mussafia sull’obbligatorietà della clisi, anche se questi apprendimenti lì per lì –e magari più in là nel tempo e nello spazio-  si sarebbero rivelati solo annichilenti fattori di crisi! Per noi poveri ignoranti dalla provincia, all’epoca c’era solo il Toblerone, che era un cioccolato. Poi a tutto ci si abitua senza ricorsi all’uso: impara l’arte con quel che segue. Ma oggi sarebbe stato davvero più utile l’averla messa, e con definitiva risolutezza, a tempo e a luogo, da parte! ].

4.     … la verdura, ma pure la verzura [ per chiudere il cerchio, tanto linguistico che gastronomico, fa sua la seconda espressione, tra gli altri, proprio anche l’Ariosto quello vero: il mover de le frondi e di verzure, [O.F. I 33] e si potrebbe continuare a lungo. Da ragazzo odiavo stolidamente, come quasi tutti i coetanei di allora e di oggi, la verdura, che tentavo per lo più invano di barattare con un supplemento di antipasto, quasi presago che la vita futura mi avrebbe interdetto gli affettati. Inoltre, al ritorno dal ginnasio, mi chiedevo perché mai mia madre si ostinasse nella banalità di chiamare il piatto (me lo offriva sollecita, ma coerentemente declinavo con l’indispensabile fermezza) verdura: forse perché, cara povera stella, aveva fatto solo le tecniche? ]